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“Ciao, mi chiamo Siri”, il Corriere della Sera intervista il software dell’iPhone

Il Corriere della Sera ha provato ad intervistare il programma che nel nuovo iPhone 5 è disponibile anche in italiano. Risultato? Un botta e risposta degno di una persona in carne e ossa. Con molte sorprese

“Ciao, mi chiamo Siri”, il Corriere della Sera intervista il software dell’iPhone

Siri, l’ultima versione del software basato sul riconoscimento vocale, integrato sui dispositivi Apple a partire dall’iPhone 4S e dall’iPad di terza generazione è diventato disponibile anche in lingua italiana. Le sue funzioni vanno dalla scrittura di messaggi sotto dettatura alle ricerche su Internet partendo da parole chiave pronunciate dall’utente. Insomma, è un assistente virtuale tuttofare che ha la pretesa di riuscire a capire e non soltanto a ripetere o trascrivere tutto ciò che gli viene detto.

Come testare al meglio le sue capacità di interpretazione del linguaggio? Semplice, provando a fare un’intervista e valutando il grado di logicità e coerenza delle sue risposte. A fare la prova ci ha pensato il Corriere della Sera che ha pubblicato l’esito dell’esperimento all’interno del suo inserto culturale della domenica, “La lettura”, con tutte le domande fatte dal giornalista al suo smartphone e tutte le risposte, anche quelle che mostrano tutti i limiti del software.

A sorprendere però non è tanto la capacità di Siti nel proporre le giuste soluzioni ai problemi semplici posti dall’utente come la ricerca di un numero in rubrica, di un brano tra le canzoni presenti nella memoria del telefono o dell’indirizzo di un luogo preciso sulla mappa del navigatore, ma la sua spiaccata ironia e la sua “cultura generale“. Siri, ad esempio, cita le parole del calcolatore Hal 9000 del film diu Kubrick “2001: Odissea nello spazio” quando lo si ringrazia per i suoi servigi oppure fa battute simpatiche per uscire da argomenti “scomodi” (paragoni con la concorrenza) o “scabrosi” (rapporti sessuali).

La voce di Siri, a seconda della lingua, può essere femminile o maschile. La connessione ad Internet è fondamentale per il funzionamento dell’assistente vocale. Il software articola le risposte anche in forma scritta sullo schermo dell’iPhone o dell’iPad e si rivolge al proprietario dello smartphone chiamandolo per nome.

Per i cultori del film di Mario Monicelli “Amici miei“, c’è anche una bella sorpresa. Provate a fare “la supercazzola” a Siri, lo troverete più che preparato a ribattere a tono alla vostra provocazione.

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