Dzeko segna, la Roma fa festa. I giallorossi battono lo Shakhtar e si qualificano così ai quarti di finale di Champions League, traguardo che mancava da 10 anni e che nobilita tutto il calcio italiano. È dalla stagione 2006/07 infatti che non portavamo due squadre così avanti nell’Europa più importante, e se dalla Juve era lecito attenderselo bisogna dire che per la Roma le premesse erano ben diverse.
Ad agosto, dopo il sorteggio dei gironi, solo i più coraggiosi ipotizzavano potesse arrivare agli ottavi, ora invece si trova addirittura tra le migliori 8 della Coppa e può perfino sognare di avanzare ancora. Già, perché a questo punto a fare la differenza sarà anzitutto la condizione psicofisica e i giallorossi, dopo il periodo di crisi tra dicembre e gennaio, l’hanno ritrovata alla grande. Ieri serviva una partita “matura”, da vincere (il pareggio avrebbe qualificato lo Shakhtar) senza però farsi prendere dall’ansia e la squadra di Di Francesco l’ha decisamente fatta.
“Quello che mi è piaciuto di più è che abbiamo giocato da uomini, questo è l’aspetto più importante per ambire a certi traguardi – il commento del tecnico. – I ragazzi non hanno concesso niente, hanno fatto una partita attenta sia dal punto di vista tecnico che da quello tattico. Ora voglio continuare a sognare, arrivati sin qui l’unico avversario che voglio evitare è la paura”.
In attesa del sorteggio (venerdì alle 12) e di pensare ai quarti è il caso però di godersi la vittoria di ieri, figlia di intelligenza e istinto puro. La prima s’è vista sia sullo 0-0 (gestione serena della palla senza farsi prendere dall’ansia da cronometro) che in vantaggio di un gol (nessun catenaccio forsennato ma buono sfruttamento degli spazi), il secondo al momento dell’episodio “giusto”, quello che ha deciso il match.
Al 52’ Strootman ha visto il movimento in profondità di Dzeko, palla col contagiri che il bosniaco ha spedito alle spalle di Pyatov per l’1-0 che ha fatto esplodere l’Olimpico. Giocata d’alta scuola, una delle poche in una serata diversa dalle previsioni (ci si attendeva un match più a viso aperto) ma più che sufficiente per regolare lo Shakhtar di Fonseca, sceso nella Capitale per prendersi la qualificazione, non certo per una gita di piacere.
Il dato più eclatante della sfida riguarda i tiri in porta subiti dalla Roma: zero, prima volta nella sua storia europea. Che la squadra di Di Francesco abbia finalmente fatto il salto di qualità? Ancora è presto per dirlo, ma in attesa del prossimo esame è decisamente il caso di festeggiare.