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Cina amara per il Bitcoin: anche Alibaba li vieta

Il gruppo cinese annuncia che dal 14 gennaio non sarà possibile fare scambi con moneta virtuale nella sua galleria di vendite Taobao – La decisione arriva dopo i veti ordinati da Pechino – La decisione non ha fatto nuovamente crollare il valore della moneta, che ormai da mesi ha un andamento più simile a quello di un ottovolante

Cina amara per il Bitcoin: anche Alibaba li vieta

Libero scambio forse, ma sicuramente non di monete virtuali. La Repubblica popolare continua ad essere sempre più ostile al Bitcoin. Dopo le restrizioni poste dal governo, arriva l’annuncio di Alibaba, il gigante mondiale del commercio online che viene dall’oriente: la piattaforma, a partire dal 14 gennaio, vieterà la vendita o l’acquisto tramite monete virtuali nella sua vetrina Taobao, una specie di Amazon cinese.

Il gruppo cinese, in realtà, sta semplicemente mettendo in pratica quanto ordinato già a dicembre da Pechino: una mossa che aveva fatto crollare il valore del Bitcoin. Taobao fa sapere tramite il suo sito internet che “si conformerà alle leggi dello stato, incluse le nuove regole che vietano lo scambio online con monete virtuali come Bitcoin o Litecoin”.

La decisione non ha fatto nuovamente crollare il valore della moneta, che ormai da mesi ha un andamento più simile a quello di un ottovolante, perennemente in bilico tra successo e veti. Il Bitcoin ha infatti nuovamente infranto la barriera del 1000 dollari lunedì, dopo che Zynga, una società specializzata nello sviluppo di videogiochi con sede in San Francisco, ha deciso di accettare la moneta virtuale per alcuni pagamenti.

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