Appuntamento con la storia. L’Inter si appresta alla finale di Champions League con la consapevolezza di non essere la favorita, ma anche che vincerla la proietterebbe direttamente nell’Olimpo del calcio mondiale. Diventare campioni d’Europa, del resto, non capita tutti gli anni e può ribaltare la percezione di un club in giro per il globo, sia dal punto di vista tecnico che del brand. Va detto che la missione è complicata, anzi complicatissima, alla luce di un Manchester City considerato da molti come la miglior squadra del pianeta, ma i nerazzurri attraversano un momento di forma eccezionale e sono pronti a dare battaglia, per far sì che il sogno diventi realtà.
Manchester City – Inter (ore 21, Canale 5, Sky e Now Tv)
L’Ataturk Olympic Stadium di Istanbul, già teatro della finale del 2005 tra Milan e Liverpool, si prepara così a ospitare un match assolutamente imprevedibile a inizio stagione e non certo per la squadra di Guardiola, più che accreditata a giocarsi l’atto conclusivo della Champions League. L’Inter, in questo senso, è più simile a un “imbucato”a una festa vip, che però ha la concreta possibilità di ballare con la più bella, lasciando tutti gli altri a struggersi dall’invidia. In realtà i nerazzurri hanno fatto un cammino importantissimo, a cominciare dal girone dove hanno eliminato il Barcellona e tenuto testa al Bayern, per poi proseguire con Porto, Benfica (vincitore del gruppo con Psg e Juventus) e Milan, in un derby tutt’altro che facile dal punto di vista psicologico, ma è chiaro che stasera l’asticella si alzerà vertiginosamente, al cospetto di un City campione d’Inghilterra (a 360 gradi, visto che ha vinto sia la Premier che la Fa Cup) e deciso a conquistare per la prima volta la tanto agognata Champions. Ecco, se c’è un aspetto in cui l’Inter può partire davanti è proprio quello nervoso visto che Guardiola, al di là delle dichiarazioni di facciata, è obbligato a vincere, mentre Inzaghi ha sicuramente meno pressioni. Nel 2010 Mourinho, alla vigilia della sfida di ritorno col Barcellona, disse che il suo collega aveva l’ossessione della Coppa, mentre per lui era solo un sogno: ragionamento che si può tranquillamente riproporre oggi, tanto più che la storia strizza nettamente l’occhiolino ai nerazzurri, a fronte di un City assente dall’albo d’oro della competizione. Poi però c’è il campo e lì la bilancia torna a pendere verso gli inglesi, grazie a una rosa valutata complessivamente un miliardo di euro (1.020 milioni, per la precisione di Transfertmarkt), dunque il doppio (527 milioni) di quella interista. Numeri che fanno paura e che diventano ancor più eclatanti considerando l’undici titolare: quello di Guardiola vale 637 milioni, più del quintuplo rispetto ai 125 di Inzaghi. Vista così non sembrerebbe esserci partita, ma il calcio, si sa, non segue sempre le logiche economiche (vero Cardinale?), dunque l’Inter se la giocherà eccome, nel tentativo di scrivere una pagina di storia che sarebbe addirittura indelebile.
Inzaghi ci crede: “Combatteremo centimetro dopo centimetro, serviranno gambe, testa e cuore”
“Il City è la squadra più forte del mondo, ma noi siamo arrivati qui con merito – ha spiegato Inzaghi -. In campo saremo undici contro undici e vogliamo giocarci le nostre carte: combatteremo centimetro dopo centimetro, conteranno gambe, testa e cuore. Questa sarà la 57esima gara stagionale per noi, un percorso lunghissimo che ci ha permesso di arrivare fino alla finale. Abbiamo avuto dei momenti difficili in cui siamo cresciuti passando attraverso sconfitte meritate e immeritate, perdendo anche giocatori per tanto tempo, ma i ragazzi sono stati bravi a unirsi, ad ascoltare poco e a metterci un impegno folle che ci ha portati a Istanbul. Solo ora stiamo capendo cosa abbiamo fatto, ma non siamo rilassati, anzi siamo concentratissimi e vogliamo provarci, anche perché ho la fortuna di avere calciatori che sanno giocare questo tipo di partite. Bisognerà essere lucidi e gestire bene i dettagli e i particolari che nelle finali fanno le differenze”.
