La crisi dell’Eurozona farà rallentare anche la Cina. Lo sostiene Barclay’s, che ieri sera ha tagliato le stime di crescita sul Pil di Pechino per il 2012 dal +8,4 al ‘8,1%. Secondo l’istituto inglese, il gigante asiatico inizierà la frenata già dal quarto trimestre di quest’anno, che si chiuderà con un Pil in crescita dell’8,3%, in forte calo rispetto al +9,1% registrato nel terzo trimestre del 2011. Il valore scenderà ancora al +7,8% all’inizio del nuovo anno.
Il calo degli investimenti sarà il primo fattore di rallentamento dell’economia, ma i consumi continueranno a rappresentare un “fattore di stabilizzazione”. Inoltre i prezzi al consumo caleranno fino al 3,2%, rispetto al 5,5% stimato per quest’anno. Gli analisti anticipano infine che la Banca Centrale Cinese taglierà i requisiti di riserva obbligatoria delle banche almeno 4 volte prima della fine del 2012.
Il Governo cinese non è però d’accordo con l’analisi di Barclay’s. Secondo la National Development and Reform Commission, l’economia del Paese crescerà nel 2012 dell’8,7% circa, mentre l’inflazione dovrebbe attestarsi attorno al 4%.
Restano fiduciosi anche gli analisti di Standard & Poor’s, che hanno confermato il rating cinese al livello “AA-“, con outlook stabile. Ma non basta. L’agenzia americana ha aggiunto che il gigante asiatico potrebbe ricevere anche un upgrade se riformasse il proprio debito sul mercato dei capitali e concedesse più flessibilità al proprio tasso di cambio.
Lunedì anche l’agenzia di rating cinese Dagong Global Credit Rating aveva confermato la Tripla A, con outlook stabile.