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Cinque Stelle, la Giunta Raggi emblema del naufragio

Imagoeconomica

Corruzione, tangenti, arresti, scandali, degrado e incompetenza: la Giunta Raggi della capitale d’Italia doveva essere il fiore all’occhiello e la cartina al tornasole dell’onestà e del buon governo grillino e doveva funzionare da trampolino di lancio per il governo del Paese. Ma è andata esattamente al contrario e l’amministrazione grillina in Campidoglio vive da 33 mesi un Calvario, non solo giudiziario, senza fine. Tra valanghe di rifiuti nei quartieri della città, buche nelle strade ad ogni angolo, alberi che cadono, autobus in fiamme, metropolitane rese inaccessibili da scale mobili fuori uso, servizi pubblci da terzo mondo, municipalizzate decapitate e sull’orlo del fallimento e soprattutto tanta, tantissima corruzione – altro che “Onestà, onestà” –  Roma non è mai stata malgovernata come sotto la Giunta di Virginia Raggi che, anzichè un modello per il governo del Paese, è diventata l’emblema del disastro e del naufragio dei Cinque Stelle non solo a Roma ma sul piano nazionale.

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Non per caso mentre a Milano l’economia vola ed cresciuta del 18% nell’ultimo decennio, il Pil di Roma è ancora otto di 3 punti percentuali rispetto a quello precedente la Grande Crisi del 2007 e, sotto la Giunta Raggi, sembra vivere un declino inarrestabile dopo i fallimenti delle precdenti giunte Alemanno e Marino.

In preda al panico e alla disperazione per gli scandali a ripetizione, che hanno avuto il loro punto di non ritorno con l’arresto per corruzione di un pezzo da novanta come il presidente del Consiglio Comunale di Roma, Marcello De Vito, accusato di aver intascato tangenti per la realizzazione del nuovo stadio della Roma, e l’iscrizione sul registro degli indagati del braccio destro della Raggi, l’assessore allo Sport Daniele Frongia e l’ad di Acea, Stefano Donnarumma, i Cinque Stelle – che nella Capitale avevano già dovuto subire l’onta dello scandalo Lanzalone e della condanna a 3 anni e mezzo di Raffaele Marra per tangenti – non sanno come liberarsi del sindaco Raggi che moltiplica a livelli esponenziali la crisi di consensi che il Movimento di Di Maio accusa a livello nazionale per il naufragio della propria azione di governo. Anche se, con le elezioni europee alle porte, Di Maio l’ha nuovamente riabilitata rinviando il regolamento dei conti a dopo le europee, ammesso e non concesso che i processi non li facciano prima gli elettori, che – secondo tutti i sondaggi – sembrano orientati a voltare le spalle ai grillini alle prossime elezioni.

Nell’entourage di Di Maio lo sanno e c’è chi non nasconde che “il credito è finito, non c’è più alcuna aspettativa sulla Giunta Raggi, se non quella di arrivare alla fine senza altri scossoni” perchè finora la sua esperienza alla guida di Roma è  stata “una via crucis, un’esperienza desolante” soprattutto per i cittadini della Capitale, anche quelli che si erano ben guardati dal votarla.

Del resto, la Giunta Raggi è sempre vissuta in condizioni di assoluta emergenza e precarietà se solo si pensa che in mille giorni di amministrazione, tra dimissioni e rimozioni sono cambiati ben 10 assessori su 12: dagli assessori al Bilancio Marcello Minenna, Raffaele De Dominicis e Andrea Mazzillo, a quelle dell’Ambiente Paola Muraro e Pinuccia Montanari, dall’assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini, a quello del Commercio, Adriano Meloni e a quelli delle società partecipate, Massimo Colomban e Alessandro Gennaro.

Una Giunta senza pace e senza una bussola che doveva segnare una svolta nella vita della città e che invece passerà alla storia come una delle peggiori per l’incapacità del sindaco Raggi e dei suoi amministratori  e per l’inarrestabile corruzione che ha già segnato il presente e il futuro della Capitale e che ha buone probabilità di mandare definitivamente in archivio le tante illusioni di cambiamento dei Cinque Stelle.

In riferimento alle ultime vicende “la banda degli onesti a Cinque Stelle – ha sarcasticamente commentato sul Corriere della Sera Aldo Grasso – ha colpito ancora. Quasi tre anni di governo e altrettanti arresti eccellenti nel Comune di Roma”. Forse aveva proprio ragione Leo Longanesi quando scriveva – come ha richiamato alla memoria lo stesso Grasso – che “ci si conserva onesti il tempo necessario che basta per potere accusare gli avvesari e prendergli il posto”. Proprio così.

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Categories: Politica

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  • Bellissimo articolo dettagliato e preciso. Peccato che non vengano citati i 13 TREDICI miliardi di euro di debito lasciati dai precedenti amministratori, esperti, capaci, bravi e competenti che impediscono gli investimenti; che molti dei dirigenti comunali, trovati dalla giunta Raggi, siano sotto inchiesta; che la Procura della Repubblica stia indagando, per sabotaggio, su AMA ( rifiuti) e ATAC (trasporti); Uno splendido esempio, il vostro, non di informazione, bensì di PROPAGANDA.