Più che un sogno, un incubo! La fase finale della Champions League della Juventus ricomincia nel peggiore dei modi, ovvero con una sconfitta contro il “piccolo” Lione di Garcia, settimo in Ligue 1 e vittima sacrificale designata il giorno del sorteggio. Invece non è stato così e la colpa è tutta dei bianconeri, incapaci di creare pericoli alla porta di Lopes nonostante una supremazia territoriale del 61%. Ma il possesso palla, come già visto martedì a Napoli, non è necessariamente indicativo, dunque meglio soffermarsi sull’unico tiro in porta in 95’ (peraltro ininfluente), a dimostrazione di una Juventus sbagliata, per non dire impreparata, all’appuntamento più importante. Intendiamoci, nulla è perduto: l’1-0 dell’OL Park si può ribaltare, ci mancherebbe. Il sapore che resta però è comunque molto amaro, non tanto per il risultato quanto per il gioco, sottolivello per almeno 75’.
Solo nel quarto d’ora finale infatti la Signora è riuscita realmente a rendersi pericolosa, peraltro recriminando un rigore su Dybala che, replay alla mano, poteva anche starci. Ma la prestazione sotto ritmo resta e vedere Ronaldo uscire dal campo sconsolato per non essere riuscito a tirare in porta nemmeno una volta, la dice più lunga di tante parole. Il Lione, dal canto suo, si porta a casa una vittoria pesantissima, seppur più per demeriti altrui che meriti propri. Certo, a conti fatti le occasioni migliori sono sue, ma l’assoluta mancanza di occasioni da gol nel secondo tempo dimostra come la Juve, con maggior cattiveria e organizzazione, avrebbe potuto fare decisamente meglio.
“Ho molte difficoltà nel far passare il concetto di muovere la palla velocemente a questa squadra – il commento amaro di Sarri. – In allenamento la palla viaggia a duecento all’ora, invece in partita non accade. Quando perdi velocità diventa tutto più difficile, la cosa strana è che in allenamento lavoriamo a velocità doppia rispetto a quanto fatto stasera. Dopo il brutto primo tempo ne abbiamo fatto un secondo buono ma non sufficiente per una partita di Champions. Con la squadra insisto nella velocità della palla mossa: non riesco ancora a trasmetterlo. Dobbiamo lavorarci…”.
Decisivo dunque il primo tempo che i francesi hanno fatto molto meglio, laddove la Juventus non ci ha sostanzialmente capito nulla. Tolto il primo quarto d’ora, con i bianconeri che sembravano padroni del campo senza rischi, è stato il Lione a gestire meglio il gioco, con conseguente creazione di palle gol in serie. La prima è arrivata al 21’ con Ekambi, il cui colpo di testa s’è stampato sulla traversa: un campanello d’allarme che la Signora non ha saputo cogliere, tanto da farsi trovare impreparata 10’ più tardi quando Tousart, su assist del talento Aouar, ha insaccato alle spalle di Szczesny per l’1-0 OL.
Nel secondo tempo s’è vista una Juve diversa, eppure le palle-gol, eccezion fatta per un tiro di Higuain (subentrato a Cuadrado per l’assalto finale), sono rimaste sulla lavagna di Sarri. Che, al di là di un possibile rigore per una trattenuta di Guimaraes su Dybala (lo spagnolo Gil Manzano ha lasciato correre), non ha davvero giustificazioni: la sua Juve, dopo i campanelli d’allarme di Napoli e Verona, ha mostrato crepe molto preoccupanti anche in Champions: e vedere Guardiola uscire trionfante dal Bernabeu, per giunta in rimonta, non aiuta di certo a rafforzare il suo progetto. Domenica a Torino arriverà Conte e gli errori, questa volta, non saranno davvero ammessi. Sempre che i risultati della Juve, a questo punto, dipendano davvero da lei…