Gli ottavi nel mirino. Juventus e Lazio sentono il profumo del primo obiettivo stagionale, vale a dire la qualificazione al prossimo turno di Champions League: il discorso vale soprattutto per i bianconeri, che in caso di vittoria sul Ferencvaros (ore 21) e mancata sconfitta del Barcellona a Kiev festeggerebbero matematicamente, ma anche i biancocelesti, battendo lo Zenit all’Olimpico (21), farebbero un bel passo in avanti. Insomma, la notte è di quelle da non sbagliare, tanto più che gli avversari non fanno particolarmente paura.
All’andata la Juve passeggiò in quel di Budapest, mostrando tutta la propria (norme)superiorità rispetto agli ungheresi e pure la Lazio, nonostante le numerose assenze, strappò un bel pareggio a San Pietroburgo. Ora è il momento di presentare il conto, per poi concentrare le forze sul campionato.
“Dobbiamo chiudere il discorso qualificazione anche per dare un po’ di respiro a qualche giocatore – ha confermato Pirlo – Mi aspetto la stessa intensità vista contro il Cagliari, non fosse così mi arrabbierei molto, non bisogna guardare il risultato dell’andata perché quella era un’altra partita”.
Anche un’altra Juve, verrebbe da dire, considerando che sabato si sono visti dei passi in avanti decisamente significativi. Certo, non basta una vittoria contro il Cagliari per considerare risolti i problemi, ma è chiaro che confermarsi aumenterebbe ulteriormente la fiducia. Non a caso nell’ambiente del tifo bianconero si parla addirittura di tridente Dybala-Morata-Ronaldo, scenario però ancora lontano, almeno per il momento.
“Ci stiamo pensando da inizio stagione – ha ammesso Pirlo – Fino adesso però non li ho mai avuti più di tanto a disposizione per via degli infortuni, ora vediamo di dare un’ossatura alla squadra e poi vedremo se cambiare qualcosa”. Insomma, per il Dy-Mo-Ro c’è ancora tempo, perché il tecnico bianconero vuole dare continuità al sistema di gioco delle ultime settimane, assenti a parte.
Il nuovo infortunio di Demiral (elongazione muscolare, almeno 10 giorni di stop) lo costringerà a inventarsi la difesa, anche perché Bonucci e Chiellini sono ancora ai box. Allo Stadium vedremo un 4-4-2 (pronto a diventare 3-4-1-2 in fase offensiva) con Szczesny in porta, Cuadrado, Danilo, De Ligt e Alex Sandro in difesa, Kulusevski, Arthur, Bentancur e Bernardeschi a centrocampo, Ronaldo e Dybala, favorito su Morata, in attacco. Consueto 4-2-3-1 per Rebrov, che proverà a resistere alla più quotata Signora con Dibusz tra i pali, Lovrencsics, Blazic, Botka e Heister nel reparto arretrato, Somalia e Kharatin in mediana, Uzuni, Isael e Nguen alle spalle dell’unica punta Boli.
Serata importante anche per la Lazio, decisa a sfruttare il match casalingo con lo Zenit per indirizzare il discorso qualificazione. La situazione di classifica è buona (biancocelesti secondi con 5 punti, uno in meno del Borussia Dortmund, uno in più del Club Brugge e +4 sui russi), anche in considerazione delle due trasferte già affrontate in Belgio e a San Pietroburgo, oltretutto con tantissimi assenti. Una vittoria stasera spianerebbe la strada verso gli ottavi, ma guai a pensare che sia facile: la Champions, del resto, non lo è mai.
“La qualificazione è un nostro obiettivo – ha confermato Inzaghi in conferenza stampa – Lo Zenit è forte, ci servirà una gara di carattere, facendo scelte giuste e recuperando le energie perse a Crotone”. A dargli una mano, in questo senso, i tamponi della Uefa, che gli ridaranno Luiz Felipe almeno per la panchina.
I conti, al netto delle indisponibilità di Milinkovic-Savic e Lulic, cominciano a tornare, come si evince dal 3-5-2 biancoceleste che vedrà Reina in porta, Patric, Acerbi e Radu in difesa, Lazzari, Akpa Akpro, Lucas Leiva, Luis Alberto e Marusic a centrocampo, Correa e Immobile in attacco. Semak, costretto a vincere per rientrare in gioco, risponderà con un 4-3-3 con Kerzhakov tra i pali, Karavaev, Lovren, Rakitsky e Santos nel reparto arretrato, Erokhin, Barrios e Zhirkov in mediana, Kuzyayev, Dzyuba e Sutormin nel tridente offensivo.