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Champions: l’Inter sfiora l’impresa al Camp Nou, il Napoli delude

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Rabbia Inter, delusione Napoli. Il mercoledì di Champions non riserva gioie alle squadre nostrane, tornate a casa dalle rispettive trasferte con una sconfitta e un pareggio. Paradossalmente però chi ha perso ne esce meglio di chi ha fatto zero punti: il pari degli azzurri a Genk, infatti, lascia sensazioni più negative del ko nerazzurro a Barcellona, anzi il gruppo di Conte può essere fiero di una prova di grande carattere e organizzazione tattica, rovinata solo dalle magie dei campioni blaugrana e dall’arbitro Skomina. Il rigore non dato a Sensi dopo un contatto con Arthur meritava quantomeno una review al Var, tanto più che sull’azione successiva è arrivato il gol di Suarez: quando si dice episodio determinante…

“L’arbitro mi ha ammonito dicendo che mi avrebbe espulso alla protesta successiva, sulla sua casacca c’è scritto rispetto e io ho chiesto quello, perché gli arbitri devono averlo per chi viene qui a Barcellona a giocare a calcio – ha ringhiato Conte in sala stampa. – Mi porto dietro questa amarezza perché stiamo parlando di un arbitro che ha esperienza e non dell’ultimo arrivato che si può far condizionare”.

L’episodio incriminato non fa che aumentare i rimpianti dell’Inter, sin lì autrice di una partita praticamente perfetta, sia in fase difensiva che offensiva, per giunta dall’inizio. Il gol di Lautaro Martinez al 3’ l’aveva messa in discesa e sembrava il preludio a un’impresa, peraltro meritata. I nerazzurri infatti hanno giocato un primo tempo sontuoso, chiudendo tutti gli spazi al Barça e sfiorando più volte il 2-0, evitato solo da un grande Ter Stegen (pazzesca la sua parata sullo stesso Lautaro) e da quel pizzico di frenesia tipico di chi non ha l’abitudine a certi palcoscenici.

Una prestazione del genere costringe però a un grande dispendio di energie, e nella ripresa infatti la squadra di Conte è calata, permettendo al Barcellona di piazzarsi definitivamente nella sua trequarti. E quando Suarez, un minuto dopo il rigore incriminato, s’è inventato l’1-1 con un destro al volo da urlo (58’), gli equilibri si sono definitivamente ribaltati, anche, e soprattutto, a livello psicologico. Messi, schierato titolare a sorpresa da Valverde, s’è acceso proprio quando il match si stava avviando sul pareggio, trovando la serpentina giusta che il solito Suarez ha trasformato nel 2-1 finale.

“Mi viene difficile parlare in termini positivi quando si perde, io soffro la sconfitta – ha ribattuto Conte. – Non dobbiamo tornare a casa contenti perché abbiamo perso e la situazione in Champions è compromessa”. In realtà le cose non stanno proprio così: i nerazzurri hanno ancora la possibilità di qualificarsi, a patto di non sbagliare il doppio confronto col Borussia Dortmund, vero rivale del girone e ora staccato di 3 punti.

La situazione del Napoli è sicuramente migliore, se non altro perché la vittoria sul Liverpool non si cancella, certo però che il pareggio di Genk non ci voleva. Gli azzurri avevano la possibilità di indirizzare sul serio la qualificazione, invece si sono fatti imbrigliare sullo 0-0 dalla Cenerentola del gruppo e ora, complice il successo dei Reds sul Salisburgo (4-3), i giochi sono decisamente riaperti. Colpa di un primo tempo sciagurato, nel quale gli azzurri hanno sbagliato dei gol fatti, proprio come un anno fa contro la Stella Rossa.

Allora quel passo falso costò la qualificazione, qui invece, complice un girone molto più abbordabile, non è ancora il caso di allarmarsi, certo però che il Napoli, ancora una volta, si dimostra incapace di sfruttare i match point, mancanza tutt’altro che secondaria quando si vuole competere ai massimi livelli. Sul banco degli imputati c’è soprattutto Milik, sciagurato come il peggior Calloni in almeno tre situazioni da gol, spedite invece malamente sui legni o fuori.

Ma lo 0-0 non è l’unica nota negativa di questo mercoledì: da segnalare c’è anche la vicenda Insigne, spedito in tribuna da Ancelotti per scelta tecnica. Un fatto inspiegabile, a meno che dietro non ci sia qualcosa che, per il momento, non è ancora venuto fuori.

“Niente di particolare, l’avevo visto poco brillante in allenamento, così ho preferito tenerlo fresco e prepararlo bene per la prossima partita – ha glissato il tecnico azzurro. – Non è il caso di preoccuparsi anche per il risultato, abbiamo fatto 4 punti in due partite. Ora c’è il doppio confronto con il Salisburgo, abbiamo battuto il Liverpool, non credo che molte squadre possano farlo. Siamo ben posizionati”.

Vero, così come che questa con il Genk è un’altra occasione sprecata proprio come quella con il Cagliari in campionato. Non un buon viatico per la sfida di Torino di domenica, a differenza di un’Inter che invece, nonostante la sconfitta, può guardare alla Juve con la consapevolezza di essere ormai pronta a giocarsela alla pari con qualsiasi avversario.

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