Tutto rimandato di una settimana. Martedì prossimo la Juventus proverà a prendersi il primo posto nello scontro diretto di Barcellona, la Lazio invece si giocherà la qualificazione in un vero e proprio spareggio contro il Club Brugge. Conseguenze di una serata interlocutoria, nella quale i bianconeri hanno ritrovato il feeling con il successo battendo la Dinamo Kiev, mentre i biancocelesti sono usciti da Dortmund con un pareggio buono per il morale, un po’ meno per la classifica: la contemporanea vittoria dei belgi sullo Zenit, infatti, ha riaperto il discorso qualificazione.
Di certo gli impegni erano molto diversi tra loro, così come la qualità tecnica della Juve rispetto agli ucraini. Il 3-0 finale, oltre che per il sopraccitato primo posto (ma l’impresa di vincere con tre gol di scarto al Camp Nou resta proibitiva), serve principalmente per il morale, abbastanza sottoterra dopo il pari di Benevento. Sabato ci sarà il derby contro il Torino e arrivarci bene, come dicevamo alla vigilia, era l’aspetto più importante della serata europea, oltre ovviamente al gol di Ronaldo, arrivato a quota 750 in carriera.
CR7 ha timbrato il 2-0 al 57’ con un tap-in facile facile a porta vuota, prima di lui era stato Chiesa a sbloccare il risultato con un bel colpo di testa (21, decisiva anche l’incertezza del portiere Buschchan), firmando il suo gol numero 1 con la maglia della Juve. A completare la festa ci ha pensato Morata (66’), che ha sfogato la rabbia per le due giornate di squalifica bucando la porta della Dinamo per la terza volta in stagione. Va detto che anche ieri, al netto del risultato, la Signora ha mostrato qualche difficoltà, come dimostrano le due grandi parate compiute da Szczesny, peraltro sul risultato di 1-0. Non è il caso di cercare sempre l’ago nel pagliaio, ci mancherebbe, ma sabato servirà una prestazione superiore, anche se il Torino non attraversa certo il suo miglior momento.
“Sono contento dell’approccio mentale e di come abbiamo gestito la gara, non si può avere sempre la palla per 90′ e ogni tanto si può anche soffrire – il commento di Pirlo – Ogni gara è importante non solo per la classifica, ma anche per la crescita della squadra. Ora penseremo al derby e poi al Barça, è stato un segnale positivo che ci serviva”.
Serata di paradossi invece per la Lazio, costretta a masticare amaro nonostante l’ottimo pareggio di Dortmund. Certo, a inizio stagione i biancocelesti avrebbero probabilmente firmato per arrivare all’ultima giornata in questa condizione, ovvero affrontare il Club Brugge in casa con due risultati su tre a disposizione, però vista la prestazione di ieri è davvero un peccato non aver potuto già festeggiare la qualificazione. Al Signal Iduna Park è stata la Lazio a fare la partita, in particolare nel secondo tempo, subito dopo il pareggio di Immobile per un rigore (generoso) procurato da Milinkovic-Savic (67’).
Il Borussia, costretto a rinunciare a Halland per un problema al ginocchio, aveva sbloccato il match sul finire del primo tempo con Guerreiro (44’), ma una volta incassato il gol dell’ex ha tremato più volte, chiudendo sotto i colpi dei biancocelesti. Alla fine però sono stati i tedeschi a festeggiare la qualificazione (il primo posto però è ancora in bilico), mentre la Lazio, una volta appreso il risultato di Bruges (3-0), ha dovuto rimandare tutto di una settimana.
“C’è rammarico perché in cinque partite abbiamo fatto due vittorie e tre pareggi, ma ci rimane la grande prestazione contro una squadra fortissima – ha confermato Inzaghi – Con nove punti già pensavamo di essere agli ottavi, questa qualificazione manca da 20 anni, ma siamo a un passo e lo sappiamo. Ora pensiamo allo Spezia, poi ci concentreremo sulla sfida contro i belgi: sarà una partita molto importante”.
La palla passa dunque al campionato, mentre la Champions riprenderà la settimana prossima con l’ultima, decisiva, giornata. La più tranquilla sarà certamente la Juve, che andrà a Barcellona senza ansie particolari, mentre Inter, Atalanta e Lazio si giocheranno il tutto per tutto contro Shakhtar, Ajax e Club Brugge.