Il primo round è dell’Inter. Un gol di Arnautovic permette a Inzaghi di battere l’Atletico e di presentarsi al Wanda Metropolitano con un prezioso, seppur minimo, vantaggio, che potrebbe fare la differenza in chiave qualificazione. L’1-0 finale, infatti, non basta per cantare vittoria, ma costringerà i Colchoneros a dover vincere per forza e dunque a scoprirsi, consentendo ai nerazzurri di poter agire negli spazi, oltre che di potersi accontentare anche di un pareggio. Il duello incrociato Italia-Spagna, fondamentale pure per il ranking Uefa (dunque per avere cinque posti nella prossima Champions), proseguirà questa sera con un interessantissimo Napoli-Barcellona, che vedrà il debutto di Calzona sulla panchina azzurra.
Inter – Atletico Madrid 1-0, Arnautovic croce e delizia: prima spreca, poi segna il gol decisivo
Partita spigolosa quella di San Siro, proprio come da previsioni. Chi pensava che il “nuovo” Atletico di Simeone, infatti, sarebbe venuto a giocarsela a viso aperto (e noi non eravamo tra quelli), è rimasto deluso: i Colchoneros non saranno più quelli delle barricate in stile Fort Apache, ma nemmeno l’espressione di un calcio offensivo e moderno. Le scelte di formazione del Cholo lo hanno confermato subito: 5-3-2 e Marcos Llorente, un centrocampista, schierato al fianco di Griezmann nel ruolo di “falsissimo” attaccante.
Nessuna manfrina tattica invece per Inzaghi, deciso a prendersi la vittoria con il 3-5-2 tipo e la coppia Thuram-Lautaro pronta a fare fuochi d’artificio; a timbrare il cartellino sarà invece la riserva Arnautovic, ma questo fa parte dell’imprevedibilità del calcio. La prima vera emozione di campo, dopo quella sugli spalti per il tributo alla leggenda Andy Brehme (scomparso nella notte tra lunedì e martedì per un arresto cardiaco), arriva sul finire di primo tempo con Lautaro, non irresistibile nel farsi deviare un tiro da Gimenez dopo un passaggio di Thuram. Un po’ sottotono il Toro, a differenza del francese, sempre vivo e pericoloso: ecco perché, al minuto 42, San Siro resta gelato di fronte al suo infortunio muscolare (contrattura all’adduttore destro, esami nelle prossime ore), che lo costringe a uscire in virtù di Arnautovic. La preoccupazione aumenta quando l’austriaco, sin qui autore di una stagione mediocre, spreca una palla d’oro di Dimarco calciando alto da ottima posizione, ripetendosi poi con un colpo di testa sul fondo.
È però il segnale che l’Inter ha cambiato marcia, così come la partita: anche l’Atletico, pur restando fedele al piano scelto da Simeone, si rende pericolosissimo con Lino, il cui tiro finisce però fuori di un soffio. Arnautovic avrebbe la palla per farsi perdonare, invece commette l’errore più grande della serata sparando alto a tu per tu con Oblak dopo un triangolo con Lautaro. San Siro mugugna, ancora però non sa che il dio del calcio lo ha scelto come hombre del partido: al 79’ Frattesi ruba palla a Reinildo e manda in porta Lautaro, Oblak ci mette una pezza ma non può nulla sul tap-in vincente dell’ex Bologna. L’1-0 resta tale nonostante un brivido finale procurato da Morata, vicinissimo al pari dopo un errore di De Vrij, e consente all’Inter di presentarsi a Madrid con due risultati su tre. La qualificazione è ancora apertissima, ma Inzaghi fa un passo importante verso i quarti di finale.
Inzaghi: “Grande prestazione da parte dei ragazzi, il rammarico è aver vinto solo 1-0”
“Grande prestazione dei ragazzi, sono stati eccezionali contro un grandissimo avversario – il commento di Inzaghi -. Il rammarico è aver vinto con un solo gol di scarto, perché a Madrid sarà veramente difficile. Sono contento per Arnautovic, per come è entrato e per come sta lavorando in allenamento. Non abbiamo fatto un gran primo tempo anche se avremmo potuto segnare, poi però nella ripresa siamo stati strepitosi e chi è entrato ci ha dato una grossa mano. In questi sei mesi abbiamo fatto molto bene, ma adesso arrivano quelli più importanti: mi piace molto vedere come gioca la squadra, però sappiamo che le difficoltà arriveranno, ecco perché dobbiamo lavorare come stiamo facendo e continuare così. Thuram? Ha avuto un problema dopo uno scatto, ha sentito il muscolo indurirsi ma lo valuteremo nei prossimi giorni. Speriamo di non perderlo per troppo tempo”.
Simeone: “L’Inter è molto forte, dobbiamo lavorare tanto se vogliamo ribaltare il risultato”
“Non si possono lasciare così tante occasioni a una squadra forte come l’Inter – l’analisi di Simeone -. Non dobbiamo dare questa possibilità a una formazione che sa ripartire bene, ma al di là di questo abbiamo avuto qualche occasione per fare gol. Siamo sotto, l’Inter è forte e dobbiamo lavorare tanto in vista del ritorno per provare a passare il turno. L’Inter è molto forte in tutte le parti del campo, speriamo di fare una partita migliore al ritorno avendoli già sfidati da vicino, ma i nerazzurri fanno le cose bene in tutti i reparti e sono sempre pericolosi. Manca molto alla gara di ritorno e spero di poter recuperare al meglio tutti i miei attaccanti, non solo Morata. Abbiamo il tempo di preparare bene la partita e provare a ribaltarla”.
