Trionfo Napoli, disastro Inter. È questo, in estrema sintesi, il succo della serata di Champions di ieri, che ha visto gli azzurri strapazzare il Liverpool con un poker da urlo e i nerazzurri soccombere sotto i colpi del Bayern, apparso troppo superiore sotto tutti i punti di vista. Notte dolce e amara allo stesso tempo, insomma, con Spalletti capace di stravincere il confronto con Klopp e regalare a Napoli un risultato importantissimo, ma anche con Inzaghi nuovamente sconfitto e costretto a fare i conti con un inizio di stagione sempre più difficile.
L’Inter non regge l’urto del Bayern: Inzaghi sempre più in difficoltà
Doveva essere la partita del riscatto, se non nel risultato quantomeno nella prestazione, invece l’Inter è mancata ancora, rendendo troppo facile la vita al Bayern Monaco. La sconfitta di ieri non è certo la più grave, al netto di un avversario più forte sotto tutti i punti di vista, ma essendo la terza in appena sei partite stagionali (peraltro nelle ultime quattro) fa molto rumore e costringe Inzaghi a farsi diverse domande. Perché i nerazzurri hanno già subito 10 gol? Perché si sciolgono negli scontri diretti? E, ancora, perché la squadra crolla ogni volta che gli avversari vanno in vantaggio? Sono solo alcuni dei quesiti che si pongono critici e tifosi, senza contare i dubbi su formazioni e cambi, sempre più talloni d’Achille del tecnico interista. Ieri Simone ha provato a sparigliare le carte anche con scelte coraggiose, tipo lanciare Onana dall’inizio al posto del contestatissimo Handanovic (è andato bene, ma stava per combinare una papera colossale), lasciar fuori De Vrij per D’Ambrosio e Barella per Mkhitaryan, eppure il prodotto finale non è cambiato: il problema, evidentemente, è collettivo e questo rende tutto ancor più difficile, anche se gli avversari ringraziano e ne approfittano.
Inzaghi amaro: “Dovevamo essere perfetti, invece…”
“Nei primi 20’ siamo entrati troppo contratti, anche se abbiamo trovato una squadra straordinaria e intensa, in questo momento una delle più forti d’Europa – l’analisi di Inzaghi -. Sul primo gol dovevamo fare meglio a livello di squadra, poi siamo andati meglio ma abbiamo sbagliato troppo l’ultimo passaggio: contro un avversario del genere devi fare la partita perfetta e noi non ci siamo riusciti. Ho preso delle decisioni per far risposare qualcuno come Handanovic, Barella e De Vrij, chi ha giocato al loro posto ha fatto bene, ma purtroppo non è bastato”.
Napoli, una notte da sogno! Liverpool distrutto, ma Osimhen si fa male
Scenario completamente diverso a Napoli, dove l’esordio in Champions si è trasformato in un vero e proprio trionfo, destinato a restare nella storia del club. Battere i vicecampioni d’Europa del Liverpool con un sonoro 4-1 non è impresa da poco, tanto più che il punteggio poteva essere ancora più netto, se Osimhen non avesse sbagliato il rigore e la squadra, in generale, diverse occasioni da gol piuttosto facili. Questo però rende bene l’idea di come gli azzurri abbiano annichilito gli inglesi senza mezzi termini, costringendo Klopp ad andare sotto il settore ospiti per scusarsi con i suoi tifosi. Serata stupenda, insomma, nella quale meritano una menzione particolare Zielinski, autore di una doppietta, Anguissa (gol e prestazione maiuscola), Kvaratskhelia (semplicemente imprendibile) e Simeone, in rete dopo appena 3’ dal suo ingresso. Unica nota negativa l’infortunio di Osimhen, uscito dal campo per un risentimento muscolare: oggi se ne saprà di più, ma i primi rumors parlano di un mese di stop. Un problema non da poco per Spalletti, ma non sufficiente per scalfire una notte del genere.
Spalletti: “Vittoria che dà consapevolezza, ma dobbiamo giocare sempre così”
“No, non abbiamo dato alcuna lezione, non voglio arroganza o presunzione, chi gioca nel Napoli dovrebbe fare sempre queste prestazioni – si è schermito il tecnico azzurro -. La vittoria sicuramente ci dà consapevolezza, ma dobbiamo essere più continui ed aumentare il livello di personalità. Questa volta il Napoli ha fatto il Napoli contro una squadra forte e la strada è quella giusta, questo però bisogna farlo a prescindere dall’avversario, senza ansia da prestazione”.