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Città del Futuro, la sfida si gioca sulla sostenibilità ambientale

Martedì a Roma il terzo appuntamento del Forum Città del Futuro dedicato alle nuove urbanizzazioni. Il ruolo dei privati e le politiche del governo per accompagnare una transizione complessa. Uno studio dell’Enea come spunto.

Città del Futuro, la sfida si gioca sulla sostenibilità ambientale

L’industria delle costruzioni non vuole perdere la sfida della sostenibilità ambientale. Sa bene che da tempo si gioca una partita complessa, dove gli investimenti per il confort abitativo fanno scegliere case e condomini con determinate caratteristiche. Quelle che orientano sempre di più il mercato immobiliare. È un segno dei tempi, una svolta inarrestabile nella mentalità degli acquirenti che cerca risposte nell’offerta abitativa. Quello che è avvenuto in Germania, Danimarca, Francia nelle ristrutturazioni di interi quartieri, in Italia viene preso a modello per fare evidentemente di più e meglio.

La partita, però, si gioca in perimetri mediamente arretrati in fatto di classi energetiche apprezzabili. Nelle classifiche europee, raramente l’Italia è ai primi posti per i bassi impatti ambientali. Tutto incluso, sia chiaro: edilizia, verde, mobilità, arredo urbano. Un elenco di cose insoddisfacenti, da migliorare, ma con soldi pubblici e privati. È questa la cornice nella quale martedì prossimo 25 settembre, si apre a Roma la terza edizione del forum Città del Futuro. Il meeting dedicato allo sviluppo urbano e alla sostenibilità ambientale, organizzato dalle Associazioni Road to Green 2020 e Active House Italia, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Comune di Roma.

Il tema principale quest’anno è l’edilizia green con la trasformazione del settore delle costruzioni, per edifici di nuova generazione. Si metteranno a confronto best practices di diversi Paesi, presentando anche novità normative e tecnologiche. Città del Futuro, in fondo, è quel luogo di incontro tra privati, associazioni, aziende e istituzioni, per gestire un progressivo cambiamento nel modo di vivere le città. Ha ragione Barbara Molinario, Presidente Road to Green 2020, nel dire che la partita ha l’orizzonte dei prossimi decenni. Chi non aspira a vivere in case e metropoli a misura d’uomo? Aspirazioni che devono essere sostenute da misure e politiche coerenti con gli obiettivi. Per diminuire l’impatto inquinante delle metropoli italiane non basta certo affidarsi solo ai privati. Ci vogliono politiche idonee di lungo respiro, negoziate sul territorio, con il mondo delle imprese e delle professioni. Le nuove costruzioni devono usare fonti energetiche pulite, rinnovabili e di continua disponibilità. La loro installazione richiede costi e progettazione qualificata. E non si sbaglia quando si sostiene che i bonus edilizi sin qui concessi a vario titolo, vanno rinnovati ed aumentati. Una direzione di marcia contraria ad ipotesi di sanatorie urbanistiche per mano del governo, di cui si sente parlare in queste settimane.

Il patrimonio edilizio italiano – dice uno studio dell’Enea – soffre di due mali antichi: la necessità di rinnovamento, efficientamento, messa in sicurezza ed eccesso di abusivismo. Perché, dice Enea, a chi ha trasgredito con le norme urbanistiche non si applicano sanzioni tali da obbligarlo a mettersi in regola pagando conti salatissimi? Una parte dell’ammenda da pagare – aggiungiamo qui – potrebbe andare a beneficio dell’innovazione energetica della casa ex abusiva o confluire in un fondo pubblico per finanziare le ristrutturazioni. Il forum di martedì fornirà indicazioni utili. Qualcuno dovrà raccoglierle.

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