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Circolare Assonime sul rating di legalità delle imprese

Assonime illustra, con una sua circolare, le regole in materia di rating di legalità, introdotte dal decreto “Crescitalia” (1/2012) e recentemente completate con il decreto n. 57/2014 del Ministro dell’economia e delle finanze e del Ministro dello sviluppo economico. Il decreto del 2014 disciplina, in particolare, le modalità in base alle quali si tiene conto del rating ai fini della concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e di accesso al credito bancario.

Il rating di legalità per le imprese è volto a promuovere l’introduzione di principi etici nei comportamenti aziendali. Spetta all’Autorità garante della concorrenza e del mercato procedere, in raccordo con i Ministeri della giustizia e dell’interno, “all’elaborazione ed all’attribuzione, su istanza di parte, di un rating di legalità per le imprese operanti nel territorio nazionale che raggiungano un fatturato minimo di due milioni di euro, riferito alla singola impresa o al gruppo di appartenenza”. Fino al 30 aprile 2014 il rating è stato attribuito a 111 imprese. Il punteggio più frequente (ottenuto da 34 imprese, pari al 30% del totale) è quello di due “stellette” e due segni +. Solo due imprese hanno ottenuto il punteggio minimo di una “stelletta”, mentre il punteggio massimo di tre “stellette” è stato ottenuto da 19 imprese. L’elenco completo è disponibile sul sito web dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (http://www.agcm.it/rating-di-legalita/elenco.html).

Nella circolare, Assonime inquadra il nuovo istituto nel più ampio contesto delle misure volte a contrastare i comportamenti illegali delle imprese, incluse le interferenze delle organizzazioni criminali con l’attività di impresa che, soprattutto in alcuni settori, ostacolano gravemente il corretto operare dei meccanismi del mercato e lo sviluppo di un’economia sana. Fra queste hanno un ruolo centrale, la disciplina delle cause ostative alla partecipazione delle imprese a procedure di affidamento di contratti pubblici, contenuta nel Codice degli appalti, e la normativa anticorruzione, che è stata recentemente rafforzata mediante la legge n. 190/2012, il decreto legislativo n. 33/2013, il nuovo Codice di comportamento dei dipendenti pubblici e il Piano nazionale anticorruzione.

Nella circolare viene anche analizzata la questione della rilevanza del rating nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici. La tassatività delle cause di esclusione dalla partecipazione alle gare, prevista dal diritto europeo, non consente di utilizzare direttamente il rating come requisito per l’ammissione alle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici. 

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