Massimo Bottura, assoluto e inimitabile Chef-patron della mitica Osteria Francescana di Modena, tre stelle Michelin, consacrato al secondo posto nella lista dei The World’s 50 Best Restaurants Awards 2015, che ha ospitato il presidente francese Hollande con il nostro premier Renzi, durante il recente vertice bilaterale, facendo esclamare all’illustre ospite in fatto di cucina “Italia-Francia, 2 a 0” non rasenta, ma tocca ai fornelli, la perfezione assoluta.
La Guida dei Ristoranti de L’Espresso 2016 diretta da Enzo Vizzari gli ha assegnato non solo il primo posto fra i ristoranti italiani ma anche il punteggio di 20/20, per la prima volta nella sua ormai trentennale storia.
Un riconoscimento che non giunge a sorpresa ma corona una lunga storia di questo ex grossista di prodotti petroliferi nell’azienda di famiglia che a un certo punto della sua vita decide di interrompere gli studi di giurisprudenza per darsi alla cucina in una piccola trattoria a Campazzo, nei pressi di Nonantola, che si fa quindi le ossa con la cucina francese classica di Georges Cogny nella Val Nure studia con Alain Ducasse nel prestigioso «Le Louis XV» a Montecarlo, passa per New York e poi approda allo chef catalano Ferran Adrià nel ristorante El Bulli in Spagna, dove apprende le basi della cucina molecolare. E da queste esperienze arriva a collocarsi ai primi posti della cucina internazionale sperimentando e innovando, sempre però con l’occhio al sapore delle origini e della tradizione. “Quella che vince, anche grazie all’affermazione di un eccezionale testimonial come Massimo Bottura – ha commentato Vizzari – è una cucina tanto identitaria, cioè italiana e riconoscibile, quanto finalmente moderna”.
C’è un’altra nota positiva dai risultati che emergono dalla Guida de L’Espresso di quest’anno. La guida che recensisce 2.700 ristoranti in tutta Italia assegna punteggi che vanno da tre a un cappello al top della ristorazione di eccellenza italiana per un totale di 470 locali con un punteggio che va dai 15/20 ai 20/20 del solitario Bottura.
Ebbene quest’anno i tre cappelli (punteggio da 18 in su) dai 27 dell’anno scorso sono diventati 34, segno di un una forte crescita di qualità della nostra cucina d’autore, i due cappelli hanno premiato 84 locali, 1 cappello è andato a 470 locali. Nel gotha dei tre cappelli sale al secondo posto con 19,75/20 il ristorante Piazza Duomo di Enrico Crippa ad Alba e si confermano al terzo con 19,5/20 La Pergola di Heinz Beck all’Hilton di Roma, Le Calandre di Massimiliano Alajmo a Rubano in provincia di Padova, Casadonna-Reale di Niko Romito a Castel di Sangro.
A seguire con 19/20 si confermano Combal.Zero di Davide Scabin a Rivoli Torinese, Uliassi a Senigallia, Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo a Orta San Giulio, Vissani a Baschi. A 18,5/20 si registrano due new entry: Agli Amici di Emanuele Scarello di Udine e Taverna Estia di Francesco Sposito a Brusciano mentre restano confermati Antica Corona Reale di Giampiero Vivalda a Cervere, Dal Pescatore di Santini a Canneto sull’ Oglio, Duomo di Ciccio Sultano a Ragusa-Ibla, Enoteca Pinchiorri di Firenze, Enrico Bartolini di Cavenago Brianza, St. Hubertus di Norbert Niederkofler a Badia, La Madia di Pino Cuttaia a Licata, La Peca di Portinari a Lonigo, Madonnina del Pescatore (Moreno Cedroni) di Senigallia, Osteria del Povero Diavolo a Pier Giorgio Parini a Torriana.
Ancora promozioni anche per il punteggio di 18,5/20 con Acquerello a Fagnano Olona, Del Cambio a Torino, Il Palagio dell’Hotel Four Seasons a Firenze, La Trota a Rivodutri, Lido 84 a Gardone Riviera, Lorenzo a Forte dei Marmi, Ristorante Berton a Milano. Entra nel gruppo dei premiati con 18/20 Casa Perbellini di Verona mentre restano confermati a questo livello Colline Ciociare di Acuto, Cracco a Milano, Da Vittorio a Brusaporto, Laite a Sappada, La Torre del Saracino di Gennaro Esposito grande esponente della cucina mediterranea a Vico Equense.
Per gli amanti delle statistiche la regione la Lombardia resta prima in Italia per numero di tavole di qualità (cioè per ristoranti che si siano visti assegnare almeno “un cappello”). Al secondo posto di colloca la Campania che vanta oramai nel triangolo d’oro che comprende Napoli e le costiere amalfitana e sorrentina con relative isole la più alta concentrazione di cuochi stellati (e al mitico Iaccarino patron di “Don Alfonso” di Sant’Agata sui due Golfi l’uomo che ha rivoluzionato per primo la cucuina napoletana è andato quest’anno il Premio alla carriera), a seguire poi il Piemonte e la Toscana.
“L’Italia sa tirare fuori il proprio meglio nei contesti più sfavorevoli – commenta ancora Enzo Vizzari – e oggi la nostra enogastronomia vive una sorta di nuovo “risorgimento”, godendo di un vento benevolo che premia il made in Italy autentico. I vini italiani di qualità sono sempre più apprezzati e meglio venduti in tutto il mondo, così come si coglie un po’ ovunque all’estero un concreto interesse per la nostra cucina d’avanguardia e non solo per quella tradizionale “da trattoria”.
Infine l’ultima novità della Guida de L’Espresso è riservata quest’anno alla Pizza Napoletana. “La pizza – sia essa “napoletana”, “romana” o “gourmet” – è un’altra eccellenza nostrana che ha saputo conquistare il rispetto anche dei palati più esigenti”. E alla migliori pizzerie d’Italia è stato dedicato un inserto per andare a colpo sicuro.
Qui sotto il link con l’elenco completo scaricabile in pdf
Allegati: I Migliori ristoranti d’Italia.pdf