Inter e Napoli, c’è ancora vita! Il mercoledì di Champions si è chiuso con due risultati importantissimi, che mantengono invariate le speranze-qualificazione di entrambe. La vittoria dei nerazzurri a Praga e il pareggio degli azzurri a Liverpool, infatti, consentono ai primi di potersi giocare il tutto per tutto a San Siro contro il Barcellona e portano i secondi a un solo punto dagli ottavi, da conquistare al San Paolo contro il Genk.
Il 10 dicembre sarà un’altra serata di passione, su questo non c’è dubbio, intanto però è il caso di godersi quella appena trascorsa, superata nel migliore dei modi da tutte e due. L’Inter di Conte aveva un piano ben preciso: vincere a Praga e sperare che il Barça battesse il Dortmund, così da poterselo poi trovare di fronte già qualificato e primo.
Missione compiuta in pieno, nonostante un’emergenza infortuni che ha costretto il tecnico a rispolverare addirittura Borja Valero, alla prima da titolare in stagione proprio nella notte più importante, almeno finora. Non è stata una passeggiata perché lo Slavia, proprio come all’andata, l’ha messa su fisico e corsa, costringendo la rimaneggiata formazione nerazzurra a un primo tempo di sofferenza.
Ma i cechi, a differenza di allora, avevano la necessità di vincere e questo, fatalmente, li ha costretti a sbilanciarsi, lasciando alla coppia Lautaro-Lukaku tutti quegli spazi che tanto amano. E così, proprio come sabato a Torino, la cosiddetta “LuLa” ha finito per spadroneggiare, devastando gli avversari sotto un vero e proprio bombardamento di occasioni e gol.
A sbloccare il match ci ha pensato Lautaro, ovviamente assistito dal compagno di reparto, bravissimo nel fare a sportellate e a mettere in mezzo un pallone sul quale il Toro si è scaraventato con la consueta furia (19’). Favore ricambiato al 35’, peccato però che il Var avesse ravvisato un fallo di De Vrij nell’azione precedente, cancellando così il gol al belga e assegnando un rigore allo Slavia, trasformato con freddezza da Soucek.
Nel secondo tempo l’Inter, rinfrancata anche dalle notizie di Barcellona, si tuffava nella trequarti avversaria, sfiorando più volte il gol tanto desiderato, peccato però che Lukaku e Brozovic si stampassero contro la traversa e che Lautaro fallisse un contropiede a tu per tu con Kolar. E quando Masopust, sfruttando un errore di Borja Valero, si presentava solo davanti ad Handanovic, ecco materializzarsi lo spettro dell’eliminazione, respinto però dal solito grande portiere sloveno. Il gol della liberazione arrivava invece all’81’ con Lukaku, fortunato nel trovarsi di fronte a uno scivolone altrui ma bravo nel dribblare il portiere e scaraventare in rete.
La festa però esplodeva all’88’, con lo straripante belga a crossare d’esterno e lo scatenato Lautaro a depositare in gol con un tiro al volo da applausi. C’era poi anche il tempo per il 4-1 ma Lukaku, ancora una volta, veniva fermato dal Var, questa volta per fuorigioco. Ma poco importava: all’Inter servivano i 3 punti e quelli erano già in banca da tempo.
“Già alla vigilia avevo detto che eravamo molto più squadra rispetto all’andata – l’analisi di Conte. – A San Siro i loro difensori giocarono sempre sull’anticipo, qui invece sapevamo cosa ci aspettasse, la partita è stata diversa. Sono contento per Lautaro e Lukaku, gli attaccanti quando fanno gol sono sempre felici”.
Ora bisognerà giocarsi il tutto per tutto contro il Barcellona, sapendo però di trovarselo di fronte già qualificato e sicuro del primo posto, oltre che a pochi giorni dal Clasico: in caso di vittoria sarà qualificazione, viceversa bisognerà guardare il risultato di Dortmund-Slavia.
“Intanto mi auguro di arrivare nella giusta maniera domenica contro la Spal, dobbiamo essere preparati e concentrati per proseguire il cammino in campionato – ha glissato il tecnico. – Contro il Barça sarà dura ma potremo contare su 80mila persone che verranno a spingerci, siamo contenti, abbiamo dato un senso a quest’ultima partita. Ora recuperiamo energie per la Spal che è la partita che mi preoccupa di più”.
Il 10 dicembre sarà un giorno importante anche per il Napoli, deciso a prendersi l’ultimo punto che ancora gli serve per qualificarsi agli ottavi di Champions. Il piccolo Genk, già eliminato e ultimo, non dovrebbe rappresentare un grosso problema, anche perché agli azzurri basterebbe anche un pareggio. Scenario ideale, figlio del bel punto conquistato ad Anfield al cospetto dei campioni d’Europa in carica.
Certo, il Liverpool visto ieri non è stato all’altezza della sua fama ma questo è anche merito degli azzurri, tornati sul pezzo proprio come a inizio stagione, quando sembravano poter contendere lo scudetto a Juve e Inter. In campionato le cose si sono compromesse, in Champions invece è ancora tutto possibile, tanto più dopo partite come queste, che rafforzano spirito di gruppo e autostima. Ecco, più che l’1-1 finale (rete in apertura di Mertens in contropiede e pareggio di Lovren di testa al 65’), a far felici i tifosi è soprattutto il ritrovato senso di squadra che si era smarrito tra beghe contrattuali, polemiche arbitrali e ammutinamenti vari.
“Non era facile, abbiamo sofferto e ci siamo abbassati, ma col Liverpool bisogna giocare così se si vuole restare vivi – il commento di Ancelotti. – Ora il girone si è messo bene, è stata un’ottima serata. Il disgelo con De Laurentiis? C’è già, l’ambiente è sano”.
A confermare le parole del tecnico ci ha pensato lo stesso ADL, con un tweet decisamente soddisfatto. “Bravo l’allenatore e bravi i nostri calciatori – ha scritto il presidente. – Adesso tutti a testa bassa a lavorare duro e a considerare le prossime partite come se tutte fossero contro il Liverpool. Non dobbiamo oggi parlare di misure societarie con i giocatori. Queste vicende le risolveremo tra noi senza pressioni o condizionamenti esterni”.
Potere dei risultati, capaci, nel giro di tre settimane, di passare dalla rabbia di Conte post-Dortmund e dai fattacci del San Paolo post Salisburgo a una bella, soddisfacente, felice serata di festa. I verdetti li avremo solo il 10 dicembre, ma la strada sembra essere quella giusta.