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Champions show con Real-Inter e Atalanta-Liverpool

Conte nuovo allenatore del Napoli

Champions League, penultima chiamata. Real Madrid-Inter (ore 21) non è ancora una notte da dentro o fuori, ma certo ci si avvicina parecchio. In caso di passo falso, ci sarebbe la gara di ritorno della settimana prossima, col rischio però di arrivarci senza essere più padroni del proprio destino, anche alla luce di quanto potrebbe accadere tra Shaktar Donetsk e Borussia Moenchengladbach. La classifica del Gruppo B, infatti, è la più sorprendente dell’intera Champions, con gli ucraini in testa con 4 punti, i tedeschi a 2 assieme all’Inter, il Real ultimo a quota 1. Il match di Madrid, insomma, è un vero e proprio spareggio per rientrare in corsa tra due squadre che, alla vigilia, erano candidate a qualificarsi a braccetto e che ora, alla luce delle prime giornate, rischiano invece di farsi fuori a vicenda.

“È una partita del gruppo eliminatorio, non una finale, ma sicuramente è bella e importante sia per noi sia per loro – il pensiero di Conte – Sarà una partita dura, contro una squadra attrezzata per vincere, come dimostra la storia, noi comunque siamo qui per giocarcela con le nostre armi, sperando in un buon risultato finale. Se firmerei per il pari? Non lo farei mai prima di una partita”.

Per il tecnico si tratta di un momento delicatissimo, forse il più difficile da quando siede sulla panchina nerazzurra, se non altro a livello di risultati. Il pareggio contro il Parma ha messo a nudo tutte i problemi di una squadra costruita per vincere, eppure più fragile dell’anno scorso. Ma se in campionato c’è ancora tutto il tempo per rimediare, così non è in Champions, dove il tempo, inevitabilmente, stringe.

Il discorso vale anche per Zidane, sin qui il grande deluso dell’intera competizione. Il suo Real Madrid, infatti, ha un solo punto in classifica, per giunta raccolto in pieno recupero in quel di Moenchengladbach: troppo poco per chi aveva, giustamente peraltro, la nomea di Mister Champions e che ora, invece, vede gli spettri di un’eliminazione anticipata. “È una finale e vogliamo giocarla come tale – ha ammesso Zizou senza mezzi termini – In palio ci sono 3 punti da prendere assolutamente, i miei giocatori dovranno dare tutto e dimostrare perché giocano nel Madrid”.

In tempi normali si parlerebbe dell’effetto Bernabeu, ora però, per ovvi motivi, il fattore campo è solo un dettaglio, tanto che il Real ha deciso di approfittare della situazione per proseguire con il rifacimento dello stadio, spostandosi sul campo di Valdebebas, ora rinominato Estadio Alfredo Di Stefano. Conte deve nuovamente rinunciare a Lukaku (a rischio anche per Bergamo), Vecino e Sensi, per il resto potrà contare su tutta la rosa e affidarsi a un 3-5-2 con Handanovic in porta, D’Ambrosio, De Vrij e Bastoni in difesa, Hakimi, Barella, Brozovic, Vidal e Young a centrocampo, Lautaro Martinez e Perisic in attacco, con Sanchez pronto a subentrare dalla panchina. Zidane, alle prese con l’assenza di Militao (positivo al Covid), risponderà con un 4-3-3 che vedrà Courtois tra i pali, Vazquez, Varane, Sergio Ramos e Marcelo nel reparto arretrato, Modric, Casemiro e Kroos in mediana, Asensio, Benzema e Hazard nel tridente offensivo.

Notte da brividi anche per l’Atalanta, seppur con meno complicazioni di classifica. La sfida ai campioni d’Inghilterra del Liverpool (ore 21), infatti, non sarà decisiva come quella di Madrid, ma certo stimola non poco la Dea, vogliosa di aggiungere un’altra tacca (forse la più prestigiosa di sempre) all’elenco dei suoi scalpi eccellenti. Un successo, oltre che per il prestigio, varrebbe tantissimo in chiave qualificazione, in un gruppo che vede i Reds al comando con 6 punti, l’Atalanta seconda con 4, l’Ajax terza a quota 1 e il fanalino di coda Midtjylland a zero. Presumibile pensare che gli olandesi avranno vita facile con i danesi, ma guai a farsi prendere dall’ansia: per i nerazzurri, in fondo, affrontare il Liverpool dev’essere anzitutto un sogno.

“Abbiamo voglia di misurarci contro una squadra tra le più forti al mondo per vedere il nostro livello – ha confermato Gasperini – Fare punti sarebbe importantissimo, ad ogni modo non ci snatureremo: siamo arrivati fin qui attraverso un lungo percorso, staremo attenti ma non cambieremo il nostro modo di giocare”.

Il confronto tra il tecnico orobico e Jurgen Klopp è uno dei temi più esaltanti della serata, tanto che il tedesco, fresco campione d’Inghilterra, non ha lesinato complimenti agli avversari. “L’Atalanta è un’ottima squadra, ben organizzata e con attaccanti intelligentissimi – il suo pensiero – Non la conoscevo molto, ma ora so bene qual è stato il suo percorso: mi diverto a guardarla, anzi credo che anche noi potremmo imparare qualcosa da lei”.

Tanto fair play dialettico non deve ingannare: al Gewiss Stadium sarà battaglia senza esclusione di colpi. Gasperini dovrà però fare i conti con le pesantissime assenze di Gosens e De Roon, oltre che con un Hateboer a mezzo servizio: il suo 3-4-1-2 sarà comunque competitivo con Sportiello in porta, Toloi, Palomino e Djimsiti in difesa, Depaoli, Freuler, Pasalic e Mojica a centrocampo, Gomez sulla trequarti, Muriel e Zapata in attacco. Grosse defezioni anche per Klopp, alle prese con una vera e propria emergenza difensiva (Van Dijk, peraltro, starà fuori per diversi mesi): il tedesco si affiderà a un 4-2-3-1 con Alisson tra i pali, Alexander-Arnold, Phillips, Gomez e Robertson nel reparto arretrato, Wijnaldum e Henderson in mediana, Jota, Firmino e Mané alle spalle dell’unica punta Salah. 

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