Testa, cuore e coraggio. Oltre, ovviamente, agli occhi della tigre, quelli che sono mancati in questo inizio di stagione. La Juventus si appresta alla più difficile delle sfide nel momento più duro degli ultimi due anni. La sconfitta di Firenze infatti ha segnato il punto più basso dell’era Conte, non tanto per il risultato in sé quanto per le modalità con cui esso è avvenuto. Si riparte da Madrid e dall’avversario più difficile, quel Real che, almeno in Champions, vola a punteggio pieno nel girone. Le premesse non sono certo ottime, ma la Juventus non ha alternative: deve fare punti, altrimenti la situazione di classifica potrebbe farsi molto dura.
Nell’ambiente c’è preoccupazione, d’altronde la debacle del Franchi ha lasciato il segno e non avrebbe potuto essere diversamente. “Domenica è successo qualcosa d’imponderabile – ha ammesso Antonio Conte in conferenza stampa. – Nel calcio però queste cose succedono, i numeri invece dicono che noi creiamo sempre tanto. Dobbiamo dimostrare di essere all’altezza di questo palcoscenico senza paura, pronti a saper soffrire ma anche a far male. Il Real Madrid ci dà stimoli e motivazioni enormi, daremo tutto, anche se questa partita non è decisiva per la qualificazione”.
Un concetto molto caro al tecnico bianconero, che non vuole caricare ulteriormente un match già ricco di pressioni. “Che si vinca o che si perda i giochi non saranno fatti – ha spiegato ancora. – Dopo di questa rimarranno ancora tre partite…”. Già, ma il doppio impegno del Galatasaray contro il Copenaghen potrebbe far scivolare la Signora al terzo posto, col rischio poi di dover vincere per forza a Istanbul nell’ultima giornata del girone. Al di là della classifica poi la Juve è chiamata a reagire alla batosta fiorentina, oltre che alle critiche legittimamente piovutegli addosso.
Lo sa bene Conte, che difende i suoi a spada tratta (su tutti Buffon, definito “un campione come calciatore e come uomo, una certezza per sempre”), ma si prepara a un importante svolta tattica. Al Bernabeu infatti il 3-5-2, vestito degli ultimi due Scudetti, tornerà nell’armadio per far spazio a un inedito 4-3-1-2. Una scelta dettata dalle caratteristiche dell’avversario (tra Cristiano Ronaldo, Bale, Isco e Di Maria è meglio coprire le fasce…), ma anche dall’esigenza di proteggere di più una difesa lontana dai fasti del (recente) passato.
Tra campionato e Champions infatti i gol subiti sono già 13, un’enormità considerando che Roma e Real Madrid, capoliste dei rispettivi tornei, sono “ferme” a quota 1. E allora, a dare una mano al reparto, ci sarà Caceres, che tornerà così in campo dopo l’infortunio patito in Supercoppa lo scorso 18 agosto, spedendo Asamoah in panchina. Per il resto tutto confermato, con Buffon in porta, Barzagli, Bonucci e Chiellini in difesa, Vidal, Pirlo e Pogba a centrocampo, Marchisio trequartista alle spalle del duo Tevez – Llorente. Inutile nascondere che l’apporto degli attaccanti sarà fondamentale, sia in fase di copertura che offensiva. “Carlos ha avuto un impatto molto positivo – ha riconosciuto Conte. – E’ un esempio per la qualità e l’impegno che mette in ogni occasione. Fernando sta bene, è a disposizione e fa parte del novero dei giocatori che potrei schierare…”.
Sul fronte Real Madrid tanta fiducia, derivante dal buon momento della squadra (con la vittoria di sabato sul Malaga la classifica della Liga è tornata a sorridere) e, viceversa, da quello poco brillante della Juve. Ma Ancelotti conosce bene la Signora e diffida da una vittoria che tutti a Madrid danno per scontata: “Io non mi baso sull’ultimo quarto d’ora di Firenze, ma sui primi 70 minuti in cui i bianconeri sono stati solidi e compatti. Hanno grande organizzazione di gioco ed è difficile crear loro problemi. Inoltre sono pericolosi in attacco e sanno sfruttare bene le fasce”.
Carletto dunque non si fida della Juve e in particolare di Andra Pirlo, suo ex faro ai tempi del Milan: “Bisognerà stare attenti alle sue giocate, però non prepareremo nulla di speciale per lui. Abbiamo intrapreso una strada a livello tattico e non l’abbandoneremo”. Nessuna gabbia insomma, d’altronde la raffinata platea del Bernabeu non gradirebbe. Su questo possibile snobismo madrileno si gioca il match della Juve. A patto, ovviamente, che in campo vadano gli occhi della tigre.