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Classifica “Doing Business”, l’Italia scende ancora: è 50esima

Secondo la graduatoria stilata dalla Banca Mondiale, il nostro Paese è terzultimo tra i membri della Ue come capacità di attrarre investimenti: peggio di noi solo Grecia e Malta – Ci superano Moldova e Serbia

Classifica “Doing Business”, l’Italia scende ancora: è 50esima

Come ogni anno, nel rapporto “Doing Business” la Banca Mondiale stila la classifica dei Paesi più competitivi in base alla facilità con cui le imprese possono operare. E stavolta l’Italia perde ben cinque posizioni rispetto all’edizione precedente, collocandosi al 50° posto. Nella graduatoria l’Italia è superata da nazioni come la Moldova (che sale dalla cinquantaduesima alla quarantaquattresima posizione) e la Serbia (che l’anno scorso era cinquantanovesima e oggi è quarantasettesima). Naturalmente tutte le classifiche internazionali vanno sempre prese con le pinze ma quella di “Doing Business” non è incoraggiante e dimostra quanta strda dobbiamo ancora fare per metterci al livello dei Paesi più avanzati.

Il nostro Paese è quindi terzultimo tra i membri della Ue come capacità di attrarre investimenti: peggio solo la Grecia (sessantunesima) e Malta (settantaseiesima). Lo studio si concentra in particolare sulle riforme adottate dai governi per rendere le loro economie più favorevoli alle imprese, sulla base di indicatori come i tempi della burocrazia, l’accesso al credito e all’energia, il sistema fiscale e la protezione dei diritti di proprietà, dall’accesso a credito ed energia ai tempi della burocrazia.

La classifica è guidata dalla Nuova Zelanda, che quest’anno scalza Singapore. La Danimarca è terza seguita da Hong Kong, Sud Corea, Norvegia, Regno Unito, Usa e Svezia. Al decimo posto spicca la sorpresa Macedonia, che ha scalzato la Finlandia dalla top ten. E in generale è tutta l’Europa dell’Est, grazie alla vigorosa azione riformatrice attuata dai governi dell’area, a stupire e a strappare punti a economie del G7 come il Canada, sceso dalla quattordicesima alla ventiduesima posizione.

Tra le grandi economie dell’Eurozona, la Germania e la Francia perdono due posizioni ciascuna e scendono rispettivamente al diciassettesimo e al ventinovesimo posto, mentre la Spagna sale di un gradino al trentaduesimo posto. È invece stabile al trentaquattresimo posto il Giappone, superato in dinamismo da Taiwan (undicesima) e Malesia (ventitreesima).

Il rapporto, sottolinea la Banca Mondiale, “dimostra che le migliori performance sono, in media, associate con livelli più bassi di diseguaglianza sociale e quindi a una ridotta povertà e a una maggiore prosperità condivisa”. Regole semplici e facili da seguire “sono un segno che il governo tratta i propri cittadini con rispetto, generando benefici economici diretti: più impresa, più opportunità per le donne, più aderenza allo Stato di diritto”, commenta il capo economista della Banca Mondiale, Paul Romer, avvertendo che “un esecutivo che non riesce a trattare i propri cittadini così perde la sua capacità di governare”.

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