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Ciclone Del Vecchio su Milano, ma sui Btp la Grecia batte l’Italia

La svolta nella finanza italiana innescata da Del Vecchio e rafforzata dall’uscita di Unicredit da Mediobanca piace al mercato, ma il Tesoro deve offrire rendimenti più alti della Grecia per collocare i Btp

Ciclone Del Vecchio su Milano, ma sui Btp la Grecia batte l’Italia

Accordo sì, accordo no. L’altalena di notizie sulle trattative tra Cina e Usa sta stressando i mercati finanziari, che, vicini ai massimi, pensano ad incassare i profitti prima del rush di fine anno. Da Pechino arriva la notizia che le parti si sono ormai accordate per procedere alla firma del primo capitolo dell’accordo il 15 dicembre. L’agenzia Xinhua anticipa anche che cadranno i divieti cinesi sull’importazione di pollame. Ma la gelata arriva dagli Usa: per il Wall Street Journal, lo staff della Casa Bianca è restio a firmare un documento che ha il sapore della resa rispetto agli obiettivi sperati. Ma Donald Trump ha bisogno di un successo per lanciarsi nella campagna elettorale che si annuncia difficile: Michael Bloomberg fa sapere che “sta pensando seriamente” di sfidare il presidente.

TOKYO DEBOLE, HONG KONG VERSO NUOVI SCONTRI

Tokyo si avvia a chiudere la settimana in lieve rialzo (+0,1%). In ribasso Hong Kong (-0,7%) alla vigilia dl un weekend che si annuncia rovente: nella notte è morto uno studente ricoverato per le ferite durante gli scontri con la polizia. In lieve rialzo Shanghai (+0,2%).

Il cambio dollaro yuan è sui minimi da inizio agosto, a 6,98, dopo la pubblicazione di alcuni dati sugli scambi commerciali della Cina a ottobre. Le esportazioni sono scese dello 0,9% anno su anno, in miglioramento dal -3,2% di settembre e meglio delle aspettative (-3%). In calo del 6,4% le importazioni, contro il -8% del consensus.

Seduta positiva per Wall Street, spinta da media e chip: Dow Jones +0,66%, S&P 500 +0,27%, Nasdaq +0,28%.

CHIP E LUSSO ALLE STELLE, CROLLA EXPEDIA

In evidenza Qualcomm (+8%): dai conti è emerso che il produttore di chip ha retto bene all’embargo verso i clienti cinesi.

Nel lusso vola Ralph Lauren (+14,7%). In caduta libera invece il portale dei viaggi Expedia (-27,4%).

A dominare la scena sono stati i conti di Walt Disney, protagonisti della seduta, in orbita dopo l’annuncio dei conti a seduta chiusa: il colosso dell’entertainment s’avvia a debuttare nello streaming in ottima forma: 19,1 miliardi di dollari di utili nel trimestre, ovvero 1,07 dollari per azione (contro 0,95 previsti). Nel dopo il titolo è schizzato su del 5,29%.

FRENA L’ORO, IN RITIRATA I BOND IN USA E GIAPPONE

Prosegue la ritirata dai beni rifugio: l’oro tratta a 1.468 dollari l’oncia, sui minimi degli ultimi tre mesi. Il Bond decennale del Giappone perde valore, il suo rendimento sale a -0,07%, livello che non si vedeva da maggio.
Il Treasury Note a dieci anni si porta all’1,91%.

Debole il petrolio Brent, che tratta a 62,1 dollari il barile, in calo dello 0,4%: su questi livelli, la settimana si chiuderebbe con un rialzo dello 0,8%.

L’Italia continua a far notizia. Piace ai mercati la svolta della finanza ben illustrata dal ciclone Del Vecchio, in movimento su Mediobanca, Generali e perfino Salini Impregilo. Ma lo stato drammatico del Bel Paese, dall’Ilva al prossimo, probabile shock dell’Alitalia, è sintetizzato dal segnale simbolico, drammatico quanto inatteso, in arrivo dal fonte del debito. 

BTP: ITALIA DIETRO AD ATENE, CHE VEDE IL QE

Grecia batte Italia. Il risultato clamoroso si è registrato ieri sul mercato dei titoli di Stato. Il rendimento del Btp decennale è risalito per un breve periodo all’1,16% (1,11% in chiusura) in linea con la maggior propensione al rischio degli operatori, sorpassando gli hellenic bond, scesi all’1,10% in scia al rally innescato dalla promozione a di Standard & Poor’s a BB-, che comunque lascia Atene ancora nel purgatorio dei junk bond. Il sorpasso dei titoli greci, il primo dai 2008, nasce proprio dalla scommessa di una promozione nel giro degli investment grade, che consentirebbe di entrare nel giro dei titoli acquistabili dalla Bce.

LA FRANCIA SOPRA LO ZERO, ALL’ASTA BOT PER 5,5 MILIARDI

Grandi oscillazioni anche nell’Europa “core”, a fronte del ritorno della propensione al rischio. Il Bund tratta a -0,24%, il differenziale di rendimento Italia-Germania sul tratto decennale vale 141 punti base dai 135 dell’ultima chiusura. L’Oat decennale della Francia è tornato ad avere un rendimento superiore a zero, come a metà luglio.

Il Tesoro offrirà il12 novembre 5,5 miliardi di Bot a 12 mesi.

