Il “marziano” è della Roma. Nella notte in cui tutti attendevano Messi, Suarez e Neymar la scena se la prende Alessandro Florenzi, che aggiunge un’altra perla alla sua già ben fornita collezione di gol d’autore. Ma con tutto il rispetto del Genoa (che il numero 24 giallorosso beffò in rovesciata) segnare al Barcellona è un’altra cosa, tanto più se la rete in questione arriva con un tiro da 55 metri. Un gioiello che permette alla Roma di passare indenne l’esame blaugrana e che mette in discesa la strada verso gli ottavi di finale.
Già, perché in questo girone la lotta vera sarà presumibilmente con il Bayer Leverkusen (ieri vittorioso per 4-1 col Bate Borisov), che però dovrà ancora giocare il doppio confronto con i campioni d’Europa. “E’ stato un grande gol, dopo averlo fatto mi sono messo subito le mani sul volto – il commento a caldo di Florenzi. – Quel che conta comunque è il punto guadagnato, abbiamo fermato la squadra più forte del mondo”.
Prodezza del tuttofare giallorosso a parte, quella di ieri è stata una buona prova della Roma, capace di gestire senza eccessivi patemi (al di là di qualche inevitabile sfuriata) l’armata catalana. E dire che la serata dell’Olimpico non era cominciata nel migliore dei modi, anche in virtù di una svista arbitrale non indifferente. Al 21’ Messi si liberava fallosamente di Digne liberando così lo spazio per il cross di Sergi Roberto, sul quale Suarez, in fuorigioco, insaccava di testa.
Ma Kuipers rimediava (si fa per dire…) pochi minuti dopo non concedendo un rigore allo stesso 9 uruguaiano, steso nettamente da Szczesny. Il primo segnale che gli dei del calcio, per una volta, non stavano del tutto dalla parte del Barça, confermato poco dopo dall’incredibile destro di Florenzi, che lasciava incredulo Ter Stegen e tutto l’Olimpico (31’). Nel secondo tempo la Roma, costretta a sostituire Szczesny con De Sanctis, rinunciava quasi totalmente alle ripartenze preferendo concentrarsi sulla fase difensiva.
Messi e gli altri fenomeni blaugrana trovavano così pochissimo spazio per far male, limitandosi a qualche numero offensivo comunque impossibile da fermare. La Pulce colpiva la traversa a De Sanctis battuto, lo stesso portiere murava Iniesta da distanza ravvicinata. La Roma riusciva così a portare a casa un punto tanto prezioso quanto insperato.
“Questo è un risultato importante, ci darà sicuramente molta fiducia – il pensiero di Garcia. – Siamo arrivati quasi alla vetta dell’Everest anche se non proprio in cima. I ragazzi hanno risposto bene, l’esperienza dell’anno scorso è servita”. Già, perché nessuno nella Capitale ha dimenticato la notte del 21 ottobre 2014, quando il Bayern Monaco di Guardiola passeggiò sul terreno dell’Olimpico con un clamoroso 1-7.
Gli strascichi di quel disastro si trascinarono per mesi e mesi, mettendo a rischio l’intero progetto Garcia. Questa volta però niente presunzione né tracollo mentale, solo testa fredda e cuore caldo. La ricetta migliore per diventare davvero grande.