Lautaro si ispira a Milito: “Spero di fare come lui”
“È l’ultimo passo, ci siamo preparati bene e speriamo di finire questa stagione in bellezza – il pensiero di capitan Lautaro -. Siamo qui per merito nostro, abbiamo passato il girone con Bayern e Barcellona e poi battuto squadre come Porto, Benfica e Milan, per noi è un sogno ma abbiamo lavorato tanto per essere qui. Se ho riguardato la doppietta di Milito nel 2010? So cosa ha fatto per questo club e nella finale col Bayern, sono orgoglioso di far parte di questa squadra e spero di poter fare come lui”.
Guardiola: “Sento le farfalle nello stomaco, servirà grande equilibrio sia in campo che fuori”
“Le farfalle nello stomaco ci sono e aumenteranno con l’avvicinarsi della finale, ma non devo dimenticare che alla fine è una partita di calcio, dobbiamo fare quello che sappiamo, analizzare l’Inter e ricordarci di stare tranquilli – il pensiero di Guardiola -. Se vinceremo saremo la squadra più forte d’Europa, altrimenti finiremo secondi, che non è comunque male. Sarà importante mantenere l’equilibrio in campo, ho visto tante partite dell’Inter e posso dire che sono maestri nel difendersi: dovessimo subire un gol non dovremo perdere la testa, ma ricordarci che ci basta segnarne uno. Se la Champions è un sogno o un’ossessione? È assolutamente un sogno, ma ad ogni modo per raggiungere certi obiettivi devi anche esserne ossessionato, nel senso positivo del termine”.
Manchester City – Inter, le formazioni: Inzaghi sceglie Brozovic e Dzeko, Mkhitaryan e Lukaku in panchina
Archiviate le parole è tempo di pensare al campo, che vedrà affrontarsi due squadre con filosofie opposte. Da una parte il tiki-taka (a volte esasperato) di Guardiola, dall’altra il pragmatismo (ma senza rinunciare a giocare di Inzaghi), il tutto con lo stesso obiettivo di vincere la Champions e diventare campioni d’Europa. I dubbi del tecnico nerazzurro sono noti da settimane e riguardano attacco (Dzeko o Lukaku) e centrocampo (Brozovic o Mkhitaryan). Le scelte, al netto di sorprese dell’ultimo minuto, ricadono sul bosniaco e sul croato, un po’ per logica (Edin ha sempre giocato dall’inizio le partite importanti, Mkhitaryan è reduce da un infortunio), molto per tattica: l’idea di far sfiancare la difesa del City coi movimenti di Dzeko e poi scagliare l’arma Lukaku è da tempo nella testa di Inzaghi. L’Inter affronterà così la partita più importante dell’anno con un 3-5-2 che vedrà Onana in porta, Darmian, Acerbi e Bastoni in difesa, Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu e Dimarco a centrocampo, Dzeko e Lautaro in attacco. Un solo dubbio invece per Guardiola, ovvero Walker o Aké come terzino destro: il primo ha appena recuperato da un infortunio, ma è un titolarissimo e sembra difficile che Pep possa rinunciarci proprio oggi. Il City cercherà così la prima Champions della sua storia con un 4-1-4-1 (molto fluido, in perfetto stile Guardiola) con Ederson tra i pali, Walker, Stones, Ruben Dias e Akanji nel reparto arretrato, Rodri in mediana, Bernardo Silva, De Bruyne, Gundogan e Grealish alle spalle dell’unica punta Haaland.
L’attesa del popolo nerazzurro: dai 20 mila di Istanbul ai quelli di San Siro, passando dal Duomo a piazza Castello
I tifosi, ovviamente, non giocheranno, ma cercheranno di fare la loro parte, sia a Istanbul che a Milano. All’Ataturk saranno in 20 mila, molti vestiti di blu (come richiesto dalla Curva Nord per la coreografia) e pronti a spingere l’Inter all’impresa, gli altri saranno sparsi per l’Italia, con epicentro, ovviamente, il capoluogo lombardo, che verrà raggiunto anche da fuori nella speranza di concedersi poi una notte di festa. San Siro aprirà i battenti con 46 mila tifosi davanti a un maxi schermo da 400 metri quadri, dopodiché, se sarà trionfo, il popolo nerazzurro si riverserà nelle strade principali, con Piazza Duomo e Piazza Castello in cima alla lista.