L’Italia non ha mai avuto molta fortuna con l’industria chimica . Con quella di base soprattutto, che negli anni passati ha divorato fior di miliardi. I colossi di casa hanno tutti fallito in strategie e vision. Quando si è trattato di approcciare la chimica verde – 260 miliardi di euro di fatturato annui, inserita in tutte le strategie ambientali – il sistema si è rimesso in moto. Non in Piemonte, però, dove,ironia della sorte, la Regione investe 40 milioni di euro di fondi europei ma le società Biochemtex, Beta Renewables, Ipb (Italian Bio Products) e Ipb energia falliscono e vanno all’asta. Si tratta del perimetro bio del gruppo Mossi e Ghisolfi, attive nel settore delle «bioenergie e delle tecnologie avanzate per la sintesi di biocombustibili e molecole verdi di nuova generazione da biomasse biocellulosiche rinnovabili». Una prospettiva industriale finita nel peggiore dei modi davanti al Tribunale di Alessandria. Il 25 settembre si apriranno le buste con base d’asta di 80 milioni .
La Versalis del Gruppo Eni ha presentato un’offerta non vincolante che scadeva però il 31 luglio, ma si vedrà. E’ la fine di un sogno,è stato scritto, a margine di una vicenda conclusa per carenza di strategia. E’ andata all’asta anche la più moderna raffineria di bioetanolo italiana situata a Crescentino. Un impianto che esperti e finanziatori giudicano tra i migliori al mondo. L’Eni con la Versalis è interessata alla sintesi dei biocombustibili ed ai cicli produttivi legati alle biomasse. La sua eventuale aggiudicazione potrebbe risollevare le sorti delle aziende fallite e farle rientrare nel grande risiko della chimica verde. Un mondo nel quale l’Italia può giocare un ruolo avendo a disposizione molti siti da poter riconvertire. Il Piemonte, ha immaginato il salto di qualità, con la spinta della Giunta Chiamparino. Solo poche settimane fa ha annunciato di puntare molto sulle biotecnologie. Stanno preparando bandi per 280 milioni di euro complessivi in un sistema di economia circolare che comprende progetti di efficienza energetica , sostegno per le fonti rinnovabili nelle piccole e medie industrie, opere di risanamenti ambientale. Il pacchetto prevede anche premialità che non potranno andare alle aziende fallite. Almeno per ora.
Sulla bioeconomia, comunque, si sta concentrando l’interesse di grandi investitori. Intesa Sanpaolo ha finanziato il Rapporto 2018 sulla Bioeconomia in Italia. La chimica verde è centrale, si legge, perché svolge e svolgerà un ruolo di traino per l’innovazione e lo sviluppo sostenibile. A fine 2017, tra grande e piccole industria, gli occupati erano 1,7 milioni con un fatturato, appunto, di 260 milioni di euro. Ma se in Piemonte si affrontano casi di scarsa efficienza industriale, è al Sud che si possono indirizzare nuovi capitali In questa area del Paese, si possono avviare progetti di riqualificazione e riconversione di antichi siti industriali in moderni impianti per le biotecnologie. Per ora solo buoni propositi.