Il consumatore cinese è al centro delle misure di sostegno pubblico recentemente annunciate che, secondo Allianz, dovrebbero affrontare ma non risolvere del tutto la crisi di fiducia. Le prospettive occupazionali sono ai livelli più bassi dall’inizio del 2023 e un giovane su cinque è disoccupato, dal momento che settori chiave come IT, immobiliare e finanza hanno ridotto le prospettive di assunzione.
Cina, la crisi del mercato immobiliare e gli interventi dello Stato cinese
Il mercato immobiliare è stato colpito da tassi di interesse reali vicini al 5%, che hanno frenato le prospettive per i nuovi acquirenti, ma hanno anche mantenuto elevato l’onere del debito per quelli esistenti. Di conseguenza, le recenti misure annunciate dalle autorità si concentrano su consumi, alloggi e finanziamenti, sebbene siano incrementali e lontane dai bazooka fiscali visti negli ultimi anni. Dovrebbero impedire un ulteriore peggioramento dell’attività economica, ma non si tradurranno in una ripresa solida e duratura della crescita.
Le autorità si sono mosse relativamente velocemente per affrontare il crollo del mercato immobiliare attraverso ulteriori misure di allentamento normativo per consentire agli acquirenti di seconde case di diventare acquirenti di case di primo livello e ridurre l’eccesso di abitazioni. Mentre l’attività edilizia sarà sostenuta dall’accelerazione della spesa per le infrastrutture, le prospettive nel settore residenziale rimangono deboli.
L’orientamento monetario è ancora lungi dall’essere restrittivo, con un effetto negativo netto di -0,5 punti percentuali sulla crescita.
I problemi economici stanno mettendo sotto pressione i mercati dei capitali cinesi. A causa di dati economici deludenti, bassa inflazione e persistenti vulnerabilità per gli sviluppatori immobiliari, le obbligazioni sovrane cinesi hanno registrato alcuni dei rendimenti più bassi degli ultimi 20 anni, con il 10 anni attualmente scambiato al di sotto del 2,7%. Anche se quest’anno gli analisti non prevedono rendimenti scendere al di sotto del 2,5%, permangono rischi al ribasso.
Questo contesto di rendimenti relativamente bassi sta contribuendo alla pressione al ribasso sullo yuan cinese, dal momento che le principali economie come gli Usa hanno rapidamente aumentato i tassi di interesse negli ultimi 18 mesi.
Dall’inizio del 2023 i prezzi al consumo e alla produzione hanno registrato una tendenza deflazionistica. L’indice dei prezzi alla produzione cinese è sceso del -4,4% a/a a luglio, mentre l’inflazione è diventata negativa per la prima volta dall’inizio del 2021. Allianz prevede un’inflazione in Cina pari a una media del +0,4% nel 2023 e del +1,7% nel 2024.
Cina: il settore manifatturiero e le prospettive d’autunno
E con il processo di riduzione delle scorte nel settore manifatturiero alle spalle, ci si aspetta una moderata ripresa della produzione e nuovi ordini in autunno. Inoltre, le prospettive per la domanda esterna sono meno deteriorate dal momento che la crescita dei salari reali sta diventando positiva nelle economie avanzate. Tuttavia, i beni industriali continueranno a risentire delle basse prospettive di investimento all’estero.
Nel complesso, si prevede una crescita del PIL del +5,3% nel 2023 e +4,7% nel 2024. Nel 2023, la maggior parte della revisione al ribasso deriva da una minore crescita di consumi privati, investimenti e importazioni. Come se, dopo la pandemia, le principali economie abbiano ridotto la propria dipendenza dal consumatore cinese.