Prima di tutto una doverosa premessa: il Barcellona è più forte del Milan e tale resterà anche tra una settimana, indipendentemente da come andrà a finire al Camp Nou. Detto questo, in un modo o nell’altro, i rossoneri lo hanno fermato e pazienza se Silvio Berlusconi è uscito dallo stadio storcendo un po’ il naso (ne parliamo più giù). Massimiliano Allegri ha bloccato i marziani blaugrana e si giocherà la qualificazione in Catalunya, dove avrà a disposizione due risultati su tre. Certo, la vittoria del Barça nella sua tana resta lo scenario più probabile, ma il Milan scenderà sul (gigantesco) prato del Camp Nou sapendo che un gol potrebbe davvero cambiare la storia di questa Champions League. I rossoneri hanno saputo soffrire, aiutati anche da un po’ di fortuna e forse da un errore arbitrale, e solo per imprecisione non sono riusciti a segnare al Barcellona. Che non chiudeva una partita in Europa senza reti all’attivo dal 4 novembre 2009, quando perse incredibilmente contro il Rubin Kazan: da allora sono passati quasi 3 anni e 29 gare (!), in cui i blaugrana hanno strapazzato quasi tutti gli avversari. Ma non i rossoneri, nonostante fossero piuttosto rabberciati e a corto di energie. Il Barça resta favorito, ma forse da ieri sera ha perso un po’ di sicurezza. E adesso il Milan ci crede davvero.
LA PARTITA
E’ dal giorno del sorteggio che Pep Guardiola mostra grande rispetto per il Milan. Chi pensava si trattasse solo di pretattica, viene smentito all’annuncio delle formazioni ufficiali: difesa a 4 (e non a 3 come ipotizzato da qualche giornale catalano) e il rude Keita preferito a Fabregas. Un po’ di quantità a supporto della qualità, che con Xavi, Iniesta, Sanchez e Messi non manca di certo. Dall’altra parte invece nessuna sorpresa, anche perché l’infermeria non lo permette. In campo va la formazione migliore (si fa per dire…), con il rientrante Nesta a far coppia con Mexes, Boateng trequartista e Robinho in attacco assieme a Ibrahimovic. Per fermare i catalani gli accorgimenti non sono mai troppi e così Galliani veste la squadra di bianco, come nel 1994, quando Fabio Capello devastò il Barça di Cruyff nella memorabile finale di Atene. Pronti via e il sortilegio sembra funzionare: i rossoneri pressano alto e dopo appena 3 minuti hanno la palla per passare in vantaggio, ma Boateng prima e Robinho poi la sciupano clamorosamente. Passato lo spavento, i campioni d’Europa si sciolgono e cominciano a sciorinare il futbol total. La palla gira che è una bellezza, tanto che vien quasi il mal di testa, gli inserimenti sono continui, quasi i giocatori si moltiplicassero in campo e a volte il Milan non ci capisce niente. Come al 16°, quando uno schema geniale mette Sanchez solo davanti alla porta: il cileno salta Abbiati, che si difende come può. Gelo a San Siro, ma l’arbitro di porta non assegna il rigore. Decisione dubbia: il tocco c’è, ma il cileno sembra cercarlo. Passato lo spavento, i rossoneri tornano a colpire grazie al pressing alto di Ambrosini e al piede morbido di Seedorf, che mette Ibrahimovic solo davanti a Victor Valdes.
Lo Zlatan di campionato avrebbe segnato a occhi chiusi, quello di Champions “ciabatta” sul portiere senza troppa convinzione. Il Barça gioca, fa girare il pallone e non lo butta mai via, i rossoneri fanno muro e cercano di ripartire. Al 26° rischiano moltissimo dopo una fantastica azione firmata Xavi – Messi, ma Abbiati salva, mentre al 35° il miracolo lo compie Antonini, che recupera su Sanchez lanciato a rete. Quando l’arbitro Eriksson fischia la fine del primo tempo, le facce sugli spalti sono tirate come corde, ma il risultato è salvo. Nella ripresa Allegri sostituisce quasi subito Robinho (ancora in ritardo di condizione) con El Shaarawy, che a 19 anni si ritrova sotto gli occhi del mondo, ma dimostra coraggio e personalità. Il Milan prende le misure al Barça, che non riesce più ad imporre il gioco come nel primo tempo, e al 67° potrebbe colpire: Ibra lancia Emanuelson (entrato al posto di uno stanco Boateng) in velocità, ma l’olandese controlla male e l’occasione sfuma. Rimane questo l’unico squillo di Zlatan nella ripresa, troppo poco per un campione come lui, anche se questa volta ci sono tante attenuanti. Il Milan infatti fa una partita di contropiede, non esattamente l’ideale per “Gulliver” Ibrahimovic, che si ritrova spesso solo in mezzo a Piquè e Mascherano. Il cronometro avanza, il risultato non si sblocca e i rossoneri cominciano a farsi la bocca con questo 0 – 0. Al 74° poi un infortunio (speriamo lieve) costringe Nesta a lasciare il campo: dentro Mesbah, con Bonera a far coppia con Mexes e Antonini che si sposta a destra. Roba da ottavi di Coppa Italia, invece è Champions League contro il Barcellona. Il Milan soffre, rischia di cadere più volte (Messi viene fermato da Ambrosini, Antonini salva alla disperata su Tello) ma porta a casa il pareggio. Tra gli applausi di San Siro.
LE REAZIONI
Gli 80mila spettatori presenti sono usciti soddisfatti, tutti tranne uno. Che, per sfortuna di Allegri, non è un tifoso qualsiasi, ma Silvio Berlusconi: “A Guardiola ho detto che apprezziamo il gioco del Barcellona e siamo orgogliosi di essere riusciti a portare a casa un risultato in cui la sua squadra non ha prevalso. Se sono contento? Diciamo a metà. Ho qualche osservazione da fare, ma non la dico…”. Facile che il presidente si riferisca al gioco, difensivo e pragmatico, che mal si sposa con la sua idea di calcio champagne. Ma le critiche berlusconiane non hanno intaccato la soddisfazione di Galliani e Allegri: “Abbiamo fatto una partita eccezionale, di grande sacrificio, voglia e determinazione, peccato aver affrontato la sfida senza tutto l’organico. – ha detto l’ad rossonero – È stato un merito grandissimo aver resistito al Barça ed aver creato due grandi palle gol con Robinho e Ibra: ora andremo lì con due risultati a disposizione, speriamo di ripetere il 2-2 del girone”.
Dello stesso avviso anche l’allenatore toscano, che, tra le righe, ha risposto al suo presidente: “Abbiamo fatto una buona partita spendendo molto nei primi 25 minuti. Né noi né nessun altro può permettersi di aggredire sempre il Barcellona nella sua metà campo…”. Noi concordiamo, ma poco importa. Chi deve condividere è Silvio Berlusconi, che difficilmente cambierà idea. A meno che Allegri non gli regali un’incredibile qualificazione al Camp Nou.