X

Cinque Terre, il turismo di massa soffoca le perle della Liguria: cosa fare contro l’invasione del mordi e fuggi

Pixabay

Le Cinque Terre sono diventate un simbolo del turismo di massa, dove l’incanto dei borghi affacciati sul mare si scontra con l’invasione di visitatori mordi e fuggi. In particolare, secondo quando ricostruito dal Corriere della Sera, questi villaggi, un tempo tranquilli e autentici, sono ora travolti da un flusso incessante di turisti che affollano le strade, scattano qualche foto, mangiano in fretta e se ne vanno, lasciando dietro di sé una scia di caos e sovraffollamento, (come accade in molte altre località italiane ed europee). Un problema particolarmente critico è l’elevato affollamento dei piccoli villaggi: l’anno scorso, i 4 milioni di visitatori si sono concentrati in un’area di appena 1 chilometro quadrato, che rappresenta solo il 3% dell’intero parco nazionale.

La maggior parte dei turisti arriva in treno, ma migliaia di passeggeri al giorno vengono anche trasportati da traghetti provenienti da navi da crociera ormeggiate a La Spezia. Questo afflusso massiccio sta trasformando la tradizione locale, un tempo rappresentata da botteghe storiche e sapori autentici, in una scena dominata da friggitorie e negozi di souvenir. Di conseguenza, i centri storici si sono trasformati in attrazioni turistiche di massa.

I residenti, ormai spettatori impotenti, vedono la loro quotidianità stravolta, con treni sempre più affollati e ritardi che si accumulano, mentre il turismo, anziché arricchire, sembra impoverire l’autenticità del territorio.

Il turismo di massa schiaccia le Cinque Terre: le soluzioni

Il Parco delle Cinque Terre, guidato da Donatella Bianchi, sta cercando altre soluzioni per arginare questa pressione. Tra le iniziative già in atto c’è l’introduzione di un numero chiuso per i visitatori della Via dell’Amore, riaperta il 27 luglio 2024 dopo anni di lavori di messa in sicurezza. Per accedere al percorso è necessaria una prenotazione e la Cinque Terre Card, che non solo consente l’accesso ai trasporti e ai servizi del parco, ma potrebbe diventare uno strumento chiave per gestire l’afflusso turistico e incentivare itinerari alternativi, altrettanto affascinanti. La Cinque Terre Card ha un costo variabile: da 7,50 a 15 euro per il trekking giornaliero e da 19,50 a 32,50 euro per il treno durante l’alta stagione, con un supplemento di dieci euro per la Via dell’Amore.

Tra le altre misure adottate, è stato introdotto all’inizio della stagione il Piano Digitale Biennale, sviluppato con Mic Hub. Questo piano utilizza droni e totem contapersone per monitorare i flussi turistici ai vari sentieri del Parco. Inoltre, è in arrivo un sistema di regolazione dei flussi, simile a un “semaforo“, che indirizza i visitatori verso borghi meno affollati quando necessario. I dati saranno aggiornati in tempo reale su un’app per smartphone. Tutti i dati e le immagini saranno aggiornati in tempo reale tramite un’app sullo smartphone dei visitatori.

Inoltre, è stata istituita una zona a traffico limitato (Ztl) nelle acque di un’area marina protetta delle Cinque Terre per ridurre l’inquinamento acustico, consentendo solo la navigazione con imbarcazioni elettriche. Entro tre anni, tutti i noleggi di barche dovranno conformarsi a standard di ecosostenibilità e riduzione dell’impatto acustico, segnando un importante passo verso una maggiore sostenibilità.

Ripensare il turismo: un futuro sostenibile per le Cinque Terre

L’idea è quella di ripensare il turismo nelle Cinque Terre, spostandolo da un consumo veloce e superficiale a un’esperienza più profonda e rispettosa. Questo non significa chiudere le porte ai visitatori, ma piuttosto invitare chi arriva a scoprire davvero il territorio, i suoi sentieri nascosti, le sue tradizioni e la sua storia. In questo modo, si spera di evitare che questi borghi incantevoli diventino vittime del loro stesso successo, proteggendo al contempo la vita quotidiana dei residenti.

Il futuro delle Cinque Terre dipende dalla capacità di trovare un equilibrio tra l’accoglienza dei turisti e la conservazione di un patrimonio che appartiene a tutti. Un equilibrio che richiede scelte coraggiose, come limitare le attività commerciali che non rispettano l’identità locale e incentivare chi decide di fermarsi più a lungo, immergendosi nella vera essenza di questi luoghi. Il rischio, altrimenti, è che le Cinque Terre, anziché essere un modello di sostenibilità, diventino un esempio di come il turismo di massa può distruggere ciò che rende un luogo unico e speciale.

Related Post
Categories: News