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Cieli bui: il Governo spegne i lampioni

Fa discutere, e anche un po’ sorridere (si ride per non piangere, si sa), a partire da quel nome, “Cieli bui”, che sembra più che altro una minaccia sussurrata, uno dei provvedimenti contenuti nella legge di stabilità approvata dal Governo.

“Cieli bui”, proprio così, perchè nella bozza del Dl si prevede che vengano “stabiliti degli standard tecnici per lo spegnimento dell’illuminazione ovvero suo affievolimento, anche automatico, attraverso appositi dispositivi, durante tutte o parte delle ore notturne”. L’idea, in soldoni, è quella di ottimizzare la spesa tenendo spenti i lampioni di notte, previa “individuazione della rete viaria ovvero (e qui, sull’abuso della congiunzione “ovvero” nelle comunicazioni governative ci sarebbe da discutere) delle aree, urbane o extraurbane, o anche solo di loro porzioni, nelle quali sono adottate le misure dello spegnimento o dell’affievolimento dell’illuminazione, anche combinate fra loro”.

Questo è quanto. Vista da qui parrebbe un’operazione strana, questa, dal nome (anche se c’è chi fa giustamente notare che chi c’era prima magari l’avrebbe definita, in spregio alla verità, “operazione cieli stellati”) in giù, e dimezzata, un’arma spuntata brandita senza un’effettiva convinzione, perchè se è vero che risparmiare sull’illuminazione, anche se non si è ancora detto nulla sull’entità di questo risparmio, può essere cosa buona e giusta, forse si poteva fare qualcosa di più e di meglio.

Aldilà degli allarmi, peraltro giustificati, relativi alla questione della sicurezza sulle strade, e all’impatto che potrebbe avere lo spegnimento dei lampioni, in particolar modo per pedoni e ciclisti, stupisce che il bisogno di efficienza energetica dell’Italia si esaurisca così, in un bislacco progetto di decrescita felice, quasi come una boutade, nel buon vecchio “spegni la luce quando esci”, riadattato per l’occasione, che ogni madre decente, da che mondo è mondo, rivolge al suo figlio più distratto. 

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