MILAN – BARCELLONA, LUCI A SAN SIRO!
ALLEGRI SI GIOCA IL PRIMO POSTO: “FAREMO DI TUTTO PER VINCERE”
IBRA SFIDA IL SUO PASSATO E IL “NEMICO” GUARDIOLA
Le conferenze stampa del mondo calcistico scivolano spesso nella monotonia generale. Qualche volta però aiutano a capire l’aria che si respira prima di una partita. E così, ascoltando le domande dei giornalisti italiani e di quelli spagnoli, si percepisce quanto il Barcellona oggi sia superiore a chiunque altro, anche in arroganza. Noi a chiedere del Barça, per capire se davvero questo Milan può riuscire nell’impresa di batterlo, loro a far domande su Ibra e Guardiola, sulla differenza tra calcio italiano e spagnolo (sott’intendendo chiaramente la superiorità del secondo sul primo, e pazienza se là esistono solo due squadre) e su Mourinho, che non c’entra niente ma ci sta sempre bene.
Gli spagnoli sembrano quasi snobbare il Milan, e non solo perché la gara di questa sera ha un’importanza relativa (vale “solo” il primo posto nel gruppo H, entrambe le squadre sono già qualificate agli ottavi). La verità è che il Barça ha creato quasi assuefazione alle vittorie, tanto da “annoiare” i giornalisti spagnoli che hanno la fortuna di seguirlo sempre. Al Milan il compito di farli ricredere, seppur solo per una notte. Un’eventuale vittoria dei rossoneri non ridimensionerebbe affatto il valore dei campioni d’Europa in carica, ma forse darebbe un segnale a tutto il calcio mondiale, qualcosa tipo: “Ehi ragazzi, ci siamo anche noi italiani!”.
Battere il Barcellona attuale significa comunque entrare nella storia (alcuni colleghi hanno scritto addirittura un libro sulla vittoria dell’Inter del 2010), perché senza dubbio siamo di fronte ad una delle squadre più forti di tutti i tempi. Paradossalmente però, questo è anche il loro unico punto debole: sanno di essere maledettamente bravi e a volte passano più tempo a specchiarsi nel loro possesso palla (il famoso “tichi taca”) che a tirare in porta. Fu così anche nella gara d’andata del Camp Nou, che il Milan pareggiò a tempo quasi scaduto grazie a Thiago Silva. I rossoneri agonizzarono per gran parte del match, ma il Barça non diede loro il colpo di grazia, e così arrivò la beffa, quel 2 a 2 che permette oggi al Milan di sognare un insperato primo posto. Per trasformare l’utopia in realtà, occorrerà una vittoria e di conseguenza una gara perfetta, come ricordato da Allegri in conferenza stampa: “Sarà una grande partita, dovremo avere rispetto ma dobbiamo giocare da Milan. Bisognerà disputare un match di grande tecnica, di grande intensità e grande attenzione dal punto di vista difensivo, forse ancor di più rispetto all’andata. Dovremo stare sereni e poi essere consapevoli di giocare 100 minuti di grande livello, con rispetto ma senza timori”.
Propositi facili a dirsi, meno da mettere in pratica. Meglio occuparsi del caso Ibra – Guardiola, avranno pensato i giornalisti spagnoli, imbeccati (a onor del vero) dalle parole velenose scritte dallo stesso svedese nella sua biografia. “Tu sei senza palle, ti caghi addosso davanti a Mourinho” fu l’ultima frase che Ibra disse al tecnico catalano prima di trasferirsi in rossonero. E anche se adesso il mite Pep finge indifferenza (“Se lo incontro gli darò la mano…”), il doppio insulto rivelato al mondo intero non può che averlo fatto arrabbiare. La palla ora (in tutti i sensi) ce l’avrà Zlatan, al quale il popolo rossonero chiede un miracolo. Ma la sfida di questa sera (a proposito, San Siro sarà pieno come un uovo) avrà un significato molto più grande per il “bad boy svedese”: il mondo del calcio gli chiederà di essere decisivo contro una big europea, impresa mai riuscitagli finora. “E’ l’unica cosa che potete rinfacciarmi – ha detto Zlatan qualche giorno fa – tolta questa, cosa vi rimarrebbe?”. Già, però la mancanza non è da poco. E’ quella che fa la differenza tra un giocatore da pallone d’oro e uno “normale”, che stanzia il pass per entrare nell’Olimpo del calcio. E, citando una famosa pubblicità, conquistarlo proprio davanti a chi non ha creduto in te, non avrebbe prezzo.