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Cibo e salute, l’Italia studia il microbiota

Centoquattordici progetti realizzati da 61 tra università e centri di ricerca distribuiti in 14 regioni d’Italia: sono i primi importanti risultati del bando di ricerca Cibo, Microbiota e salute, realizzato dalla storica Accademia di Medicina di Torino e da Beni di Batasiolo, una delle aziende vitivinicole delle Langhe. Pubblicato a febbraio, al bando per due premi di ricerca da 40 mila euro hanno risposto 114 gruppi di ricercatori italiani, di varia estrazione specialistica (clinici, biologi, informatici, ingegneri, veterinari).

I progetti sono stati dunque esaminati da una commissione composta da 14 ricercatori, soci dell’Accademia di Medicina di Torino, che ha selezionato i 23 progetti migliori provenienti dalle maggiori Università e Centri di ricerca italiani (Roma, Milano, Torino, Piemonte Orientale, Firenze, Parma, Perugia, Napoli, Brescia, Padova, Pisa) e lo scorso 23 luglio le ricerche sono state presentate nel corso del Microbiota and Nutrition day, una giornata di approfondimento e cultura sulla relazione tra cibo e salute, organizzata al Boscareto Resort & Spa, nel cuore delle colline di Langa, patrimonio dell’umanità Unesco. I due progetti vincenti, che si aggiudicheranno il bando, saranno annunciati in autunno.

IL MICROBIOTA

Ma che cos’è il microbiota e di che cosa si è discusso? Non tutti sanno che nell’intestino albergano fino a un milione di miliardi di organismi unicellulari, un numero 10 volte superiore a quello di tutte le cellule del corpo umano, in prevalenza batteri, che costituiscono il Microbiota Intestinale, già noto come Microflora batterica intestinale. I batteri mantengono con l’ospite uno stretto rapporto simbiotico e non sono distribuiti in maniera omogenea: sono relativamente pochi nello stomaco e nel duodeno, mentre nel digiuno e nell’ileo raggiungono i dieci milioni per grammo e nel colon si possono contare da cento a mille miliardi di cellule batteriche per grammo.

Questa imponente popolazione batterica è stata oggetto negli ultimi anni e in tutto il mondo di numerose ricerche i cui risultati sono stati pubblicati in moltissimi lavori che hanno indagato il suo ruolo sulla salute umana: i dati che sono stati ottenuti indicano che in presenza di un microbiota “sano” molte malattie tardano a manifestarsi, mentre, al contrario, quando i batteri non godono di buona salute, è favorita la comparsa di numerose malattie, in particolare di quelle croniche e degenerative molto frequenti negli anziani, ma anche di quelle neonatali, tutte in grado di pregiudicare la salute e la qualità di vita.

Il bando di ricerca ha messo in palio dall’Accademia di Medicina di Torino e da Beni di Batasiolo un consistente finanziamento a supporto di studi che chiariscano il ruolo tra Microbiota, cibo e salute. Gli argomenti presi in esame dai 23 progetti che si contenderanno il premio di ricerca sono estremamente disomogenei, in quanto moltissime sono le malattie che si possono manifestare a seguito di un’alterazione del Microbiota: considerando che la salute è direttamente correlata con la qualità del cibo introdotto, la maggior parte dei contributi prende in esame gli effetti di alcuni alimenti, mentre alcuni si focalizzano sul ruolo del Microbiota in specifici stati patologici, come le malattie del Sistema nervoso centrale, le malattie orali e intestinali, quelle cardiovascolari, polmonari, in rare malattie genetiche, oppure sulla salute del neonato.

L’IMPORTANZA DI UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE

“La quantità – ha commentato Giancarlo Isaia, presidente dell’Accademia di Medicina di Torino -, ma soprattutto la qualità dei progetti ricevuti evidenzia come il tema scelto dall’Accademia di Medicina in accordo con Beni di Batasiolo abbia generato molte aspettative, espressione da un lato della modernità dell’argomento Microbiota, dall’altro della carenza di finanziamenti pubblici o privati per la ricerca scientifica. I progetti presentati sono caratterizzati da un ottimo livello scientifico, gli approcci proposti utilizzano i più moderni supporti tecnologici, le metodologie prospettate sono razionali e l’esperienza dei ricercatori, documentata dalla loro produzione scientifica, è mediamente di elevato livello. Per questo motivo si può ritenere che i risultati attesi potranno generare non soltanto sviluppi importanti per affrontare più adeguatamente, soprattutto attraverso una corretta e sana alimentazione, i problemi di salute della popolazione in generale e degli anziani in particolare, favorendo un invecchiamento di successo, ma anche ricadute di tipo economico connesse all’introduzione di nuove tecnologie ed allo sfruttamento di brevetti”.

“Quando l’Accademia di Medicina di Torino ci ha prospettato l’idea di istituire un premio per la ricerca medica sul microbiota – ha invece detto Valentina Dogliani, vice presidente Batasiolo SPA – e cioè sui fattori determinanti che mettono in relazione il cibo (e quindi anche il vino) con la salute, abbiamo subito capito che si trattava della forma ideale di investimento per un processo produttivo nuovo e qualificante in campo vinicolo.La Batasiolo è prima di tutto un’azienda che ha la responsabilità di garantire prodotti assolutamente sicuri e qualitativamente ineccepibili. E tutto questo si ottiene attrezzandosi con le tecnologie adeguate dalla vigna alla bottiglia. Non a caso Batasiolo ha attivato grandi investimenti per la produzione, come per esempio nuovi impianti di pigiatura, tavoli di cernita per la scelta manuale dell’uva, sistemi di vinificazione e macerazione dove tutto è controllato elettronicamente dalla temperatura ai rimontaggi e permette nei casi opportuni l’eliminazione dei vinaccioli. Anche in barricaia si è badato ad un risultato estetico gratificante, ma soprattutto a condizioni di controllo di temperatura e umidità costanti ed appropriate. Il nostro aiuto alla ricerca scientifica sul microbiota va nella stessa direzione, anzi viene prima di tutto: dalla medicina ci attendiamo precise indicazioni per operare allo scopo di elevare sempre di più la qualità dei nostri vini. É una caratteristica che ogni industria seria e avanzata deve porre al proprio lavoro”.

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