Napoli – Barcellona (ore 21, Prime Video)
Le emozioni della Champions proseguiranno stasera con Napoli-Barcellona, dove gli occhi saranno puntati anzitutto sulla panchina azzurra. Il coup de théatre di De Laurentiis, infatti, ha prodotto il terzo cambio di allenatore della stagione: fuori Walter Mazzarri, il cui lavoro, se possibile, è stato perfino peggiore di quello di Garcia, dentro Francesco Calzona, attuale Ct della Slovacchia con un passato nello staff di Sarri e Spalletti. Solo il campo dirà se si tratta di una mossa disperata o di un colpo di genio, intanto però il Napoli si appresta a un ottavo di Champions che può svoltargli la stagione, o quantomeno renderla meno amara, senza dimenticare le quattordici partite (compreso il recupero col Sassuolo) di Serie A. Questo con il Barça è lo scontro tra le due grandi deluse del 2024: entrambe, infatti, avevano chiuso l’anno passato vincendo i rispettivi campionati, ma in questo non sono riuscite nemmeno ad andarci vicino. La crisi azzurra, alla luce dei numeri (nono posto e tre allenatori diversi), è sicuramente peggiore, ma pure i catalani di Xavi non se la passano benissimo, nonostante le tre vittorie nelle ultime quattro partite. Il tecnico ha già detto che a giugno lascerà il club, intanto però ha una Champions da giocarsi: quella, si sa, avrebbe il potere di ribaltare tutti i giudizi.
Calzona: “Ora resettiamo tutto e facciamo i fatti! Partiamo per vincere, è la mia mentalità”
“Si riparte da oggi, si resetta tutto e si inizia un nuovo cammino – le prime parole di Calzona -. Ho trovato una squadra che si è messa subito a disposizione, ora le parole non servono, abbiamo bisogno di fatti: ho detto ai calciatori che non abbiamo più scusanti. Un allenatore può fare poco in 24 ore, ma noi non abbiamo tempo e dobbiamo accelerare il processo di apprendimento. Il Barça è una delle squadre più forti d’Europa con un allenatore top, ma noi siamo il Napoli e non abbiamo paura. Se firmerei per un pari? Assolutamente no, noi siamo il Napoli e questa squadra è forte, giochiamo in casa e io non accetto un pareggio prima di giocarla. Se il Barcellona sarà bravo a costringerci al pareggio tanto di cappello, ma se i giocatori faranno quello che gli chiedo per buona parte della partita sarò felice, mi faranno capire che credono alle mie idee. De Laurentiis? Non è contento della situazione e mi ha chiesto di credere fermamente ai nostri obiettivi, ovvero di andare avanti in Champions e di conquistare un posto per partecipare anche alla prossima”.
Xavi: “È il momento di far parlare il campo, un pareggio non mi sta bene”
“Questo è lo scenario perfetto per fare un grande partita perché questa competizione regala sogni, motivazioni e speranze – ha replicato Xavi -. Vogliamo andare ai quarti, ma affrontiamo un Napoli che anche se ha cambiato tecnico in maniera sorprendente, sarà spinto dal proprio pubblico e avrà voglia di fare bene. Gli azzurri hanno un tridente offensivo importante, come giocheranno lo scopriremo in campo, ma per noi sinceramente cambia poco: il modulo è importante ma non è la cosa principale, serve dominare il gioco. Partiamo col 50% di possibilità di qualificarci ai quarti di finale, siamo entrambe squadre che hanno vinto il campionato nella passata stagione e se il Napoli non sta facendo bene in Serie A, anche noi non abbiamo trovato regolarità. Dobbiamo dimostrarlo in campo se siamo favoriti per passare il turno, solo lì possiamo parlare. Questa sfida è molto equilibrata, ma per me pareggiare non è un buon risultato: al Barcellona sono cresciuto con questa mentalità”.
Napoli – Barcellona, le formazioni: Calzona riparte dal 4-3-3, che sfida tra Osimhen e Lewandowski!
Se la curiosità per la prima conferenza di Calzona era tanta, quella relativa alla formazione lo è ancora di più. Il tecnico azzurro punterà sul 4-3-3, non a caso credo sia di Sarri (a proposito, in molti credono che tutto questo sia il preludio al suo ritorno a fine stagione) che di Spalletti, ma un conto sono i numeri, un altro l’interpretazione. Quel che è certo è che il Napoli potrà finalmente contare su Osimhen, pronto a scendere in campo dall’inizio dopo la lunga assenza per la Coppa d’Africa. La prima di Calzona vedrà così Meret in porta, Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus e Mario Rui in difesa, Anguissa, Lobotka e Traoré (o Cajuste) a centrocampo, Politano, Osimhen e Kvaratskhelia in attacco. Stesso sistema di gioco anche per Xavi, che risponderà con Ter Stegen tra i pali, Koundé, Araujo, Inigo Martinez e Cancelo nel reparto arretrato, Gundogan, Christensen e De Jong in mediana, Yamal, Lewandowski e Pedri nel tridente offensivo.