ITALIA E GERMANIA IN FRENATA, MA BORSE RECORD

L’economia italiana annaspa, come emerge dalle previsioni della Commissione Europea. Eppure, se il 2019 terminasse su questi livelli, si tratterebbe dell’anno più brillante dall’ormai lontano 1998 per Piazza Affari. Anche la Germania soffre, come dimostra il nuovo calo della produzione industriale (-0,6% in settembre). Ma Francoforte (+0,8%) ha chiuso a meno di due punti percentuali dal record storico. Le Borse, alimentate dalla liquidità abbondante e dall’attesa della sospirata pace sui dazi, continuano a sfidare le leggi di gravità finanziaria, anche grazie alla “droga” della piccola rivoluzione sul fronte delle banche che ha investito Piazza Affari. Le borse europee guadagnano così terreno per la quinta sessione di fila, toccando i massimi da quattro anni.

Milano (+0,56%) è stata al centro dei riflettori dopo il collocamento della partecipazione di Unicredit in Mediobanca nel tardo pomeriggio di mercoledì.

Chiudono in verde anche gli altri listini sulla scia di Francoforte (+0,81%): Parigi +0,41%; Madrid +0,49%; Londra +0,14%.

“L’economia italiana si è bloccata all’inizio del 2018 e non mostra ancora segni di una ripresa significativa. Nel 2020 la crescita è destinata a riprendersi modestamente a seguito della crescente domanda esterna e della moderata spesa delle famiglie, sebbene quest’ultima sarà parzialmente attenuata dall’indebolimento del mercato del lavoro”. Le previsioni economiche della Ue non offrono grandi motivi di conforto per il Bel Paese, che comunque quest’anno non corre il rischio di una bocciatura. Per il 2020 si prevede un deficit/Pil al 2,3%, contro il 2,2% indicato nella legge di Bilancio dal governo italiano. Pesa una crescita vista al ribasso allo 0,4%, rispetto allo 0,7% delle stime precedenti. Italia fanalino di coda della Ue, male anche la Germania.

UNICREDIT: BOOM VERSO IL BUY BACK

Si scalda il crocevia della finanza italiana. Unicredit si sfila da Mediobanca, Leonardo Del Vecchio stringe la sua presa su piazzetta Cuccia e trova modo anche per aprire un altro dossier entrando nell’aumento di Salini Impregilo.

Ecco in estrema sintesi il riassunto di una giornata memorabile.

Unicredit +5,6%. Il gruppo bancario ha venduto, con una procedura accelerata, il suo 8,4% di Mediobanca, in calo del -1,5%, ad un prezzo di 10,54 euro. La stessa Unicredit ha poi comunicato di aver chiuso il terzo trimestre con margine di interesse e commissioni in linea con il trimestre precedente: 2,55 miliardi di euro il primo e 1,56 miliardi le seconde. Utile operativo a 2,25 miliardi di euro, in rialzo del 6% anno su anno, grazie al trading (+30% a 378 milioni di euro) e a un basso costo del rischio. A spingere il titolo anche la prospettiva di un buy back.

DEL VECCHIO: SALE IN MEDIOBANCA, PREME SU GENERALI…

Generali +3,7%. Leonardo Del Vecchio ha aumentato la sua quota in Mediobanca, poco sotto il 10%, acquistando circa il 2,5% nel placement completato ieri da UniCredit.

La compagnia ha chiuso i primi nove mesi con una crescita degli utili in linea con le attese del mercato, ma soffre un calo del Solvency ratio a causa di cambiamenti regolamentari già annunciati nei precedenti trimestri e dei bassi tassi di interesse.

 …E SCOMMETTE SU SALINI IMPREGILO

“Sono particolarmente contento della partecipazione all’aumento di capitale di Leonardo Del Vecchio, fondatore e presidente di Luxottica e presidente esecutivo del colosso Essilorluxottica, primario imprenditore italiano di successo con profilo internazionale”, così Pietro Salini ha salutato la partecipazione dell’uomo più ricco d’Italia all’operazione (600 milioni) di aumento di Salini (-2%).

CORRE ANCHE MEDIOLANUM, SOLIDALE CON NAGEL

Da segnalare tra i finanziari anche le performance di Banco Bpm (+0,8 dopo i conti) e di Ubi Banca (+2,4%).

Credito Valtellinese (+3,4%) chiude i primi nove mesi con utili triplicati e conta di accelerare sulla cessione dei non performing loan prevista dal piano anche in anticipo rispetto al target fissato a fine 2020.

Grande effervescenza anche nel gestito. Banca Mediolanum avanza del 5,9% dopo i conti. Ennio Doris, ad una domanda su una possibile fusione con Mediobanca, ha risposto: “Un’operazione che avrebbe senso, ma non è tra i nostri obiettivi”.  

Azimut +3,3%. Fitch ha posto i rating in watch negativo e ha assegnato un rating ‘expected’ di ‘BBB-‘ al bond senior unsecured dell’ammontare indicativo di 500 milioni annunciato ieri e che vuole emettere.

Poste italiane -1,5%: Kepler Cheuvreux taglia il giudizio a Hold da Buy.

TIM, ALLEANZA CON GOOGLE NELLE NUVOLE

Ieri sera Tim ha diffuso i conti delle attività italiane: ricavi in calo dell’8%, peggio del previsto, mentre l’utile lordo ha centrato le stime del consensus (-7%). La sorpresa positiva è il debito, sceso più del previsto. La società ha alzato il velo su una serie di iniziative, tra cui un’alleanza con Google nel cloud e lo sbarco in Borsa dei centri per la gestione dei dati.

FRENANO LE UTILITY, ANCORA RECORD NEL LUSSO

Brembo (+1,8%) ha archiviato i primi nove mesi del 2019 con ricavi pari a 1,97 miliardi di euro, in calo dell’1,4% su base annua (2 miliardi nello stesso periodo dello scorso anno). A parità di perimetro, i ricavi sarebbero diminuiti dello 0,9%.

Le utility accelerano la discesa: Enel -2%, Snam -1,8%, Terna -2%.

Nel settore lusso, Moncler (+3,5%) in linea al nuovo record storico di Lvmh a Parigi.

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