Un’impresa è riuscita, adesso aspettiamo l’altra. La due giorni di Champions è cominciata con un trionfo giallorosso e chissà che non possa concludersi con uno bianconero: sarebbe uno dei picchi più alti di sempre e forse, oggettivamente, è chiedere troppo, sognare però non costa nulla e poi, dopo quello che è successo ieri sera, nulla sembra essere più davvero impossibile.
In pochi, pochissimi, credevano che la Roma potesse ribaltare il 4-1 subito a Barcellona, per fortuna però tra questi c’era Di Francesco e con lui tutta la squadra. Ne è uscita così una partita destinata a restare non solo nella storia giallorossa ma di tutto il calcio italiano, decisamente rinfrancato dopo una settimana passata a leccarsi le ferite.
Il 3-0 dell’Olimpico (6’ Dzeko, 58’ De Rossi su rigore, 82’ Manolas) è meritatissimo, perché la Roma non ha solo battuto il Barça, l’ha addirittura stritolato: e la prova di Messi, una delle peggiori di sempre in Champions League, fotografa il tutto più di mille parole.
“È giusto festeggiare, del resto noi ci abbiamo sempre creduto – ha spiegato Di Francesco con orgoglio – È stata una grande impresa, adesso però dobbiamo continuare così: perché mai non dovremmo credere alla finale di Kiev?”.
Domanda lecita, tanto più che all’elenco delle eliminate illustri, dopo Psg e Manchester United, s’è aggiunto anche il City di Guardiola, fatto fuori da un’altra grande impresa del Liverpool di Klopp. Il massimo sarebbe completare l’elenco con il Real Madrid e chissà che quanto fatto dalla Roma non possa dare ulteriore carica alla Juventus.
Certo, se fare 3 gol al Barcellona in casa era quasi impossibile segnarne 4 al Madrid, per giunta al Bernabeu, sembra ancor più proibitivo. Basti pensare che nella storia delle coppe non c’è mai riuscito nessuno, inoltre i blancos giocano la Champions con l’autostima di chi ne ha vinte due di fila e hanno un Cristiano Ronaldo in forma smagliante.
Messa così sembrerebbe davvero impossibile eppure la Juve, sotto sotto, vuole quantomeno provarci. “Abbiamo il dovere di cancellare il 3-0 dell’andata, sappiamo che ci sono poche possibilità ma poi, durante le partite, non si sa mai cosa può succedere – il commento di Allegri – Il nostro obiettivo è fare risultato, ecco perché dovremo giocare come se fosse una gara secca, senza calcoli di nessun tipo. Vogliamo fare una grande gara, poi si vedrà…”.
“A volte il calcio ha regalato rimonte impensabili – gli ha fatto eco Buffon – È solo tentando l’impossibile che poi, magari, raggiungi qualcosa di possibile”. Insomma la Juventus, pur evitando proclami che rischierebbero di diventare controproducenti, non vuole ancora alzare bandiera bianca ed è pronta a sbarcare al Bernabeu con il miglior undici possibile, al netto, ovviamente, di infortuni (Barzagli e Bernardeschi) e squalifiche (Dybala).
Allegri se la giocherà con il consueto 4-3-3 con Buffon in porta, De Sciglio, Benatia, Chiellini e Alex Sandro in difesa, Khedira, Pjanic e Matuidi a centrocampo, Douglas Costa, Higuain e Mandzukic in attacco.
“All’andata abbiamo fatto bene ma questa è un’altra partita, la qualificazione è ancora aperta al 50%”. Le parole di Zidane era suonate quasi beffarde, poi però è arrivata l’impresa della Roma e la loro veridicità, se non altro, ha guadagnato qualche punto. Inutile negare che il Madrid sia super favorito, Zizou però sa bene che la Juve è dura a morire e dunque affronterà il match al massimo delle proprie forze, al netto dello squalificato Sergio Ramos.
Il 4-3-1-2 blanco vedrà così Keylor Navas in porta, Carvajal, Vallejo, Varane e Marcelo in difesa, Kroos, Casemiro e Modric a centrocampo, Isco sulla trequarti a supporto della coppia d’attacco Ronaldo-Benzema.