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Cina, WhatsApp e Threads bandite dall’App Store di Apple: Pechino stringe la morsa sui giganti tech occidentali

Foto di Thomas Ulrich da Pixabay

Continuano le dispute tecnologiche tra Usa e Cina. In attesa di nuovi sviluppi sul ban di TikTok negli Stati Uniti, questa volta è Pechino a dettare nuove regole. Apple ha, infatti, dovuto rimuovere le applicazioni WhatsApp e Threads di Meta dal suo App Store cinese seguendo le istruzioni impartite dal Governo. Le due app di Zuckerberg non possono più essere scaricate sugli iPhone venduti in Cina.

La società di Cupertino ha dichiarato di aver ricevuto un ordine dall’autorità cinese per la rete e i dati, che ha citato “problemi di sicurezza nazionale” come motivo della rimozione delle due app. Stessa sorte è toccata anche ad altre due applicazioni social popolari in Occidente, Telegram e Signal.

Stretta ai marchi occidentali

L’ordine di rimuovere le quattro applicazioni, sebbene motivato da “problemi di sicurezza nazionale”, non è stato spiegato ufficialmente. Tuttavia, si ipotizza che possa essere collegato alle nuove regole di registrazione introdotte lo scorso agosto, che richiedevano a tutte le app disponibili in Cina di registrarsi entro la fine di marzo o rischiare la rimozione dagli store iOS e Android nazionali a partire dal primo aprile 2024. Questo fa parte di un trend più ampio di stretta del governo cinese su app e dispositivi occidentali.

Le quattro app rimosse non sono ampiamente utilizzate in Cina, dove a farla da padrone è WeChat di Tencent. Le app straniere come queste sono generalmente bloccate e utilizzabili con difficoltà sulle reti cinesi tramite la “Grande Muraglia”, il sistema di censura del paese. Si possono utilizzare solo tramite l’uso di una VPN (Rete privata virtuale) o altri strumenti di proxy. Coloro che le avevano già installate sui propri dispositivi Apple possono continuare a utilizzarle. A sorpresa, altre app di Meta come Facebook, Instagram e Messenger (applicazioni a cui si può accedere sempre solo tramite VPN) rimangono disponibili, insieme ad altre app popolari come YouTube e X.

Apple: “obbligati a seguire le leggi”

Apple, in una nota, ha confermato la rimozione delle app dallo store: “La Cyberspace Administration of China ha ordinato la rimozione di queste app dallo store cinese sulla base dei timori per la sicurezza nazionale. Siamo obbligati a seguire le leggi dei Paesi in cui operiamo, anche quando non siamo d’accordo”.

Nessun commento sull’accaduto, invece, da parte di Meta, Signal e Telegram. La Casa di Cupertino ha dichiarato che WhatsApp e Threads rimangono disponibili per il download su store alternativi, consentendo agli utenti cinesi di scaricare le app da App Store di altri paesi tramite un account iCloud locale. Le quattro app rimangono disponibili a Hong Kong e Macao, le due regioni amministrative speciali della Cina.

Non è la prima volta che Apple è costretta a rimuovere un app dal suo store. Nel 2017, l’azienda della Mela ha rimosso l’app del New York Times dicendo che violava le normative locali, in un contesto di crescente censura di Pechino delle notizie esterne. L’anno scorso, ha dovuto ritirare diverse app simili a ChatGPT poiché Pechino stava elaborando normative locali per i servizi di intelligenza artificiale generativa (IA).

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Categories: Tech