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Cina: industria al minimo da 6 anni, la Borsa affonda

Non si arresta la contrazione dell’industria cinese. A settembre l’indice Pmi manifatturiero semiufficioso (ma affidabile) elaborato da Caixin si è attestato a 47 punti, dai 47,3 di agosto, allontanandosi ulteriormente dalla quota 50, che marca il confina fra espansione e contrazione dell’attività. 

Si tratta del livello più basso da sei anni e mezzo a questa parte (marzo 2009). I dati, provvisori, diffusi oggi sono al di sotto delle aspettative degli analisti, che si aspettavano una risalita a 47,5 punti.

Non sono servite le rassicurazioni del presidente Xi Jinping, in visita in Usa, che ha ribadito l’impegno di Pechino nel proseguire con le riforme economiche.

Le Borse asiatiche hanno reagito malissimo: a pagare il conto più salato è stata la piazza di Hong Kong, con l’Hang Seng che ha toccato una perdita superiore al 3% in apertura degli scambi. 

Lo Shanghai Composite e lo Shanghai Shenzen Csi 300 viaggiano poco sotto al 2% di declino, mentre lo Shenzhen Composite, grazie alle small cap su cui negli ultimi tempi gli investitori sembrano puntare per fuggire dal sell-off che tocca soprattutto le blue chip, limita intorno al mezzo punto percentuale la sua perdita. 

Anche Sydney ha subito un colpo durissimo e l’S&P/ASX 200, segnando una flessione del 2,07% a fine seduta, è scivolato sotto quota 5.000 punti per la prima volta dal giugno 2013.

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