La novità più grossa è stata l’arrivo di Enrico Cucchiani sulla poltrona di ceo della prima banca italiana, Intesa Sanpaolo, dopo l’improvvisa nomina di Corrado Passera a superministro del governo Monti. Ma i ribaltoni e i terremoti nelle stanze del potere finanziario italiano sono stati tanti a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno. E la serie non è ancora finita se, come pare, Giuseppe Mussari lascerà in primavera la presidenza del Monte dei Paschi pur mantenendo la presidenza dell’Abi. Senza dimenticare gli sviluppi dell’accordo Unipol-Fonsai e i suoi effetti sugli organigrammi di un gruppo da cui usciranno i Ligresti.
L’elenco delle novità è consistente: oltre alla promozione di Cucchiani – sostituito in Allianz Italia da Giuseppe Vita alla presidenza e da George Sartorel neo di ad – spicca l’upgrade di Salvatore Rossi nel direttorio della Banca d’Italia ma anche l’elezione di Aldo Minucci (Generali) alla presidenza dell’Ania. Inoltre Fabrizio Viola è passato dalla Popolare dell’Emilia-Romagna alla guida del Monte dei Paschi di Siena; Piero Luigi Montani è approdato alla Popolare di Milano dalla Banca del Odorie.ci ha preso le redini della Bperi.
Un intreccio di relazioni, uno scambio di posti che farebbe pensare alla famosa frase del principe di Salina “cambiare tutto perché nulla cambi”, ma il mercato non la pensa così ed ha accolto con favore questi avvicendamenti, premiando con il segno positivo in Borsa le nuove nomine.
Ma vediamo più da vicino chi sono i “nuovi” signori della finanza italiana
Enrico Tomaso Cucchiani
Il cerchio delle banche si chiude, o meglio comincia, con la nomina, il 24 novembre scorso (e decorrenza della funzione dal 22 dicembre), di Enrico Tomaso Cucchiani a consigliere delegato di Intesa Sanpaolo. Il ruolo era vacante per il passaggio dell’ex ad Corrado Passera a ben altra impresa: l’Italia governata da Mario Monti. Di Cucchiani si è scritto di tutto e di più, compreso il ruolo che avrebbe giocato nell’addio di Alessandro Profumo ad Unicredit. Nella corsa per il primo gruppo bancario italiano ha avuto molti rivali, ma l’ha spuntata e non si può negare che sia un numero uno. Prima di Intesa era presidente di Allianz Italia ed unico italiano nel board mondiale del gruppo tedesco. Così Ugo Bertone lo descrive su First online: “un manager esterno, di alto profilo internazionale e di indiscutibile competenza”. Ma “in un certo senso una sorpresa: grande lavoratore, più impegnato all’estero, Cucchiani è rimasto ai margini della scena pubblica italiana anche se, a conferma della solidità delle sue relazioni basti citare i suoi 29 incarichi, dalla presenza nel board dell’Aspen Institute fino al cda Pirelli. Bazoli, consapevole che la banca dei territori nei forzieri ha la bellezza di 60 miliardi di titoli di Stato del Bel Paese, ha privilegiato la scelta professionale: in questi anni sarà necessario poter contare su un volto credibile agli occhi dei grandi investitori internazionali (Allianz in testa) e che gode della piena fiducia del sistema Generali”.
La breve nota biografica di Cucchiani dice che il banchiere nasce a Milano nel 1950. Nella sua città si laurea alla Bocconicon lode. Consegue poi una serie di master e vanta diverse borse di studio. La formazione di base avviene in Mc Kinsey, fra Milano, Londra, New York. Fra banche e assicurazioni ha trovato anche il tempo di guidare, per un certo periodo, il gruppo Gucci.
Salvatore Rossi
Questa carrellata non può che chiudersi con la Banca d’Italia che tutto vede e tutto valuta. Il ruolo di vice direttore generale è stato affidato a Salvatore Rossi, un matematico prestato all’economia. Rossi prende il posto di Ignazio Visco, passato direttamente dalla vice direzione alla prima poltrona di governatore, dopo un lungo braccio di ferro sulla nomina fra l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il suo superministro dell’economia Giulio Tremonti.
