Il dilemma dei prezzi delle case in Cina – come sostenere l’economia ma non la bolla immobiliare
La politica economica del governo cinese è da mesi posizionata su uno stretto crinale. Da un lato bisogna rallentare la corsa dell’economia: le tossine che si formano nei periodi di boom prolungato devono essere espulse dall’organismo, e le più pericolose fra queste tossine sono le bolle immobiliari, come il mondo occidentale ha tristemente imparato in occasione della Grande recessione, innescata dagli eccessi del settore abitativo. Dall’altro lato, però, bisogna evitare che il rallentamento diventi una ritirata, che la bolla venga sgonfiata tutto d’un tratto con effetti deleteri per il settore finanziario e per l’effetto ricchezza negativo sulle propensioni alla spesa delle famiglie.
Il problema è che, mentre l’economia sta in effetti rallentando, i prezzi delle case, secondo gli ultimi dati, hanno ripreso a salire: il mese scorso un grande complesso immobiliare a Pechino ha venduto i suoi 1462 appartamenti in un giorno solo. Nelle 100 maggiori città cinesi i prezzi delle case sono saliti per il 14° mese consecutivo e hanno raggiunto, in media, 10347 yuan (€ 1185) al metro quadro. Nel solo mese di luglio nelle 10 maggiori città, incluse Pechino e Shanghai, i prezzoi sono saliti dell’1,34% rispetto a giugno.
É quindi probabile che le autorità cinesi manterranno le misure restrittive per quanto riguarda le condizioni di credito, e le quantità di credito, relative al settore immobiliare, anche a costo di un ulteriore rallentamento dell’economia.
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