La grande notte è arrivata. La Juventus, fresca di scudetto, si prepara al primo atto delle semifinali di Champions League, contro i campioni in carica del Real Madrid. Partita da brividi, in tutti i sensi. Per l’avversario e per la posta in palio, la più alta da 12 anni a questa parte. L’ultima volta nelle “final four” di Champions infatti risale al 14 maggio 2003, peraltro proprio contro gli spagnoli. Allora fu semplicemente un trionfo: 3-0 con gol di Trezeguet, Del Piero e Nedved, quest’ultimo protagonista dell’unica macchia della serata, quell’ammonizione che costò a lui la finale contro il Milan e alla Juve, forse, la coppa stessa. Altri tempi, per la Signora e per il nostro calcio. Nessuno avrebbe immaginato che, per rivedere i bianconeri in semifinale, ci sarebbero voluti 12 anni, invece è andata così. Il destino poi ha voluto mettere di fronte ancora il Real Madrid, peraltro allenato da Ancelotti, che nel 2003 “soffiò” la Champions proprio alla Juventus. Insomma, potremmo andare avanti all’infinito a cercare temi degni di nota, ma la realtà è una sola: quando bianconeri e blancos incrociano i guantoni se ne vedono sempre delle belle.
“Loro sono campioni d’Europa e, probabilmente, hanno qualche chance in più ma in una partita così non esistono favoriti – ha spiegato Allegri. – Servirà una grandissima prestazione sia in fase difensiva che offensiva, non credo che le due gare finiranno 0-0. Sento dire che non abbiamo nulla da perdere ma non è così: in ballo c’è una finale…”. Parole forti, di chi sente l’impresa possibile nonostante, di fronte, ci sia un vero e proprio gigante. “Questa è la Champions, passerà chi avrà più coraggio – ha ribattuto Ancelotti. – Noi abbiamo il sogno di giocare un’altra finale, guai però a dire che siamo favoriti. Se la Juve è arrivata fin qui vuol dire che se lo merita, abbiamo tutti le stesse possibilità di vincere”. Concetti giusti, ci mancherebbe, è chiaro però che, tra le due, è il Real ha giocarsi qualcosa in più. Lo sa bene Allegri così come Tevez, presentatosi in conferenza stampa con lo sguardo furbo, di chi la sa lunga. “Quando mi hanno preso, due anni fa, mi hanno detto: vieni e vinceremo la Champions – ha rivelato l’Apache. – Io ci credo, il nostro è un gruppo che rispetta la maglia che indossa”. L’ambiente è carico, in campo e fuori. Lo Stadium, neanche a dirlo, sarà completamente esaurito, pronto a spingere la Signora come in passato. Perché la storia parla chiaro: nei 7 precedenti giocati a Torino, i bianconeri hanno vinto ben 5 volte (l’ultima nel 2007/08, 2-1), a fronte di un pareggio (il 2-2 della scorsa stagione) e 1 vittoria blanca (0-1 nel 1961/62).
Ci si appella anche alla cabala per battere un avversario oggettivamente più forte. La Juve potrà affrontarlo con la squadra tipo, eccetto quel Pogba comunque in lizza per il match di ritorno. Allegri ha deciso di affidarsi al 4-3-1-2, con Buffon in porta, Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini ed Evra in difesa, Vidal, Pirlo, Marchisio e Pereyra a centrocampo, Tevez e Morata in attacco. Qualche problema in più per Ancelotti, costretto a rinunciare a Modric e Benzema. Il suo Real Madrid giocherà con un atipico 4-3-3 (che in fase difensiva potrebbe diventare 4-4-2): Casillas in porta, Carvajal, Pepe, Varane e Marcelo in difesa, Sergio Ramos, Kroos e Isco a centrocampo, James Rodriguez, Bale e Cristiano Ronaldo in attacco. Tante stelle sul campo, da una parte e dall’altra. Con un solo grande obiettivo: avvicinarsi alla finale di Berlino.