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Cipro: Medvedev minaccia l’euro, allarme liquidità dalla Bce

Il caso Cipro si trasforma in uno scontro a viso aperto fra Bruxelles e Mosca. Il premier russo Dmitry Medvedev ha detto oggi che il suo governo potrebbe ridurre la quota di euro delle proprie riserve valutarie, attualmente tra il 41 e il 42%. Con un’operazione del genere, la Russia potrebbe colpire in modo significativo il valore della moneta unica. 

Ma perché mai una simile minaccia? Al centro delle polemiche è l’ipotesi del maxi-prelievo forzoso sui conti correnti di Cipro: una misura concordata la settimana scorsa tra il governo dell’isola e l’Eurogruppo. L’intervento è stato bocciato martedì dal Parlamento cipriota, ma potrebbe tornare in campo a breve. Nicosia deve trovare il modo di raccogliere 5,8 miliardi di euro, altrimenti i creditori internazionali non sbloccheranno il pacchetto d’aiuti da 10 miliardi necessario a ricapitalizzare le banche e salvare il Paese dalla bancarotta. 

La maggior parte dei grandi depositi bancari parcheggiati sull’isola sono riconducibili a ricchi oligarchi russi (in molti sospettano si tratti per lo più di ricavi provenienti da attività illecite e riciclati al sole), i quali rischiano di subire un danno patrimoniale pesantissimo. La versione originaria del prelievo prevedeva di tassare al 9,9% i patrimoni superiori ai 100 mila euro, ma se alla fine – come auspicato da Bruxelles – i depositi sotto questa soglia fossero esentati, la stangata sui più facoltosi potrebbe diventare ancor più pesante (si è parlato di un possibile innalzamento dell’aliquota fino al 15%).  

“Se questo è possibile a Cipro – ha osservato Medvedev, che oggi a Mosca incontra José Manuel Barroso, numero uno della Commissione europea -, perché non sarebbe possibile in Spagna, in Italia o in altri Paesi che soffrono problemi finanziari? Domani è lì che si confischeranno le economie. I progetti futuri dell’Eurogruppo relativi a Cipro dovrebbero prendere in considerazione anche le altre parti, compresa la Russia”.

BCE: LIQUIDITA’ FINO A LUNEDI’

La Banca centrale europea garantirà a Cipro l’attuale livello di liquidità d’emergenza fino a lunedì prossimo. Lo afferma l’istituto di Francoforte in una nota, precisando che l’attuale piano “Emergency Liquidity Assistance”, da martedì, “potrà essere considerato solo se un’intesa con Fmi e Ue garantirà la solvibilità delle banche”.

LE RICHIESTE DI CIPRO ALLA RUSSIA

A Mosca è rimasto il ministro delle finanze cipriota, Michael Sarris, che continuerà oggi i colloqui con il collega russo Anton Siluanov. Le richieste di Cipro alla Russia sono due: il prolungamento del credito da 2,5 miliardi di euro ricevuto due anni fa (che scade nel 2016), con tanto di riduzione del tasso d’interesse (ora al 4,5%), e un ulteriore credito da cinque miliardi. Secondo alcune indiscrezioni, Nicosia avrebbe offerto in cambio una quota nella sua riserva di gas offshore non ancora sviluppata (nei giorni scorsi si era parlato di Gazprom come parte attiva nell’operazione), ma le autorità russe hanno negato qualsiasi interesse del Cremlino in questo senso. Oltre al prestito, Mosca potrebbe acquistare da Nicosia la banca Laki (Banca Popolare di Cipro) e altre istituzioni, in cambio di concessioni per un porto da destinare alla flotta russa. Non è secondaria infatti la posizione geografica di Cipro, nodo strategico a pochi chilometri dalle coste della Siria.

I PIANI B DI NICOSIA

Se la strada russa non dovesse produrre risultati, il governo di Nicosia dovrebbe trovare un altro modo per recuperare i 5,8 miliardi pretesi dall’Ue. Per evitare il prelievo forzoso sono state avanzate nelle ultime ore diverse ipotesi: la creazione di una bad bank; la nazionalizzazione dei fondi pensione delle compagnie pubbliche e para-statali; l’espropriazione e la vendita di beni in mano alla Chiesa ortodossa; l’emissione di debito garantito dai futuri proventi dello sfruttamento delle risorse energetiche;  la fusione dei due maggiori istituti di credito del Paese per ridurre le necessità di ricapitalizzazione.

BANCHE E BORSA CHIUSE FINO A MARTEDI’

Intanto, per evitare la fuga in massa dei capitali, la chiusura forzata delle banche – iniziata sabato scorso – è stata prolungata fino a martedì prossimo, così come quella della mini-Borsa dell’isola. 

AGGIORNAMENTO: MAI PIU’ IPOTESI DI PRELIEVO FORZOSO 

Cipro ha escluso che in qualunque ipotesi di nuovo accordo di salvataggio con l’Unione europea possa rientrare una supertassa sui conti bancari simile a quella bocciata due giorni fa. Lo si è appreso al termine di una riunione tra il presidente Nicos Anastasiades e i partiti politici. 

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