Salvatore Rossi è, in Bankitalia, segretario generale e consigliere del direttorio per i problemi della politica economica da maggio 2011. A palazzo Koch è stato a capo della ricerca economica e relazioni internazionali. La biografia, tratta da wikipedia, racconta che nasce a Bari il 6 gennaio 1949 e nella sua città si laurea in matematica nel 1974, con una tesi in fisica matematica . Nel 1975 vince una borsa di studio del CNR per ricerche nel campo della matematica applicata. È autore di molti saggi su temi di economia internazionale, politica e storia economica, economia industriale. Ha pubblicato libri sull’integrazione dei mercati europei, sulla bilancia dei pagamenti e sulla politica economica italiana, sulla rivoluzione delle ICT, sulla crisi di crescita della nostra economia e i modi per uscirne, sull’economia italiana nella crisi globale. Fra le cariche: è membro del consiglio di presidenza della società italiana degli economisti (SIE), dell’Istituto affari internazionali (IAI), della commissione per la garanzia dell’informazione statistica presso la presidenza del consiglio dei ministri, del consiglio di amministrazione dell’istituto Adriano Olivetti (Istao), dello Eurosystem IT Steering Committee.
Aldo Minucci
Sul fronte assicurazioni una novità delle ultime settimane è la nomina di Aldo Minucci sul trono dell’Ania. In questo modo l’organizzazione delle assicurazioni si riavvicina pienamente al Leone di Trieste di cui il nuovo presidente è espressione di fiducia. Ma sicuramente Minucci saprà essere il presidente di tutti gli assicuratori dando nuovo slancio all’Ania.
Minucci nasce a Reggio Calabria il 4 luglio 1946, si laurea in giurisprudenza a Trieste e nel 1972 viene assunto dalle Assicurazioni Generali, al Servizio Consulenza Fiscale, di cui diventa responsabile nel 1983. Nel 1993 è nominato Direttore Centrale con responsabilità del Servizio Coordinamento Amministrazione e Finanza e sovrintendenza del Servizio Consulenza Fiscale. Nel 1995 assume la carica di Vicedirettore Generale Coordinamento Tecnico-Commerciale delle Compagnie Assicurative in Italia ed è Sovrintendente al Servizio Revisione Interna del Gruppo. Nell’aprile 2011 diventa vice Presidente di Telecom Italia, dove è nel cda dal 2007 al 2011. Minucci, nella sua carriera, vanta una serie di incarichi in vari consigli, da Banca Generali, ad AC.E.GA.S., Intesa Previdenza SIM S.p.A., Gemina, INA Assitalia, FATA Vita, FATA Assicurazioni Danni, ADR – Aeroporti di Roma; presidente di GENERTEL e TELCO.
Fabrizio Viola
La foto di gruppo più recente è stata scattata giovedì scorso, con la nomina ufficiale di Viola ai vertici della banca senese. Un passaggio delicato, salutato da due fatti di segno opposto: le proteste dei sindacati interni da un lato, preoccupati dall’ingaggio del nuovo fuoriclasse e il rialzo dell’8,8% dell’istituto al listino, con gli investitori fiduciosi nel fatto che Viola saprà gestire e magari evitare lo scoglio dell’aumento di capitale da 3,2 miliardi che incombe come una tempesta all’orizzonte di Siena.
La carta d’identità professionale di Fabrizio Viola recita così: classe 1958, romano, una laurea in economia aziendale alla Bocconi di Milano. Direttore generale di Bpm dal 2004 al 2008, quindi ad di Bper fino alla recentissima chiamata in Toscana. Nella sua carriera ha svolto ruoli importanti all’Imi, nel gruppo Fondiaria, nella Banca popolare di Vicenza. Per il suo stipendio si è parlato (fonti Economia web; Dagospia) di 1,8 milioni di euro all’anno.
Luigi Odorici
La Banca popolare dell’Emilia Romagna ha deglutito il boccone amaro del prematuro addio di Viola e ha reagito subito, chiamando ai vertici del gruppo un uomo che conosce la macchina dall’interno. È del 10 gennaio la riunione del consiglio di amministrazione che ha deliberato all’unanimità la cooptazione di Luigi Odorici e la sua nomina ad amministratore delegato. Odorici mantiene anche il ruolo di direttore generale e prende completamente in mano le sorti del gruppo modenese, con l’incarico di condurre in porto il piano industriale 2012-2014, messo a punto da Viola ma al quale il nuovo ad ha contribuito abbondantemente.
