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Champions League: finalissima spagnola tra Real e Atletico Madrid a San Siro

L’undicesimo trionfo o la prima grande gioia? Tra Real (10 vittorie) e Atletico (nessuna) ballano giusto una decina di Champions League, l’ultima peraltro nel 2014 in quella che fu la prima versione di una finale tutta madrilena. A guardare storia, tradizione e talento anche il secondo atto sembrerebbe essere senza storia, eppure a San Siro (ore 20.45) non ci sarà davvero nulla di scontato. Lo dice il film di questa Champions, che ha visto il Real soffrire contro Wolfsburg e Manchester City a fronte di un Atletico che ha eliminato Barcellona e Bayern Monaco, ma soprattutto la tradizione dei derby di Madrid, tornati impronosticabili dopo l’avvento di Simeone.

Se il Real può sì contare su Zidane in panchina ma soprattutto su fenomeni come Cristiano Ronaldo, Benzema e Bale in campo, l’Atletico viene identificato principalmente nel Cholo, vero simbolo di una rinascita che ha riportato i Colchoneros tra le prime d’Europa dopo anni di stenti. “Giocare una finale è sempre speciale ma noi siamo pronti – ha spiegato Zizou nella sala stampa di San Siro. – Mi piacciono le pressioni, fanno parte di questo lavoro e danno una carica particolare alle partite. Rispetto al 2014 sarà diverso, sono cambiati diversi giocatori ed è impossibile fare pronostici. Posso solo dire che daremo il massimo, vincere questa coppa sarebbe come mettere la ciliegina su una stagione comunque positiva”.

Il francese sembra quasi voler sfuggire al ruolo di grande favorito, eppure le attese sono quasi tutte sul suo Real Madrid, tecnicamente e storicamente superiore al “cugino” biancorosso. Ma qui si va sul terreno di Simeone, da sempre bravissimo a travestirsi da outsider per poi colpire dove fa più male. “Giocare un’altra finale di Champions è un sogno – ha ribadito il Cholo. – Rispetto a due anni fa abbiamo cambiato alcuni giocatori ma non il nostro modo di giocare o i valori che ci contraddistinguono. Sarà una sfida molto dura e combattuta, penso che chi dominerà il centrocampo alla fine alzerà la coppa. Qualcuno ha criticato il mio gioco? Non mi interessa, l’unica cosa che conta è vincere”. Due filosofie agli antipodi e una Champions in ballo: Madrid si gioca l’onore e lo fa su in una città carica di tradizione come Milano, da ieri letteralmente invasa da sostenitori blancos e colchoneros. Gli oltre 60 mila tifosi spagnoli (alcuni dei quali senza biglietto) si godranno una finale piena di stelle, compresi i due allenatori in panchina. Zidane confermerà il 4-3-3 che l’ha portato all’ultimo atto della Champions e a un passo dalla Liga: Keylor Navas in porta, Carvajal, Pepe, Sergio Ramos e Marcelo in difesa, Modric, Casemiro e Kroos a centrocampo, Bale, Benzema e Cristiano Ronaldo in attacco. Solo panchina per i pupilli di Florentino Perez Isco e James Rodriguez, a dimostrazione che il francese è molto più che un burattino nelle mani del presidente blanco. Simeone risponderà con il solito 4-4-2 tutto cuore, grinta e velocità: Oblak tra i pali, Juanfran, Gimenez, Godin e Filipe Luis nel reparto arretrato, Saul, Gabi, Augusto e Koke in mediana, Griezmann e Torres là davanti.

Centinaia i Paesi collegati, con un numero di spettatori in tutto il mondo stimato in oltre 400 milioni. Gli occhi della Terra, dunque, saranno puntati su Milano e su San Siro: uno scenario, calcisticamente parlando, a cui non eravamo più abituati e che, dopo diversi anni, riaccende emozioni mai davvero sopite.

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Categories: Sport