Exor è la prima azienda italiana nella classifica 2016 delle 500 più grandi imprese al mondo per fatturato. La graduatoria, stilata da Fortune, si basa sui ricavi generati nell’anno fiscale al 31 marzo scorso. Sul podio delle italiane figurano anche Generali ed Eni. I 500 colossi nel 2015 hanno registrato complessivamente 27.600 miliardi di dollari di ricavi e 1.500 miliardi di utili e insieme hanno dato lavoro a 67 milioni di persone nel mondo, con attività in 33 Paesi.
Al primo posto in assoluto è rimasto il colosso americano del retail Walmart, con oltre 482 miliardi di dollari di fatturato, seguito dall’utility cinese State Grid e da China National Petroleum. Il gruppo petrolifero americano Exxon Mobil è al sesto posto, mentre il produttore di auto tedesco Volkswagen al settimo, Apple al nono e BP al decimo.
Exor risulta al 19esimo posto, lo stesso del 2015, con ricavi per 152,591 miliardi di dollari. Il magazine americano ricorda che la cassaforte della famiglia Agnelli, da sei anni nella classifica, controlla Fiat Chrysler Automobiles e Ferrari, ha il 43% nell’Economist e una quota di controllo nella Juventus. Lo scorso agosto ha acquistato per 6,9 miliardi di dollari il riassicuratore americano PartnerRE grazie anche alla cessione del gruppo del real estate Cushman & Wakefield per 2 miliardi.
Senza quest’ultima operazione, fa notare Fortune, i profitti nel 2015 sarebbero scesi del 21% invece che raddoppiare. Dopo Exor, il secondo gruppo italiano a comparire nella classifica Fortune è Assicurazioni Generali: con 102,567 miliardi di ricavi, si colloca al 49esimo posto. Il gruppo di Trieste guidato da Philippe Donnet è sceso di un gradino rispetto allo scorso anno.
Segue poi Eni, che in un anno è passata al 65esimo dal 25esimo posto con ricavi per 92,985 miliardi. “Un contesto geopolitico difficile ha creato non pochi problemi per una delle più grandi multinazionali petrolifere al mondo”, scrive Fortune. “Tra il collasso dei prezzi del greggio, responsabile di una perdita lo scorso anno di 9,7 miliardi, e l’aumento delle tensioni politiche in molti Paesi chiave in cui opera, specialmente la Libia dove c’è il 20% della produzione di gruppo, la fiducia degli investitori continua a traballare”.
Restando sempre tra le italiane, Intesa Sanpaolo è 224esima con 42,239 miliardi di ricavi. La Banca di Carlo Messina è scivolata in basso visto che nella classifica 2015 era al 173esimo posto. Segue Unicredit al 300esimo gradino, peggio del 246esimo di un anno fa.
Le Poste Italiane guidate da Francesco Caio hanno guadagnato cinque posizioni portandosi al 305esimo posto. La posizione 404 va a Telecom Italia, che nel 2015 era al 359esimo posto. L’ultima azienda italiana a comparire nella classifica Fortune è il gruppo assicurativo Unipol: la società bolognese che vede al comando Carlo Cimbri è passata al 491 gradino dal 406esimo dello scorso anno.