CINA, INTRODOTTI LIMITI ALLA PENA DI MORTE
Il governo cinese ha annunciato l’intenzione di rivedere nell’arco del 2014 il codice penale, per ridurre il numero di reati soggetti a pena di morte. L’ultima operazione del genere è stata fatta nel 2011, quando i legislatori tolsero 13 reati dal novero di quelli passibili di pena capitale.
Zang Tiewei, direttore del Dipartimento criminale della Commissione affari legislativi, ha dichiarato in una recente conferenza stampa che il governo ha raccomandato alle corti giudiziarie di applicare la pena di morte con molta cautela. Ha aggiunto quindi che tale pena dovrebbe essere riservata in futuro soltanto a reati estremamente gravi. Deng Hui, deputato dell’Assemblea nazionale del popolo e professore alla Jiangxi University of Finance and Economics, ha suggerito a sua volta che sarebbe opportuno abolire la pena di morte per i reati di tipo economico. “Questo genere di crimini” ha detto “sono diversi da quelli violenti. I primi mettono in pericolo la vita delle persone, mentre i secondi sono in massima parte violazioni contro la proprietà, di conseguenza dovrebbero avere punizioni differenti”. Ha inoltre aggiunto che per le frodi bancarie o di borsa, o per i crimini che turbano l’andamento dei mercati, la pena capitale è troppo pesante e, in sostanza, non necessaria. Intervenendo sulla questione, Wu Zongxian, professore di legislazione criminale alla Beijing Normal University, ha osservato che, senza ricorrere alla pena di morte, “è già sufficiente, per un truffatore, sottrargli in via definitiva la qualifica professionale per accedere al mondo degli affari”. In aggiunta – disquisisce ancora il professor Wu – il mantenimento della condanna a morte per i reati di tipo economico nuoce all’immagine della Cina, dal momento che nella grande maggioranza dei Paesi sviluppati per reati simili la pena capitale è stata già abrogata da tempo. Tutto questo però non vuol certo dire che la Cina sia prossima ad abbandonare la pena di morte. Lo ha detto chiaramente un altro criminologo, il professor Han Yusheng della Renmin University of China, affermando che “nel nostro Paese non è fattibile pensare di eliminare la pena di capitale; il massimo che si può realisticamente fare è ridurne il campo di applicazione”.
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Allegati: china daily