L’ultima spiaggia è arrivata. Questa sera il Milan (ore 20.45), nel catino bollente del Vicente Calderon, si giocherà letteralmente la stagione. Dentro o fuori, d’altronde, come direbbe Humphrey Bogart, questa è la Champions bellezza e tu non puoi farci niente. Si parte dallo 0-1 dell’andata firmato Diego Costa, risultato bugiardo ai sensi del gioco espresso ma comunque piuttosto sfavorevole ai rossoneri.
“Era difficile anche nel 2007 quando andammo a vincere in casa del Bayern Monaco dopo il 2-2 di San Siro – ha sorriso Galliani prima di imbarcarsi alla volta della Capital. – Andiamo a Madrid per provarci, ci sarà da battagliare e combattere per vincere”. Un auspicio per niente casuale, visto che in quella notte dell’Allianz Arena a decidere il match fu proprio Clarence Seedorf. Che ora non può più incidere sul campo con gol e assist, ma proverà a fare il suo dalla panchina. “L’Atletico è favorito ma noi resteremo fedeli alla nostra filosofia – ha spiegato l’olandese in conferenza stampa. – Giocando con cuore, coraggio e testa possiamo scrivere una nuova pagina di storia. Nel 2007 siamo riusciti a trovare delle energie che ci hanno permesso di fare grandi partite contro avversari temibili, dobbiamo lottare come gruppo e giocare con il cuore. Ci sono cose che vengono prima degli aspetti tecnici e tattici, il resto è una conseguenza”. Ancora una volta Seedorf ha scelto di battere sui tasti della psicologia, per inculcare nel gruppo la sua mentalità vincente.
“Il calcio è come la vita, ti mette davanti degli ostacoli da superare – ha proseguito. – Il risultato è ancora aperto e proveremo a centrare la qualificazione. L’Atletico è una grande squadra, un gruppo con una fisionomia chiara ma noi vogliamo segnare i gol che ci servono e tornare a Milano vittoriosi”. Atteggiamento spavaldo che sa tanto di opera di convincimento. Se in campo scendessero storia e blasone i rossoneri potrebbero anche pensare di vincere la Champions, ma siccome ci vanno i giocatori non è il caso di esaltarsi più di tanto. Per trovare un Milan con un rendimento più basso bisogna addirittura tornare indietro di 30 anni (stagione 1983/84) e le cose non sono poi migliorate tanto nemmeno con l’arrivo di Seedorf. Eppure questa squadra suscita ancora un certo timore, soprattutto in campo europeo. “Il Milan è un’istituzione nella storia del calcio – il pensiero di Simeone. – E’ molto concentrato sulla Champions e ha giocatori di grande talento. Per questo mi aspetto che dia il meglio di sé e sono certo che per noi sarà una partita molto dura”.
Quel che è certo è che Seedorf se la giocherà al meglio delle sue forze. Rispetto al maxi turnover di Udine infatti, questa sera al Calderon scenderà in campo la squadra migliore. In difesa, a difendere la porta di Abbiati, ci saranno Abate, Bonera, Rami ed Emanuelson, a centrocampo toccherà a De Jong e a uno tra Essien (favorito) e Muntari, sulla trequarti a Taarabt, Poli e Kakà, in attacco a Balotelli. Nessun dubbio invece per il Cholo Simeone, che dovrebbe riproporre il tandem Raul Garcia-Diego Costa, con Koke e Arda Turan a spingere sulle fasce e Villa pronto a subentrare dalla panchina. Serve un’impresa e in questo senso anche la cabala sembra dar contro al Milan: l’unico precedente in cui riuscì a ribaltare un ko interno risale a 59 anni fa. Era il 1955 e i rossoneri rimontarono il 3-4 dell’andata sul campo dei tedeschi del Saarbrucken vincendo 4-1. Altri tempi, altro calcio. Non c’è che dire, è ora di dare una bella rinfrescata ai libri di storia.