La notizia non è per niente nuova, ma Copernicus, il sistema europeo che tiene sotto controllo il clima, ha lanciato un nuovo allarme. Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali. C’è poco da girarci intorno, le politiche di contenimento degli squilibri ambientali non stanno funzionando. La settima prossima si apre a Baku in Azerbaigian, la COP 29 sul clima. Si dice che molti documenti preparatori della Conferenza siano già in revisione dopo la vittoria di Donal Trump nelle elezioni americane. Il Presidente non sarà presente ma il suo insediamento a gennaio alla Casa Bianca sarà un fantasma ingombrante a Baku.
I dati di Copernicus hanno origine da un livello di emissione misto, dovuto sia agli scarichi industriali che a quelli urbani. I riflessi sull’economie dei paesi europei in particolare valgono il 2% del PIL pari a oltre 400 miliardi di euro all’anno. Tutti gli studi dicono che bisogna intervenire sulle cause strutturali delle emissioni che fanno riscaldare il pianeta a ritmi inimmaginabili. Buona parte della spesa conseguente al riscaldamento terrestre viene assorbita dalla sanità. La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) dopo i dati di Copernicus si è concentrata proprio sugli effetti delle temperature sulla salute umana. Da questo punto di vista il caldo non conosce confini: ad Ovest come ad Est del mondo. In altri termini, le malattie trasmesse attraverso acqua, cibo, insetti e parassiti sono in forte aumento dappertutto. E con loro il bisogno di cure sanitarie.
Cosa dicono i medici ambientali?
“Il surriscaldamento globale altera l’equilibrio di tutti gli ecosistemi minacciando gli elementi essenziali della vita umana come acqua, aria e cibo, e modifica la frequenza e la distribuzione di molte malattie infettive “ spiega Sima. Aumentano anche i rischi per l’alimentazione come conseguenza di alluvioni o straripamenti nelle campagne coltivate. L’Italia con le recenti alluvioni nella pianura padana è un campione molto attendibile. Senza accorgersene troppo, il caldo altera anche la psiche e per un mondo che conta 200 milioni di persone affette da depressione non è irrilevante. “Di recente è stato coniato il termine “solastalgia” dice il presidente Sima, Alessandro Miani. “Vuol dire l’angoscia provocata dal drastico cambiamento del clima: che provocano uno stato di stress e ansia tra i cittadini più vulnerabili che può sfociare in disturbi post-traumatici e addirittura in suicidi”. Monito su monito è sempre troppo tardi per prendere provvedimenti. Essere “per la prima volta a 1,5°C al di sopra della temperatura preindustriale: è una soglia non solo simbolica, ma che ci fa capire dove stiamo andando continuando così ” è il commento dello scienziato e climatologo Antonello Pasini.