In Cina c’è uno squilibrio fra maschi e femmine. Aborti selettivi, per non parlare di peggio, hanno da anni portato a una popolazione dove il rapporto fra uomini e donne è sbilanciato a favore degli uomini. Il che vuol dire, demograficamente parlando, che ci sarà un certo numero di uomini che non potranno trovare una compagna (a meno di non scivolare nella poliandria). Ma c’è una soluzione. Quando una “materia prima” così importante non è sufficiente, basta importarla.
Così, specie nelle campagne, si è sviluppato questo peculiare mercato. Ma è emerso un problema. Yuan Xinqiang, 22enne, dalla contea di Quzhou, sposò in settembre una donna vietnamita, dopo che gli era stata presentata da Wu Meiyu, un’altra vietnamita che da vent’anni viveva in un villaggio vicino. Yuan pagò a Wu 105mila yuan (€ 13600) ed ebbe la sua sposa.
Wu ripeté l’operazione con altri scapoli del villaggio e di altri agglomerati vicini, e furono in tutto un centinaio le donne vietnamite sistemate nei nuovi focolari. Il problema è che improvvisamente Wu e cento spose sono scomparse, e la polizia di Handan, (provincia di Hebei) sta investigando.
Il solo parente di Wu, il suocero, dice che Wu è andata all’estero per sistemare i permessi di residenza delle donne, ma c’è chi (fondatamente) teme che Wu e le spose non torneranno più (come gli yuan pagati dai cento sfortunati e abbandonati mariti).