Nato a Guiglia (Modena) nel 1947, una laurea in economia e commercio all’università di Bologna, Odorici è entrato alla Bper nel 1973, da allora ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità e il suo nome non ha incontrato ostacoli. Il suo ingaggio, secondo quanto riferito dalla Gazzetta di Modena, è di 650mila euro all’anno più un 30 per cento condizionato dal raggiungimento di obbiettivi “meno della metà degli emolumenti riconosciuti al predecessore Viola”.
Piero Luigi Montani
Restando in ambito Popolari vale la pena di ricordare brevemente la biografia del nuovo consigliere delegato della Banca Popolare di Milano. Il ragionier Piero Luigi Montani nasce a Genova nel 1954 e nel 1974 entra al Credito Italiano, dove in quasi vent’anni cresce in competenze e ruoli fino a diventare, nel ’93, condirettore. È un uomo nel quale il banchiere Lucio Rondelli ha piena fiducia, per questo lo affianca al “duro” Cesare Farsetti alla guida di Rolo Banca 1473, dopo il successo dell’opa. Negli anni successivi Montani matura un’esperienza importante nelle popolari e traghetta l’agggregazione fra Novara e Verona. Un’altra pietra miliare della sua carriera è il passaggio dalle stanze dei bottoni di Antoveneta, dove viene chiamato dagli olandesi dell’Abn Amro e resta dal 2003 al 2008, resistendo all’assalto della Popolare di Lodi e portando la banca all’aggregazione col Monte dei Paschi. Dall’anno scorso è ammministratore delegato della banca del Mezzogiorno, che lascia per la nuova chiamata. “Una nomina in coerenza con lo spirito cooperativo” ha scritto la pop Milano in una nota. Per svolgere il suo lavoro Montani ha ottenuto compensi fino a 6 milioni in due anni, con una parte fissa e una variabile. Una cifra che ha fatto storcere il naso ai sindacati, ma la Borsa ha premiato la nomina con un sostanzioso + 9,4%.
Giuseppe Vita
Il posto lasciato vuoto da Cucchiani in Allianz Italia è stato affidato a fine dicembre a Giuseppe Vita, medico-manager e cavaliere del lavoro (dal ’90) con biografia anche su wikipedia. Nato nel ’35 a Favara (Agrigento), Vita si laurea alla Sapienza di Roma, dove si specializza in radiologia. Dopo varie esperienze nel proprio campo, anche nella ricerca, Vita mette in luce le sue doti manageriali e viene nominato ad e direttore generale della Schering di Milano. Nel 2001 è presidente del cda di Ras (poi Allianz); nel 2007 presidente del gruppo bancario Leonardo. Vanta anche la presidenza onoraria di Deutsche bank spa di cui è stato presidente a tutti gli effetti.
A fianco di Vita siede George Sartorel, amministratore delegato di Allianz spa. Nato a Melbourne (Australia) il 20 novembre 1957, laureato in economia alla University of Technology di Sidney, Sartorel ha conseguito l’MBA in International Business Studies alla Heriot-Watt University di Edimburgo. Ha sempre svolto la propria attività nel settore dei servizi finanziari, occupando incarichi di vertice nell’industria assicurativa in Australia, Nuova Zelanda e in altri Paesi dell’area Asia-Pacifico, nonché ruoli di alta consulenza per i governi degli stessi paesi. Nel gruppo assicurativo tedesco dal 1998, è stato per sette anni Chief General Manager di Allianz Australia e ha successivamente (2005-2007) svolto attività direttive, come Global Head of Business Process Reengeneering, nell’ambito del progetto internazionale Sustainability Program di riorganizzazione delle attività nei rami danni. Come ad di Allianz Turchia ha guidato il processo di riorganizzazione delle attività assicurative del gruppo (Allianz Sigorta A.S. e Allianz Hayat ve Emerklik A.S.), prima di essere nominato al vertice di Allianz Italia nell’aprile del 2010.