Il primo crash test di una settimana da urlo. La trasferta di Barcellona, oltre a evocare i piacevolissimi ricordi del 2010, rappresenta per l’Inter l’inizio di un mini-ciclo ad altissimo tasso di difficoltà, che si andrà a chiudere, come tutti sanno, domenica sera con il Derby d’Italia. Ma se Sarri ha detto di essere troppo preso dal Bayer Leverkusen per pensarci, figuriamoci Conte, atteso da un Barça che non sarà certamente il migliore della storia, ma resta comunque una big di livello mondiale.
“Se abbiamo l’ambizione di andare avanti dobbiamo fare punti in tutte le gare – ha spiegato il tecnico nerazzurro senza mezzi termini. – Al Camp Nou non sarà facile ma giochiamo le nostre carte con grandissimo rispetto, sapendo che affrontiamo una favorita per la vittoria della Champions. Dovremo stare attenti perché il Barcellona può farti gol da un momento all’altro, ma dobbiamo anche pensare che il nostro percorso di crescita passa da queste partite. Il Barcellona è un top team, ma ci faremo trovare pronti. La partita della vita è quella che dobbiamo giocare e in questo momento la gara col Barcellona è la più importante in assoluto”.
Inutile girarci attorno: mai come oggi sono in tanti a credere che l’Inter possa fare il colpaccio, e altrettanti a sperare che cada in modo rovinoso. Il match del Camp Nou ha tutta l’aria di un esame, tanto più a pochi giorni dalla Juve. E poi, a pesare ulteriormente, c’è il passo falso interno contro lo Slavia Praga, che fa sì che questa diventi una sfida, se non da vincere, quantomeno da non perdere. Missione difficile, non impossibile: il Barcellona d’inizio stagione è stato tutt’altro che brillante, come dimostrano le due sconfitte rimediate con Athletic Bilbao e Granada, ma anche i pareggi con Osasuna e Borussia Dortmund.
L’Inter dunque ha buone carte da giocarsi, ma non quella più importante: Romelu Lukaku, l’uomo più desiderato da Conte in sede di mercato, non sarà della partita. Colpa di un fastidio muscolare all’adduttore che, complice l’imminente sfida alla Juve, ha indotto il tecnico a lasciarlo a riposo. Conte dunque, nel tentativo di espugnare il Camp Nou (cosa che non riesce a nessuno da 31 partite, miglior striscia interna della storia della Champions), si affiderà a un 3-5-2 con Handanovic in porta, Godin, De Vrij e Skriniar in difesa, D’Ambrosio, Barella, Brozovic, Sensi e Asamoah a centrocampo, Lautaro Martinez e Sanchez in attacco.
“Dall’inizio della stagione l’Inter ha avuto un avvio spettacolare, ha vinto tutte le partite – l’analisi di Valverde. – Ci aspetta una gara difficile, non so chi sia il favorito ma noi giochiamo in casa e abbiamo l’obbligo di vincere. Messi? Non correremo alcun tipo di rischio, decideremo all’ultimo”. Le parole del tecnico spagnolo, in realtà, sanno tanto di pretattica: la Pulce, infatti, è ormai pronta al rientro ed è difficile privarsene in una sfida così delicata. Ad ogni modo per lui, almeno all’inizio, ci sarà solo la panchina, perché il 4-3-3 iniziale blaugrana vedrà Ter Stegen tra i pali, Sergi Roberto, Piqué, Lenglet e Junior Firpo nel reparto arretrato, De Jong, Busquets e Arthur in mediana, Carles Perez, Suarez e Griezmann nel tridente offensivo.
Gara meno glamour, ma altrettanto importante, quella del Napoli, impegnato in trasferta contro il Genk (ore 18.55). Sulla carta non dovrebbe esserci storia: i belgi, nella gara inaugurale di Salisburgo, hanno mostrato tutta la loro pochezza, prendendo una sonora imbarcata (6-2) ed evidenziato errori difensivi imbarazzanti. Ma gli azzurri, quasi sempre impeccabili contro le grandi, hanno spesso steccato contro le cosiddette piccole, tanto che l’anno scorso, nel girone di ferro contro Psg e Liverpool, finirono per perdere punti contro la meno quotata Stella Rossa. Un errore da non ripetere, non dopo aver battuto i campioni d’Europa nella gara inaugurale, indirizzando qualificazione e primo posto.
“È una partita importante, specialmente dopo aver cominciato molto bene contro il Liverpool – ha confermato Ancelotti. – Ora dobbiamo essere vigili e attenti per evitare sorprese, abbiamo studiato bene il Genk e sappiamo che ama giocare a ritmi alti, non dovremo sottovalutarlo. Vogliamo vincere per prenderci la vetta del girone”.
Massima attenzione insomma, senza però rinunciare a quel turnover diventato ormai un vero e proprio marchio di fabbrica. Rispetto a domenica contro il Brescia vedremo un 4-4-2 molto diverso con Meret in porta, Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly e Mario Rui in difesa, Callejon, Allan, Fabian Ruiz e Insigne a centrocampo, Lozano e Milik in attacco. Mazzù, allenatore belga di origini calabresi, sa di partire nettamente sfavorito ma proverà comunque a giocarsi le sue carte con un 4-3-3 che vedrà Coucke tra i pali, Maehle, Dewaest, Lukumì e Uronen nel reparto arretrato, Berge, Hagi e Hrosovski in mediana, Ito, Samatta e Bongonda nel tridente offensivo.