Cipro ha deto di no: il Parlamento ha bocciato stasera il piano di salvataggio concordato con l’Eurogruppo, che prevede a garanzia anche un prelievo forzoso sui depositi bancari.
“E’ il pacchetto di riforme di Cipro, spetta a Cipro decidere la struttura del contributo delle banche. L’importante è che alla fine il conto sia di 5,8 miliardi” sintetizza il membro della Bce Joerg Asmussen. Insomma, i soldi in altro modo dovranno venire fuori. L’Europa, in effetti, ha concesso una via d’uscita e permetterà anche una modifica alla tassa sui depositi bancari voluta a Bruxelles (6,75% per quelli inferiori a 100mila euro e 9,9% per quelli superiori), a patto che Nicosia riesca a raccogliere 5,8 miliardi di euro. Altrimenti il prestito da 10 miliardi non verrà sbloccato. In fondo gli stessi ministri delle Finanze dell’Eurozona avevano già spiegato che “l’Eurogruppo è dell’idea che i piccoli depositi debbano essere trattati diversamente da gli altri” esentando quelli sotto i 100mila euro.
Contro il piano hanno votato 36 deputati, mentre ad astenersi sono stati in 19. Gli astenuti sono i rappresentanti del partito Disy del presidente Nicos Anastasiades, pur favorevole al piano. I contrari sono tutti gli altri (compresi gli otto del partito Diko, alleato di governo). Ad aumentare le tensioni hanno contribuito anche le mosse della Gran Bretagna che prima ha congelato i pagamenti dei pensionati britannici che vivono a Cipro in modo da evitare loro il prelievo forzoso, poi ha deciso di inviare un aereo militare con a bordo un milione di euro in contanti da destinare ai soldati britannici e alle loro famiglie sull’isola.
Una mossa che aggiunge pressione a Nicosia: per arrivare all’esenzione dei depositi inferiori ai 100mila euro dovrebbe aumentare il prelievo su tutti gli altri. Una mossa che potrebbe non bastare a raggiungere quota 5,8 miliardi, ma che andrebbe incontro alle resistenze dei russi con gli oligarchi che hanno eletto l’isola a loro paradiso fiscale con depositi calcolati in 25 miliardi. Duro la replica indiretta a Vladimir Putin del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble: “Chiunque investa i suoi soldi in un Paese dove si pagano meno imposte se ne assume il rischio. E’ irresponsabile pensare che solo i contribuenti europei debbano finanziare gli investimenti stranieri a Cipro”.
Continua intanto la rabbia della popolazione, che fino al 21 marzo troverà le saracinesche abbassate agli sportelli bancari per volere della Banca centrale, che ha congelato i depositi per evitare la fuga di capitali (anche la Borsa di Cipro resterà chiusa fino a mercoledì).