Un autentico parterre de roi. Ecco come si presenta il lotto degli iscritti al Giro di Lombardia, classicissima d’autunno che di fatto chiude la stagione del grande ciclismo. Ci saranno tutti i grandi nomi del pedale per un’ideale rivincita, ad appena sette giorni di distanza, del mondiale di Firenze che ha incoronato a sorpresa il portoghese Rui Costa facendo versare lacrime amare a Joaquin Rodriguez, che proprio al Lombardia dell’anno scorso colse una delle sue più belle vittorie, staccando tutti sotto il diluvio e arrivando in solitudine al traguardo di Lecco. E Purito è anche questa domenica uno dei grandi favoriti della corsa delle foglie morte.
Dovrà vedersela con un cast di rivali, che come Contador e Gilbert vedono nel Lombardia l’ultima occasione per salvare una stagione del tutto incolore e deludente. Anche Valverde, dopo tanti piazzamenti – terzo al Tour e al Mondiale – è sempre in cerca di un successo per togliersi la fama di eterno piazzato che l’accomuna a Rodriguez secondo al Tour e al Mondiale (per non ricordare il Giro d’Italia 2012 perso negli ultimi metri della cronometro di Milano battuto da Ryder Hesjedal, una meteora canadese che dopo allora si è subito spenta).
Ma il Lombardia – che Fausto Coppi vinse ben cinque volte detenendo tuttora il record di vittorie – è un appuntamento che fa sempre gola anche a chi ha già vinto tanto nella stagione che si sta per chiudere. E’ il caso di Nibali che con un successo cancellerebbe un settembre meno dolce tra Vuelta e Mondiale del maggio del suo trionfale Giro d’Italia. E’ il caso anche di Chris Froome, il corridore ritenuto oggi il più forte del lotto, dominatore assoluto del Tour, che dovesse avere la gamba di luglio potrebbe fare sfracelli sulle tante salite disseminate nei 242 km del percorso: si comincia dopo 80 km con il valico di Valcava – 11 km con una pendenza media del 7,7% e punte del 17% – per poi, una volta superato il Colle di Brianza, arrivare al clou della corsa: il Muro di Sormano, che Vincenzo Torriani volle introdurre negli anni Sessanta ma che poi venne soppresso perché i corridori praticamente lo scalavano a piedi o in un festival di spinte.
Reintrodotto l’anno scorso, il muro tanto temuto ma troppo distante dal traguardo, non fece selezione, ma i suoi 2 km di ascesa con picchi fino al 27% sono sempre uno spettacolo anche se all’arrivo mancano ancora oltre 80 km. Tanto più che scollinata la Colma di Sormano a 1124 metri di altitudine i corridori affronteranno una discesa che in caso di pioggia è tra le più insidiose. Ne sa qualcosa a sue spese il belga Gilbert che in una curva ruzzolò per terra strappando la sua maglia iridata appena conquistata a Valkenburg.
Quarta ascesa della giornata, dopo aver costeggiato il Lago di Como fino a Bellagio è la Madonna del Ghisallo (14 km con una pendenza media del 6,2%) . Nella sua discesa l’anno scorso a cadere fu anche Nibali giocandosi ogni possibilità di vincere la corsa. Lo Squalo, leader assoluto dell’attuale ciclismo azzurro, ci riproverà quest’anno, magari attendendo per lo scatto decisivo l’ultima salita di giornata, quella di Villa Vergnano, non lunga – appena 3,2 km – ma con pendenze massime anche del 15% che dopo una corsa certamente massacrante si faranno sentire sulle gambe dei corridori: fu qui, ad appena 14 km dall’arrivo, che l’anno scorso Rodriguez spiccò il volo finale verso Lecco.
Un percorso che di fatto sembra fatto apposta per esaltare i big, un’elite di stelle di cui ormai fanno parte anche Peter Sagan – sempre alla ricerca comunque della grande vittoria in una classica monumento- e lo stesso Rui Costa, dopo quanto fatto vedere al Tour (due vittorie) e sul circuito mondiale di Fiesole. Sotto esame per entrarvi c’è anche Nairo Quintana, leader indiscusso del nuovo ciclismo colombiano forte anche di Uran e Betancur, un grimpeur purosangue che potrebbe staccare il biglietto di ingresso nel club dei big in caso di un successo al Lombardia dopo il prestigioso secondo posto al Tour dietro al marziano Froome.