Prende il via oggi a Pechino una tre giorni del meeting del Partito Comunista cinese. La riunione – l’ultima prima del Congresso che porterà al rinnovo della leadership del paese nell’autunno prossimo – si sta svolgendo in un clima di massima segretezza tra i vertici del Partito e tratterà essenzialmente degli indirizzi dell’economia cinese per il 2012.
La crisi economica e finanziaria che sta attraversando le maggiori potenze mondiali colpisce di traverso anche la Cina, seconda economia del pianeta. Il contesto attuale è quello di un forte rallentamento della sua crescita, causato principalmente dalla flessione del commercio con l’estero: Usa e Ue, principali mercati di sbocco della Cina, dovendo fronteggiare la congiuntura economica internazionale negativa, non riescono più ad assorbire parte consistente dell’offerta asiatica.
In un rapporto del novembre 2011 della Renmin University of China, con sede a Pechino, viene data una previsione di crescita del PIL cinese al 9,2% nel 2012, in calo rispetto al 9,4% di quest’anno. In particolare, il prodotto del terzo trimestre 2011 ha rallentato rispetto ai due precedenti, generando così le politiche monetarie restrittive volte al contenimento dell’inflazione. Quest’ultima, sempre secondo le previsioni della Renmin University, si dovrebbe attestare nel 2012 ad un livello annuale del 3,3%.