La Juventus è tornata. Se solo per una notte o a tempo indeterminato ancora non si sa, di sicuro però la vittoria di Manchester è un segnale forte e chiaro. I bianconeri sono risorti proprio nel momento più difficile, contro un avversario di altissimo livello e per giunta in vantaggio di un gol (irregolare). Lì però è venuto fuori l’orgoglio invocato da Buffon e Allegri alla vigilia, non a caso tra gli artefici principali del successo.
Il primo con una serie di parate straordinarie, in grado di tenere in piedi la baracca anche nei momenti di maggiore tempesta, il secondo con scelte azzeccatissime, sia nella formazione iniziale che nella gestione dei cambi. La notte deve avere portato consiglio al tecnico livornese, che dopo aver pensato a lungo al 3-5-2 decide di giocarsela con un ben più offensivo 4-3-3. Dentro Cuadrado dal 1 minuto nel tridente con Mandzukic e Morata, Hernanes in cabina di regia, Pogba e Sturaro buttafuori con licenza di inserirsi, due terzini “conservatori” come Lichtsteiner ed Evra.
L’inizio è shock perché il City parte fortissimo e sfiora il vantaggio già al 2’: Buffon e Chiellini salvano miracolosamente su Sterling. Ma col passare dei minuti la tempesta blu si calma e la Juventus gestisce abbastanza bene, pur rischiando qualcosa sulle giocate individuali degli avversari. Il primo tempo non produce grandi occasioni a parte il gol annullato a Pogba, fermato dall’assistente di linea per un fuorigioco (attivo) di Morata, e anche il secondo sembra proseguire sulla stessa lunghezza d’onda.
Al 58’ però la doccia fredda: Kompany strattona Chiellini “costringendolo”, suo malgrado, a deviare il pallone alle spalle di Buffon. Fallo evidente per tutti, anche per Pellegrini (“andava annullato” il suo pensiero in sala stampa) ma non per l’arbitro Skomina, che certifica così l’1-0 City. Allegri si trova così a un bivio: ricorrere a Dybala e Alex Sandro (66 milioni in due) o dare fiducia agli 11 visti fin qui, anche ai più sbiaditi? Opta per la seconda strada e la partita gli dà ragione.
Al 70’ Pogba pennella per Mandzukic, il croato si allunga da campione e lascia di sasso Hart. L’1-1 dà ulteriore coraggio ai bianconeri, anche perché in porta c’è Gigi Buffon, ispirato come non mai. Prima i miracoli su Sterling e Silva (con la squadra sotto di un gol), poi Yaya Touré, questa volta con i compagni in vantaggio. Già, perché tra una parata e l’altra Allegri inserisce Dybala per lo stravolto Mandzukic e l’argentino, pur sfruttando un rimpallo, dà il via all’assolo di Morata, splendido nel infilare la porta degli inglesi con un sinistro a giro (81’).
Pellegrini tenta il tutto per tutto inserendo Aguero ma ormai non c’è più tempo: la Juventus espugna Manchester e si porta in testa al girone, seppur in coabitazione col Siviglia (vittorioso 3-0 contro il Borussia Moenchengladbach).
“Devo fare i complimenti ai ragazzi, non era una partita semplice – le parole di Allegri. – Siamo stati bravi, non ci siamo fatti prendere dall’ansia nemmeno quando eravamo sotto di un gol e così abbiamo segnato noi. Questa vittoria è una grande iniezione di fiducia, ci permetterà di lavorare bene anche in campionato”.
Le grandi notti di Champions non finiscono qui. Questa sera infatti tocca alla Roma, che riceverà all’Olimpico il Barcellona di Luis Enrique, ex mai amato (ma forse rimpianto) della partita.
“E’ una squadra immensa, una delle migliori, se non la migliore, del mondo. Noi però giocheremo con ambizione e umiltà, cercando di fare del nostro meglio”. Inutile dire che, sulla carta, i catalani partono nettamente favoriti, i giallorossi però sono convinti di poter dire la loro.
“Loro giocano principalmente col possesso palla, noi dovremo essere bravi a ripartire ma senza rinunciare a giocare. Non vogliamo lasciar loro il campo, servirà un grande lavoro di squadra”. Dopo l’esperimento (fallito) di Frosinone, Garcia rinuncia alla coppia Totti-Dzeko, con il capitano in panchina. Proprio come contro la Juve, fin qui la vittoria più convincente, si rivedrà De Rossi in difesa assieme a Manolas, con Maicon e Digne a completare il reparto a protezione di Szczesny.
Indisponibile Pjanic, il terzetto di centrocampo sarà composto da Florenzi, Keita e Nainggolan, a supporto del tridente Salah, Dzeko e Iago Falque. “Conservo solo ricordi positivi della mia esperienza a Roma – il pensiero di Luis Enrique in conferenza stampa. – Quello fu un campionato difficile, ora sono più esperto e con qualche anno in più. Quel che conta comunque è il presente, vogliamo iniziare al meglio la Champions League”.
Sulla carta la sua squadra, prima a punteggio pieno nella Liga, è una vera e propria armata. Messi, Suarez e Neymar, certo, ma anche Iniesta, Busquets e Rakitic, la coppia centrale Mascherano-Piqué, la spinta sulle fasce di Jordi Alba (assente invece Dani Alves). Sarà una serata per cuori forti, proprio come quella appena conclusa di Manchester. Chissà che non possa essere di buon auspicio…