Una vittoria per chiudere i giochi. La Juventus si rituffa nella Champions con la consapevolezza di essere a un punto di svolta, quantomeno a livello di classifica: 3 punti contro la Lokomotiv Mosca, infatti, varrebbero un bel pezzo di qualificazione. Avvicinare gli ottavi, con l’obiettivo di renderli matematici in Russia tra 15 giorni, permetterebbe di concentrarsi solo sul campionato, lasciando così in stand by ambizioni e tensioni europee almeno fino alla prossima primavera.
Un bello scenario, non c’è che dire, che però necessita di 6 punti per divenire realtà, 3 stasera e 3 il prossimo 6 novembre. Nulla di trascendentale, intendiamoci, perché la Lokomotiv, sulla carta, non è minimamente paragonabile alla Juventus, guai però a dare qualcosa per scontato: nel calcio, si sa, i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo.
“È una squadra che sta facendo un’ottima stagione – ha ammonito Sarri. – Sta facendo benissimo sia in casa che in trasferta, come dimostra la partita di Leverkusen in cui ha saputo difendersi e ripartire in modo insidioso. E’ molto più forte di quanto potessimo aspettarci ed è questa la vera insidia: affrontare chi non ha un grande nome ma ha ottime qualità”.
Al di là delle dichiarazioni di facciata questa è una partita da vincere a tutti i costi, possibilmente convincendo. La gara col Bologna, infatti, ha visto alcuni passi indietro rispetto al pre-sosta, quando la squadra sembrava aver trovato l’alchimia giusta tra le idee sarriane e la concretezza tipica della Signora. Questione di stanchezza, probabilmente, non certo di mancanza di convinzione.
La squadra sembra aver sposato in toto il suo nuovo allenatore, tanto che ieri, a perorare la causa in conferenza stampa, s’è presentato addirittura Cristiano Ronaldo. “Penso che la squadra stia facendo meglio, abbiamo più fiducia in noi stessi e stiamo giocando un calcio diverso rispetto al passato – ha spiegato il portoghese. – Siamo sempre in attacco, teniamo molto il pallone: abbiamo cambiato per migliorare e lo stiamo facendo sempre di più”.
Parole importantissime, tutt’altro che casuali, che Sarri ha incassato con grande piacere. “Allenare uno come lui è un motivo d’orgoglio – ha replicato il tecnico. – Ha la capacità di porsi obiettivi sempre più alti, dopo aver segnato il 700esimo gol pensava già agli 800. È un qualcosa di contagioso, ha una forza mentale superiore a quella di chiunque altro”.
L’alchimia cresce in continuazione, non a caso il tecnico ha deciso di affrontare la Lokomotiv con una formazione molto simile a quella di sabato, nel tentativo di affinare ulteriormente i meccanismi. Il 4-3-1-2 bianconero vedrà Szczesny in porta, Cuadrado, Bonucci, De Ligt e Alex Sandro in difesa, Khedira, Pjanic e Matuidi a centrocampo, Bernardeschi sulla trequarti, Dybala e Ronaldo in attacco. Semin risponderà con un 4-1-4-1 con Guilherme tra i pali, Ignatjev, Howedes, Corluka e Rybus nel reparto arretrato, Murilo Cerqueira in mediana, Zhemaletdinov, Barinov, Krychowiak e Joao Mario alle spalle dell’unica punta Smolov.
Molto più complicata, per non dire proibitiva, la missione dell’Atalanta, attesa dalla partitissima di Manchester contro il City di Guardiola. A ragionare su classifica e risultati ci sarebbe da piangere ma i nerazzurri, giustamente, vogliono vivere quest’esperienza in Champions come un premio, senza pensare troppo al domani.
Anche perché, alla luce dei risultati attuali, le possibilità di tornarci tra un anno sono tutt’altro che infondate, magari con quel pizzico d’esperienza in più per evitare batoste come quella di Zagabria o beffe in stile Shakhtar. Ciò non significa che Gasperini non voglia provare a mettere in difficoltà Guardiola, anzi: riuscisse a riproporre l’Atalanta del primo tempo di Roma avrebbe anche qualche chance di riuscirci.
“Essere qui è una bella emozione, così come ricevere i complimenti di Pep – le parole del tecnico nerazzurro. – Abbiamo bisogno di aumentare la nostra credibilità a livello internazionale. Dobbiamo riuscire a fare una bella partita qui a Manchester, non sarà facile, ma siamo consci delle difficoltà e sarei contento se riuscissimo a riproporre su questo campo una delle prestazioni fatte in campionato”.
“Ciò che pensavo di Sarri lo penso anche di Gasperini. Quello che ha fatto lo scorso anno è incredibile, è come se avesse vinto il campionato – ha replicato Guardiola. – Loro hanno coraggio, giocano per i tifosi, attaccano prendendosi molti rischi: è una gioia vederli giocare”.
La palla ora passa al campo, con i citizens decisi ad aggredire sin dall’inizio con un 4-3-3 che vedrà Ederson in porta, Cancelo, Stones, Fernandinho e Zinchenko in difesa, De Bruyne, Rodri e Gundogan a centrocampo, Mahrez, Aguero e Sterling in attacco. Consueto 3-4-1-2 anche per Gasperini, al netto ovviamente delle assenze di Zapata, Palomino e Kjaer: Gollini tra i pali, Toloi, Djimsiti e Masiello nel reparto arretrato, Hateboer, De Roon, Freuler e Gosens in mediana, Gomez alle spalle della coppia offensiva composta da Ilicic e Muriel.