Europa debole e Wall Street volatile: a dominare i mercati finanziari oggi è stata l’incertezza sul ritmo con cui la Fed proseguirà sulla strada di una stretta monetaria, mentre alcuni risultati trimestrali hanno deluso.
Scendono i prezzi del gas dopo l’accordo europeo. Euro stabile a 97 centesimi contro dollaro.
Milano in rosso nel giorno dell’incarico a Meloni, spread stabile in attesa del rating di S&P
In chiusura Piazza Affari è in ribasso dello 0,62% (21.567 punti base), in una giornata storica per l’Italia, con Giorgia Meloni che è salita al Quirinale nel pomeriggio, prima donna a ricevere l’incarico di formare un nuovo governo. La leader del centrodestra ha accettato l’incarico e presentato la lista dei ministri. Giancarlo Giorgetti è all’Economia.
A pesare sul principale indice milanese sono state le prese di profitto nell’ultimo giorno della settimana e forse il nervosismo per il giudizio sul debito sovrano che S&P emetterà in serata. In ogni caso è stabile lo spread (234 punti base), benché non si allentino le pressioni sui titoli di Stato del blocco e i rendimenti salgano: +4,77% (da 4,72) per il Btp decennale benchmark e +2,43% (da 2,4) per l’omologo tedesco. Le lancette dell’orologio, per il Btp, sono tornate indietro di una decina d’anni.
Le vendite hanno colpito anche i titoli di Stato inglesi, dopo l’addio di Liz Truss e il ritorno in campo, con aspirazioni da premier, di Boris Johnson. S’indebolisce la sterlina e il FTSE 100, il principale indice della Borsa di Londra, guadagna lo 0,47%. S&P rivedrà questa sera anche il rating del Regno Unito.
Nel resto d’Europa è piatta Amsterdam, mentre Parigi cede lo 0,85%, appesantita dalle vendite sui titoli del lusso, dopo la trimestrale deludente di Kering (-3,27%) vista ieri. Sul Cac 40 arretra anche Vivendi (-3,35%), principale azionista di Telecom (+0,21% a Milano) con un aumento dei ricavi trimestrali, ma un rallentamento della sua unità di pay-TV Canal+.
Madrid perde l’1,1%, Francoforte -0,29%. Tra le trimestrali del giorno Adidas -9,04%, che ha tagliato le previsioni per l’intero anno, citando una domanda più fragile.
Wall Street ad alta volatilità
Oltreoceano Wall Street non trova pace e ha cambiato segno più volte, nella speranza che la Fed tolga il piede dall’acceleratore a dicembre. La tempesta emotiva alla base di questi cambiamenti d’umore sarebbe infatti dovuta a un articolo del Wall Street Journal, secondo il quale tra i banchieri della Fed comincerebbe infatti a circolare l’opinione che sia il momento di rallentare il passo della stretta per non causare troppi danni all’economia. La discussione sarà aperta al prossimo incontro del primo e due novembre, quando comunque dovrebbe essere deciso il quarto rialzo consecutivo di 75 punti base per cercare di frenare l’inflazione.
Il sentiment è scosso inoltre da alcune trimestrali, come quella di Snap che perde oltre il 30% dopo aver annunciato un rallentamento della crescita dei ricavi nel terzo quarto dell’anno, senza fornire alcuna guidance. Scendono American Express 5,1% e Verizon 4,6%, nonostante trimestrali superiori alle attese. Tesla è stabile, mentre Twitter è in rosso, a seguito di varie indiscrezioni stampa secondo cui Musk manderà a casa gran parte dei dipendenti della piattaforma appena ne diventerà proprietario, mentre per Bloomberg l’imprenditore sarebbe nel mirino della Casa Bianca per i suoi tweet su proposte di pace tra Kiev e Mosca.
Le azioni newyorkesi soffrono inoltre la concorrenza dei T-Bond, i cui rendimenti continuano a salire. Il decennale in avvio ha toccato il 4,3%, portandosi ai massimi dal 2008.
Gas in calo dopo l’accordo europeo
In ambito energetico, l’accordo europeo per contenere i prezzi si è fatto sentire sul gas, sceso nuovamente sotto i 120 euro MWh fino a 110 euro con un tonfo due cifre percentuali.
Il petrolio è poco mosso: il Brent sale dello 0,3% a 92,67 dollari al barile.
Sul mercato valutario lo yen è nella decima settimana di calo contro il dollaro ed è scivolato anche oltre quota 151, con il tasso dell’inflazione nipponica al consumo core che a settembre ha toccato il 3%, massimo da otto anni mentre la Banca centrale giapponese è ormai quasi la sola grande banca centrale a mantenere una politica ultra accomodante.
Piazza Affari bene Leonardo e titoli finanziari, male il lusso
Sul FTSE Mib dominano i finanziari, insieme a Leonardo +2,53%, titolo favorito da indiscrezioni di possibili forniture di aerei militari dell’Italia alla Polonia.
Nella parte alta del listino ci sono Banca Generali +2,45%; Unicredit +1,4%; Finecobank +1,38%; Bper +1,34%.
Saipem, +0,96%, arrotonda ulteriormente i guadagni di ieri a seguito del maxi contratto in Qatar.
Si capovolge invece l’andamento di Moncler -2,94%, dopo la performance positiva della vigilia. Il lusso s’indebolisce in sintonia con i colleghi francesi.
Arretrano inoltre Inwit -2,84%; Nexi -2,82%; Amplifon -2,6%.
L’automotive è andato male in Europa e anche a Milano: Pirelli perde il 1,92%.
Debolezza per le utility: Italgas -1,94%; Snam -1,91%.
Fuori dal paniere principale svetta Antares Vision, +13,2%, a seguito di indiscrezioni stampa su una possibile Opa in arrivo finalizzata al delisting del titolo. In una nota la società ha precisato che “ad oggi non è stata presa alcuna decisione in merito ad alcuna operazione”.
L’azione di Mps scende invece sotto la soglia di 2 euro (-0,95%) e arretrano anche i diritti per l’aumento del capitale (-18,06%).