Sconfitta, ma a testa alta. La Juventus è uscita senza punti dal Santiago Bernabeu, eppure può guardare con maggior fiducia alla partita di ritorno del prossimo 5 novembre, appuntamento decisivo per le ultime chance di qualificazione. Questo perché il Real Madrid, più che una squadra, si è dimostrato accozzaglia di top player, per giunta aiutata in maniera vistosa dall’arbitro tedesco Grafe. Decisiva infatti è stata una decisione del suddetto, rivelatasi subito topica clamorosa: l’espulsione di Chiellini a inizio secondo tempo. Tutto per un contatto con Cristiano Ronaldo che, a voler essere generosi, avrebbe meritato al massimo il calcio di punizione e che invece è stato punito con il rosso diretto.
La Juve si è trovata così a dover giocare metà match con l’uomo in meno, per giunta sotto di un gol. Più di un dubbio poi su una caduta di Vidal in area: a prima vista è sembrato tutto regolare, ma rivedendo i replay il tocco di Illarramendi sul piede destro del cileno è quantomeno sospetto. Situazioni che hanno fatto infuriare Antonio Conte, che a fine partita si è diretto da arbitro e assistenti con fare ironico e polemico. “La partita è stata condizionata da pesanti errori arbitrali, tanto che ho pure fatto i complimenti al direttore di gara… C’era un rigore su Vidal e l’espulsione di Chiellini è semplicemente ridicola. Detto questo, accettiamo tutto perché alcune volte gli episodi vanno a favore, altre contro”.
Ma gli errori di Grafe non sono gli unici alibi della Signora. A colpire, in positivo d’intende, è stata la reazione psicologica della squadra, che rende ancor più immeritata questa sconfitta. Trovarsi in inferiorità numerica al cospetto del Real Madrid farebbe paura a chiunque, ma non a questa Juventus, che ha tenuto bene il campo rischiando addirittura di rimettere in piedi la partita. E dire che le premesse erano state disastrose. Dopo appena 4 minuti infatti, i padroni di casa sbloccavano l’empasse con una splendida giocata sull’asse Di Maria-Cristiano Ronaldo, con quest’ultimo che saltava Buffon e spediva in rete il pallone dell’1-0. Ma la Juve rialzava subito la testa facendo capire a tutti come Firenze fosse solo un lontano ricordo.
Schierati con il 4-3-3 (Caceres e Ogbonna terzini, Marchisio-Llorente-Tevez in avanti), i bianconeri alzavano il baricentro e trovavano il pareggio al 22’ proprio con l’attaccante basco, che evidentemente quando vede Madrid si scatena. Il Real provava a riprendere il filo del gioco, ma i ragazzi di Conte tenevano bene il campo. Fino a quando Chiellini non commetteva una follia (questa volta sì), strattonando inutilmente (e vistosamente) Sergio Ramos in area. Il giudice di porta segnalava il rigore che Ronaldo trasformava con potenza e precisione. La Juve incassava e provava subito a restituire il colpo, ma il destro ravvicinato di Pirlo finiva alto sopra la traversa. Le premesse per un secondo tempo vibrante c’erano tutte, poi è arrivato l’errore dell’arbitro che ha rovinato tutto.
Conte richiamava in panchina Llorente per Bonucci, poi provava a dare slancio offensivo inserendo Asamoah e Giovinco al posto di Pirlo (standing ovation per lui da parte del Bernabeu) e Ogbonna. Il Real Madrid invece galleggiava nell’equivoco tattico che l’accompagna da inizio stagione: fare possesso palla alla Ancelotti con la squadra di Mourinho. Intendiamoci, la qualità della rosa è eccelsa, ma gente come Cristiano Ronaldo, Di Maria, Bale o Isco andrebbe sfruttata diversamente, con ripartenze furenti che ne esaltassero le caratteristiche. Invece la palla gira lenta, sul modello tiqui-taca tanto gradito in Spagna, e il risultato è che il Bernabeu (e con lui tutta la critica) non gradisce affatto. A far infuriare ulteriormente il pubblico blanco ci pensava poi Benzema, che spediva alto un pallone a porta completamente sguarnita. La Juve copriva bene gli spazi e tentava di far male sulle ripartenze. Al 70’ Giovinco scoccava un tiro insidioso che Casillas mandava in corner, pochi istanti dopo Marchisio falliva uno stop in area che avrebbe potuto portare sviluppi interessanti. Finiva dunque 2-1, tra i fischi del Bernabeu e gli applausi dei tifosi juventini.
“Anche in 10 contro 11 abbiamo dimostrato di essere competitivi – il pensiero di Conte. – Ora la Champions per noi è in salita, ma possiamo guardare il bicchiere mezzo pieno perché abbiamo dimostrato di saper stare su questi palcoscenici. Questa partita potrebbe essere un buon viatico per tentare l’impresa nelle ultime tre gare”. Classifica alla mano di questo si tratterà. Con la vittoria del Galatasaray sul Copenaghen (3-1), i bianconeri sono scivolati in terza posizione, a 2 lunghezze dai turchi. Prevedendo che gli uomini di Mancini vincano anche in Danimarca, battere il Real a Torino è quasi un’esigenza. In caso contrario i giochi non sarebbero ancora fatti, ci mancherebbe, ma poi bisognerebbe dipendere dai risultati di un Madrid che sarebbe già qualificato. La strada è segnata, ora non resta che seguirla.