Trionfo Juve. Doveva essere una partita equilibratissima, per qualcuno addirittura con il Barcellona favorito, invece s’è rivelata una cavalcata a forti tinte bianconere. Quella vista ieri sera è senza dubbio la miglior Juventus in versione Champions dai tempi di Marcello Lippi: il 3-1 sul Real Madrid del 14 maggio 2003 valse una finale, il 3-0 di ieri non ancora ma certo vale un messaggio forte e chiaro a tutta l’Europa.
Perché ad oggi, in attesa dell’altro big match tra Bayern Monaco e Real di questa sera, non c’è nessuno che possa realmente dirsi superiore alla squadra di Allegri. I numeri parlano chiaro: i bianconeri hanno subito solo 2 gol in 9 partite, peraltro tutti nella fase a gironi.
E se il Porto poteva passare come un test poco attendibile, lo stesso non si può dire del Barcellona, eppure ieri sera i catalani sono stati messi sotto molto di più dei portoghesi. Non è ancora abbastanza per parlare di semifinale raggiunta: troppo fresco il ricordo della remuntada contro il Psg per farlo, eppure c’è la sensazione di aver finalmente toccato quel punto di svolta che il popolo bianconero attende da anni.
“È solo il primo passo, a Barcellona sarà una partita diversa – ha ammonito Allegri – Questo però non significa che dobbiamo frenare gli entusiasmi: abbiamo giocato una grandissima gara sotto tutti gli aspetti, sono contento per i ragazzi e per la società”.
Nel trionfo dello Stadium c’è molto di questo allenatore, bravo a “fiutare” il 4-2-3-1 al momento giusto (sconfitta di Firenze) per metterlo a punto in vista di partite come questa. E così s’è vista una Juve a trazione anteriore che ha spaventato il Barça sin dall’inizio, per poi colpirlo due volte in 22’ con Dybala, autore della prova più scintillante della sua carriera proprio al cospetto di Messi.
Doppietta di sinistro (7’ e 22’) e tanti saluti a chi lo aveva criticato per i pochi gol segnati sin qui, ma soprattutto due schiaffi fortissimi al Barcellona. La squadra di Luis Enrique non ci ha capito nulla e se è vero che avrebbe anche potuto segnare una rete (Iniesta nel primo tempo e Suarez nel secondo), il discorso vale anche per la Juve. Il 3-0 di Chiellini a inizio ripresa (55’) ha certificato un risultato importantissimo, che indirizza ineggabilmente anche il discorso qualificazione.
“La prima parte della gara è stata molto difficile, molto simile a quella di Parigi – il commento sconsolato di Luis Enrique – Sarà difficile fare un’altra impresa come quella, ma del resto lo era anche perdere un’altra volta nello stesso modo”.
Effettivamente è proprio così, ecco perché da ieri sera la Juventus ha almeno un piede in semifinale. Al Camp Nou serviranno intelligenza e coraggio, perché a cadere sul più bello non ci tiene davvero nessuno.